L’ultima interpretazione di Rose Byrne? Una casalinga insoddisfatta che conquista il mondo dell’aerobica

Rose Byrne può fare davvero tutto. Fra il 2007 e il 2012, l’attrice, originaria di Sydney, ha ricevuto due nomination ai Golden Globe e due agli

Emmy per la sua magnifica interpretazione della ‘protetta’ di Glenn Close nell’intenso legal thriller Damages. Quando non era impegnata a corrompere giudici o a impugnare pistole, però, Byrne, 41 anni, si affermava come attrice comica in film come Marie Antoinette (2006), In viaggio con una rockstar (2010), Le amiche della sposa (2011) e Spy (2015). Poi è arrivata Mrs America (2020), la miniserie televisiva ambientata negli anni 70 e che parla del movimento nato per far approvare l’ Equal Rights Amendment, in cui interpreta Gloria Steinem. L’icona femminista dagli occhiali a goccia e dalle lunghe chiome lisce grazie all’interpretazione di Byrne qui diventa una donna vera, con incertezze, difetti e abbagli. Se qualcuno aveva ancora dei dubbi sul talento di Byrne, cambierà sicuramente idea.

E adesso l’attrice utilizzerà il suo talento, quello di muoversi con disinvoltura fra i generi più diversi, per Physical, una dramedy in 10 episodi che si svolge a San Diego negli anni 80. La serie, creata da Annie Weisman, è incentrata sulla figura di Sheila Rubin (Byrne), una casalinga insoddisfatta che sostiene il marito (Rory Scovel), un professore che decide di candidarsi al governo dello Stato. I due un tempo erano studenti e attivisti pieni di ideali, ma adesso Sheila è consumata dal disprezzo di sé. Dopo aver accompagnato la figlia (Grace Kelly Quigley) a scuola, la vediamo andare in un fast food, poi nella stanza di un motel dove si ingozza di cibo e poi si libera, mentre una vocina nella sua testa le dice che non sarà mai abbastanza: è un suo segreto, un’abitudine che sta lentamente assottigliando i risparmi di famiglia.

Rose Byrne in Physical (2021)

© Hilary Gayle / Apple TV+

Proprio nel momento in cui la sua vita sta per cadere in pezzi, Sheila scopre l’esistenza di palestra di aerobica nel centro commerciale vicino casa, e così ballare al ritmo dei successi pop del momento in body sgambato diventa la sua nuova ossessione. Per raccogliere fondi a favore della campagna del marito inizia a insegnare lei stessa aerobica, registra delle videocassette e costruisce un business che la farà diventare una magnate del fitness. Ma nonostante il successo, i suoi demoni continuano a tormentarla.

Mentre i primi tre episodi della serie sono approdati su Apple TV+, Byrne ha parlato a Vogue di empowerment femminile, del suo prossimo film tragicomico e di quando cercava Weisman sul set, per poi trovarla nascosta in macchina. 

Sheila Rubin è un personaggio molto complesso che passa dalla commedia al dramma in un modo che vediamo raramente sullo schermo. È per questo che hai accettato il ruolo?

“Ho letto la puntata pilota e sono rimasta molto colpita. Ho pensato, ‘Come fai a tifare per lei’? Si è costruita una rete di bugie, e le cose diventano sempre peggio. Giravo Mrs America a Toronto e Annie (Weisman, la creatrice della serie, NdR) è venuta a trovarmi. Ero un po’ spaventata. So cosa significa girare una serie lunga. Ho fatto Damages con Glenn Close. Sono tante ore di lavoro e non lo facevo da anni, ma la serie aveva tutto un mondo di potenzialità”.

Hai iniziato a fare aerobica prima che iniziassero le riprese?

“Avevamo una coreografa fantastica, Jennifer Hamilton, io e lei abbiamo iniziato a fare lezione su Zoom. Io mi trovavo a Byron Bay in Australia, lei era in California. E circa due mesi prima facevamo un paio d’ore due volte alla settimana. Genera dipendenza! Mi piace camminare e fare yoga, ma non ero mai stata una fan di uno stile in particolare come Tracy Anderson o The Class di Taryn Toomey. La serie si immerge un po’ in questo mondo qui. È interessante questa cosa, le persone che all’epoca si trovavano in California, negli anni 80, dicono che fosse una specie di religione. Tipo, (sussurra) ‘C’è questa cosa qui! Questo esercizio’! (ride). È stato divertente conoscere meglio questo mondo”.

I costumi , i capelli e il trucco anni 80 sono pazzeschi. Parlaci delle tue prove costumi, come è andata?

“Annie aveva in mente una cosa per i miei capelli, voleva che quelli di Sheila riempissero lo schermo, e in effetti è così. All’inizio non ero tanto sicura, alla fine però, dicevo: ‘Li voglio più gonfi, più gonfi, più gonfi’! Kameron Lennox era la nostra costumista ed è stata molto precisa. Ed è difficile con una serie ambientata in un periodo che spesso è molto comico. Devi fare in modo che tutto sembri vero, e non come i costumi di uno sketch di Saturday Night Live. Sembrava dovessi fare un film della Marvel. Per quei body ho fatto ore e ore di prove costumi”.

Nella serie, Sheila è in perenne conflitto con quella voce nella sua testa. È stato difficile renderla?

“È interessante interpretare un personaggio con una dipendenza del genere perché influenza tutto quanto, e così fa anche quella voce. Mette a disagio, e le persone possono trovarla un po’ fastidiosa, ma alla fine ci si ritrovano. Annie era molto divertente, però. Spesso filmavamo queste scene che ci mettevano a disagio, e lei spariva. E io dicevo: ‘Devo chiedere una cosa a Annie’! e lei si era nascosta in macchina (ride). Le dico, ‘L’hai scritta tu questa cosa, che stai facendo? Perché ti nascondi? E lei: (sussurrando):‘Mi sentivo giusto un pochino a disagio’”.

Rose Byrne as Gloria Steinem in Mrs America (2020)

© Everett Collection Inc / Alamy

Sei stata Gloria Steinem inMrs America, e anchePhysical— ambientata dieci anni più tardi — parla di empowerment femminile. Quanta strada abbiamo fatto secondo te dagli anni 70 e 80?

“Sono due opere in qualche modo collegate fra loro. Mrs America era una storia vera sul movimento femminista, e Sheila è figlia di quel movimento. È un’attivista, ha studiato a Berkeley e suo marito è un professore progressista, ma lei soffre. Ricopre un ruolo di comprimaria, non ha voce in capitolo. Cinque anni fa un prodotto come questo o come Mrs America probabilmente non sarebbe stato fatto. C’è una gran voglia di storie diverse sull’essere donna. Che non è un’esperienza monolitica. Vedo più rappresentatività sullo schermo, e vengono fatti molti passi in avanti, poi però vedi che i diritti riproduttivi vengono cancellati o non sono accessibili alle donne in molte parti del mondo, e quindi, davvero non so”.

Presto sarai inSeriously Red, che hai anche prodotto con la tua società Dollhouse. Cosa puoi dirci del film?

Seriously Red è il nostro primo film. Per svilupparlo ci è voluto molto tempo, lo abbiamo girato alla fine dell’anno scorso. Io ho un ruolo secondario. Il film si colloca a metà fra commedia e dramma. Parla di una donna che diventa un’imitatrice di Dolly Parton e che cerca di essere presa sul serio”.

Al di là del lavoro, come è stato l’ultimo anno e mezzo per te? Ti ha cambiato in qualche modo? 

“Siamo stati molto attenti. Sono stata davvero molto fortunata. Il mio compagno (l’attore Bobby Cannavale, NdR) ha perso molti amici in questa pandemia e io ho avuto un amico in condizioni critiche in ospedale. Voglio rendere onore a tutti gli operatori sanitari che sono stati in prima linea. Credo che ci vorranno anni prima di riuscire ad analizzare tutto quello che abbiamo vissuto, e ci siamo ancora dentro. Siamo tornati in Australia. Siamo fortunati di avere il passaporto australiano e di essere tornati a casa perché qui la situazione è più contenuta, hanno fatto un lavoro straordinario”.

I primi episodi di Physical sono disponibili su Apple TV+ dal 18 giugno, seguiti poi da un episodio a settimana

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