Un’infiltrata ad Altaroma

Dal balcone dell’hotel a Cinecittà il cielo è basso e il profumo dei pini marittimi illude che il mare sia proprio al di là dei campi

su cui mi affaccio.
Roma è calda. Da qui Roma  sembra ripartire lentamente nel sudore.
Il  personale è in affanno, manca il ghiaccio al bar all'ora dell'aperitivo, la tv non funziona.
Le quotidiane richieste di autocertificazioni Covid della ragazza nell’atrio non climatizzato sono commuoventi.
Il driver  dell’organizzazione confida: 'chissà, speramobbene'.
Il tragitto nel reticolo del villaggio del cinema, quest’anno sede di Altaroma, i cartelli dell'Istituto Luce, le costruzioni del periodo fascista appaiono irreali  come i mondi che contengono.

La prima volta ad Altaroma  è un’ennesima prima volta nella capitale; colpisce per  la sua forza, più silenziosa del solito, la fatica, l’ impegno diffuso e condiviso.

L’organizzazione ha fatto un lavoro incredibile, attenta ed efficiente, nonostante le difficoltà, la ricerca di una nuova location che solo all’apparenza è facile, i budget, i limiti imposti da un periodo di passaggio in cui tutto è in divenire e le certezze sono poche.

Il pubblico è contingentato ma più che mai partecipe ed empatico consapevole del ruolo personale nella dimensione più ampia.

Di questa ottava edizione di Altaroma interessante Showcase, una dimensione da scoprire, al quarto anno di vita, dedicato ai marchi emergenti e indipendenti che producono in Italia e i premi dell’Accademia di Costume e Modadi Roma, lo IEDfashion Show ‘Explosion’ oltre, naturalmente alla finale del progetto Who is on Next? in collaborazione con Vogue Italia.

Showcase è un appuntamento  intimo, distribuito in tre giornate, che lascia agli incontri con buyers  stampa il tempo di uno scambio dedicato. I designers non nascondono l’eccitazione del contatto finalmente più rilassato; raccontano del periodo drammatico che hanno vissuto e le storie diventano pezzi di un puzzle sociale.

Per fortuna, la distruzione dei canoni stilistici preesistenti il periodo di lockdown rende molte collezioni meno gentili e dunque interessanti, un inevitabile movimento che, going forward, si fa sempre più strada. Il sentire comune mutato si sta esplicitando in molti modi che vanno a comporre il cosiddetto "new normal".

Rabbia, polemica, provocazione. Nostalgia, voglia di spensieratezza e consapevolezza in un insieme vivo di sensazioni.

I sostenitori e gli sponsor di Altaroma, Camera di Commercio di Roma e Regione Lazio, affiancati da ICE Agenzia e Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale hanno sostenuto un evento altrimenti impossibile di questi tempi.
Un evento che profuma di storia e di futuro, che si è reinventato e non molla.
E per questo si merita di vedere sempre nuove edizioni, inclusive, visionarie e d’eccellenza.

Oltre a Who is on Next? in collaborazione con Vogue Italia e Pitti Immagine, il progetto Talents 2021 dell’Accademia di Costume e Moda di Roma all’interno del quale quest’anno una prestigiosa giuria di addetti ai lavori italiani e internazionali ha premiato il lavoro di Filippo Alimonti per la categoria abbigliamento e di Marco Anzil per gli accessori. Pitti Immagine ha selezionato tra i 15 Talents per il premio Tutoring & Consulting Reward,quest’anno Marianna Achilli. Naturalmente vanno citate le aziende italiane che hanno supportato i talenti: Piacenza Cashmere, Tessilbiella, Alpinestars, Coats, Pinori Filati. Lanificio Cangioli, Russo di Casandrino, Fait Adriatica, JP/David, R.G.S. Diffusion.

Accademia Costume & Moda

© CristianoPacchiarotti

Accademia Costume & Moda

© CristianoPacchiarotti

E ancora ‘Explosion - IED Roma Fashion Show 2021’, una sfilata per raccontare le migliori creazioni delle studentesse e degli studenti dei Corsi Triennali di Fashion Design e Design del Gioiello.

Protagonisti per le collezioni: Lorenzo D'Aquilo, Silvia Felli, Marco Gabriele, Federica Galletta, Alessia Giacchetta, Michela Martino, Isabella Mazzei, Matilda Menozzi, Matteo Minciarelli, Leonardo Maria Nanni, Cristian Rizzo e Mattia Russo. Per accessori e gioielli: Domitilla Camponeschi, Elena Capriotti, Emanuela Fletzer, Andrea Miniero, Alice Pietrantoni e June Wu

IED

Conferma il grande lavoro e la dedizione di tutti per questa edizione di Altaroma l’eternamente splendida Simonetta Gianfelici, oggi consulente dedicata allo scouting di talenti emergenti, che insieme a Sara Sozzani Maino di Vogue Italia hanno dato vita nel 2005 al concorso Who Is on Next?. Gianfelici che dal  2013 collabora con Ethical Fashion Initiative – programma di ITC, International Trade Center, agenzia delle Nazioni Unite e dell’OMC – concentrandosi sullo scouting di designer e fotografi provenienti dall’Africa- racconta quanto sia ancora entusiasmante sostenere i giovani, trasmettere loro speranza e sogni, determinazione nonostante tutto; lo ricorda anche la Presidente Silvia Venturini Fendi che nel discordo di inaugurazione dice “Altaroma rappresenta il primo compagno di strada affidabile e raggiungibile per i creativi alle prime armi".  I sorrisi di organizzazione e creativi tradiscono la soddisfazione del lavoro di gruppo. Sempre nonostante tutto.

Altaroma stupisce per la sua forza in anni in cui la moda appare come un qualcosa di cui fare a meno.

La determinazione, la volontà, la disciplina e l’orgoglio della tradizione d’eccellenza sono principi ispiratori e insegnamenti dovuti alle nuove generazioni e la moda italiana è in questo ancora maestra.

Non si può, però, non notare l’assenza di diversity che conferma che c'è ancora molto lavoro da fare sul tema della diversità e della rappresentazione; la responsabilità è condivisa con istituzioni, politica e organizzazioni sociali. La fiducia nella moda come cultura e la consapevolezza dei giovani fa bene sperare.

Ci auguriamo di assistere a un’edizione 2022 realmente diverse, non solo accenni con qualche modella in passerella ma in tutta la filiera che compone l’evento e il sistema moda soprattutto nelle nuove generazioni: significherebbe che il faticoso lavoro di molti professionisti Bipoc di questi anni è riuscito a cambiare qualcosa o qualcuno e che il paese sta finalmente affrontando con la giusta consapevolezza una questione fondamentale. 
Alla cena, travolti da polpette e amatriciana, nasce la spontanea condivisione della questione razziale in Italia, da bloggers e stylists professionisti, influencers, giovanissimi e di origini diverse. Il giudizio sullo stato di educazione alla diversità nel nostro paese è tristemente severo. "La scusa dell'ignoranza rispetto al razzismo è la vera questione. In Italia tuti si giustificano e nulla cambia".
La visione onesta sulla diversità e l'inclusione non è ancora accettabile né accettata dal sistema mainstream.
La presenza di Frida Kiza, unica designer afrodiscendente del Made in Italy presente alla manifestazione, è stata una dei Fab Five di WAMI, rappresentanti del Made in Italy che hanno aperto le sfilate della Milano Fashion Week di Settembre 2020 e Febbraio 2021, prova a rassicurare. La sua collezione racconta le sue due anime, i suoi due paesi, le stampe afro e le linee e i tessuti della grande manifattura italiana.


Dunque le collezioni dei giovani designers hanno tutto e il contrario di tutto consapevoli e sostenibili e in molti casi fortemente orientate alla salvaguardia dell’ambiente e alla riduzione degli sprechi: Francesca Marchisio che trasforma il funzionale in design e i modelli reversibili in oggetti senza tempo, Elementi di Lisa Tigano ha deciso di incentrare la nuova collezione SS22 sul legame tra i sessi, che esiste tra prepotenze che viviamo e parole che sentiamo su tessuti riciclati e tinture naturali estratte dalla frutta, verdura e spezie. Zerobarracento un brand emergente di capospalla gender-neutral impegnato nella promozione della promozione della progettualità zero-waste.

I più giovani si presentano inevitabilmente segnati da questi tempi e le risposte creative sono      diverse.

Casa Preti

Casa Preti

Casa Preti

Ribadisce con forza il mood del momento come Casa Preti per cui “la collezione CASA PRETI primavera estate 2022 è legata alla lettura della società come un corpo, in cui ogni individuo è indispensabile. Un corpo segnato da smagliature, segni indelebili, che nella nostra visione diventano tessuti lavorati a mano, lastre di marmo, dalla modellistica rigorosa. I corpi come i rapporti sociali si allentano e si smagliano ma restano comunque parte del medesimo insieme".

Sogna tempi spensierati non ancora vissuti, i party, il contatto, i sorrisi, la voglia di ballare. “La leggerezza che pensiamo di non poter ancora permetterci” mi dice
Andres Romo, mexicano, elegantissimo in tenuta da cocktail in barca, la cui donna, è omaggiata da tessuti e forme iperfemminili in uno stile a metà tra gli anni ‘50 e gli anni ‘90, eternamente al centro di eventi mondani, spensierata, colorata e leggera.

La evidente tradizione di eccellenza e la collezione affascinante e senza tempo, di Annagiulia Firenze trasportano nel salotto di una donna bella, ricca e consapevole, la mattina dopo la festa. I tessuti pregiati e morbidi, seta, pizzo e velluto accostati in colori dall’intensità eccitante.

Edoardo Gallorini

Edoardo Gallorini

Edoardo Gallorini

Edoardo Gallorini è in Estasi Mediteranea e si vede. Da riprendere parola per parola la sua definizione: “‘Estasi Mediterranea’ è un viaggio in barca a vela, che parte da Venezia e raggiunge le isole Eolie, con destinazione Stromboli, un’isola magica, estraniante, che genera un senso di meraviglia e stupore, di impotenza di fronte alla forza dirompente della natura. E infatti la protagonista del nostro viaggio, stesa sul ponte della barca davanti alla sciara del fuoco, ripensa al concetto di Sublime kantiano, legge i poeti dello Sturm und Drang, mentre il vento muove il suo caftano e il profumo del mare e della crema solare la inebriano”. Il resto è noia.

Roi du lac 

Roi du lac 

Roi du lac rievoca Cuba, abbina bene biker shorts a blazer in chevron di seta, ampie gonne in jacquard da indossare con t-shirt in jersey. Le camicie classiche in seta invece raccontano usi e costumi locali, dalla popolazione, ai cocktail agli animali.

Brava Caterina Moro e il suo giglio di mare il fiore mediterraneo simbolo di resistenza alle difficoltà e gli ambienti ostili, stampate in collaborazione con street artist Lucamaleonte, si racconta su seta e lino grezzo, denim e georgette di poliestere plissettati e areografati.

Feelomena continua la tradizione dell’ispirazione agli stilisti giapponesi minimalisti degli anni ’90 nelle forme e nei materiali (e nei colori basici blu e nero) che non hanno tempo né età. Sexy anche nell’androgino understatement.

Chiara Perrot

Per Chiara Perrot, tessuti leggeri e fibre naturali. Lino, cotone e mussole GOTS impreziosite con grafiche esclusive che rievocano paesaggi esotici e animali “cosmici”.

Ragazze che viaggiavano curiose che quest'anno hanno sognato dal loro laboratorio
come Valentina Poltronieri una giovanissima che ha  percorso un viaggio nell’immaginario per i disegni e tinte ispirati al Marocco.

Altissima qualità e lavorazione dei dettagli per Palmizia swimswear, sia nei bikini che negli interi.

Non può mancare lo streetwear, inevitabile. NTMB con il suo denim riciclato e lavorato, con gli smile, tipici del sapore underground del DNA del brand che da sempre contamina e si mescola con gli altri temi delle collezioni.

CDC e la collezione di impermeabili centopercento sostenibili sono ricerca e visione contemporanea, dedizione alla sostenibilità e al genderfluid.

I loghi e le stampe di MIRA cambiano colore se li fotografi o le illumini, una pacchia. Carichi e lanciatissimi (finalmente) i ragazzi di MIRA Visionary Concept si definiscono "Luxury Streetwear comunicativo” e lo sono davvero.

Barela Jewellery

© KRASNIG--ROBERTA

Per gli accessori, ricercate e leggere le catene di Giulia Barela, componibili e sinuosi gli anelli. Per le calzature solo Lana Volkov da segnalare che propone tacchi da pazzi, mescolando materiali, colori.
Anche aziende produttrici per terzi, per grandi marchi si sono reinventate, creando linee proprie e nuove dimensioni: WASB - When a sneaker becomes, trasforma i materiali delle sneakers di lusso in borse coloratissime dal design contemporaneo, qualità del migliore made in Italy e resistenza. AIM- Hand made in Italy, un progetto elegante in cui le linee si ispirano, in diverse dimensioni, a una borsa vintage degli anni ‘70 il cui manico è un leitmotiv di misurato impatto. Palette pastello e classica adatta ad ogni stagione.

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