Fuori Tempo. Intervista a Thomas Persson

Da pochissimi giorni sugli scaffali delle librerie, un imponente volume ripercorre in 588 pagine la parabola di Acne Paper, proponendo una selezione dei migliori contenuti pubblicati

nei quindici numeri della rivista di culto. Curato, non poteva essere altrimenti, da Thomas Persson – direttore creativo ed editoriale per tutti e nove i suoi anni di vita, dal 2005 al 2014, e suo cuore pulsante –, il libro include lavori di fotografi del calibro di Paolo Roversi e Irving Penn e precede di pochi mesi l’inattesa rinascita della rivista, il cui nuovo numero è atteso per ottobre.

Una doppia pagina tratta dal volume curato da Thomas Persson “Acne Paper”. Le immagini sono state pubblicate sul numero 8 della rivista, uscito nella primavera del 2009 e il cui tema era “Eroticism” (foto Daniel Jackson, styling Mattias Karlsson).

«Il lavoro di selezione è stato particolarmente arduo», racconta il direttore creativo norvegese. «Per una precisa scelta editoriale, molte delle storie pubblicate su Acne Paper erano slegate dall’attualità, motivo per cui, a distanza di anni, non hanno perso il loro smalto, anzi. Ho sempre trovato soffocante “l’ossessione per il nuovo” che caratterizza gran parte delle riviste di moda, e terribilmente limitante dover dar spazio quasi solo a personaggi, libri e mostre del momento», aggiunge. «Di Acne Paper ho voluto fare invece un porto sicuro per idee e storie “apolidi” che, vuoi per le tematiche trattate, vuoi per il formato inusuale, difficilmente avrebbero potuto trovare ospitalità sulle pagine delle riviste convenzionali». Due esempi per tutti, entrambi confluiti nel nuovo volume: le (ventidue!) pagine che nel numero 13 Persson consacra al tema del corpo nei dipinti di Rubens; oppure le sontuose riproduzioni di arazzi del XV secolo raffiguranti le gesta di Alessandro il Grande, che aprono e chiudono il numero 7. «Nata come emanazione di un brand di moda svedese noto allora col nome di Acne Jeans», spiega Persson, «la rivista, lungi dall’essere stata un progetto di comunicazione aziendale, ha goduto fin da subito di totale autonomia: un’oasi di libertà assoluta, la cui unica missione era creare attorno al brand un vivace universo creativo, popolato di grandi nomi così come di talenti totalmente sconosciuti».

(Continua)

Leggete l'articolo integrale sul numero di luglio di Vogue Italia, in edicola dal 6 luglio

Related Articles