Regina Elisabetta: quel giorno in cui licenziò la tata di Carlo

Il rapporto tra la Famiglia Reale e le sue "tate" è sempre stato speciale: le istitutrici sono figure rispettate, onorate e apprezzate, veri e propri

membri aggiunti dei royals con cui continuano a intrattenere un rapporto per tutta la vita. Per tale ragione sono scelte accuratamente, selezionate non solo per curriculum ma anche per spirito e umanità per creare un clima disteso e informale  all'insegna del reciproco rispetto e dell'adeguata discrezione. Ma la storia tra le tate e la Royal Family è sempre stata segnata da ottimi rapporti? La risposta è: no.

William, George, La Regina Elisabetta II e la tata Maria Teresa Turrion Borrallo

© Chris Jackson

Come infatti si legge nel libro Long Live the Queen! dell'esperto di monarchia Bryan Kozlowski c'è stato un caso in cui una tata è stata licenziata direttamente dalla Regina Elisabetta II definita come furibonda. Il motivo? Un pudding speciale. La tata in questione era quella del Principe Carlo e si dice provasse una sorta di piacere sadico a mettere in difficoltà i cuochi della monarchia con le sue richieste sempre più esigenti. Un'eccesso di "protervia" che però le costò il posto.

Harry, William e la tata Ruth Wallace

© Julian Parker

Nel libro si racconta infatti che la Regina fece esplicita richiesta, un giorno, di inserire nel menù un pudding speciale peril Principe Carlo che, all'epoca dei fatti, aveva otto anni.  La tata decise di sua spontanea volontà di cancellare il dessert dal menù di fatto ponendosi al di sopra del volere della sua datrice di lavoro che, occasionalmente (o forse anche no) era anche la Regina di Inghilterra.

Charles e Richard , duca di Gloucester 

© Central Press

Si dice che il gesto scatenò la furia della Regina (nessuno si può permettere, ieri come oggi, di "tirare una riga" sulle volontà di Sua Maestà) che licenziò in tronco la tata. Anche se, siamo quasi sicuri, la rabbia di Elisabetta II non proveniva dall'affronto fattole come Regina, ma da quello fattole come mamma. E quello non si può tollerare. Mai. 

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