Schiaparelli presenta la sua terza collezione di prêt-à-porter per la primavera estate 2021
"Nei periodi di crisi, la moda è sempre
Guadare i fiumi del Surrealismo è come immergersi in un sogno a occhi aperti. Il tempo si fonde nella struttura metallica di un orologio da taschino, si scioglie sotto il sole a forma di rosa di un deserto onirico e immaginario. Uomini piovono dal cielo e amanti si baciano attraverso il velo delle loro bugie, senza mai guardarsi in faccia. Quest'ultima è una mela, una colomba per René Magritte, un paio di baffi all'insù che sconfiggono la gravità sul volto di Salvador Dalì, è una maschera d'oro liquido sulla bocca e occhi di bronzo smaltato nella moda Schiaparelli disegnata da Daniel Roseberry.
© Courtesy Schiaparelli
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Il direttore creativo della maison fondata da madame Elsa si spinge oltre i confini della sua visione eccentrica per approdare in una realtà dove il mondo si ferma, dove l'uomo è preda di una natura che non conosce, di una nuova paura, con delfini nei canali, montoni nei borghi medievali, aironi che mutano il segnale radio formando nidi nelle antenne paraboliche. La distopia da romanzo à laOrson Welles è quotidiana e cercare l'eccesso è un gesto reso inutile da tanta incredibilità.
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Ecco quindi che il vestire Schiaparelli della primavera estate 2021 opta per l'essenzialità formale. Il taglio è ampio e leggero, assorbe l'aria e la sua freschezza diventando un mezzo olistico e sensoriale. Il tailleur è morbido, sartoriale, con pantaloni in fresco lana di peso tropicale; l'abito è corto, d'ispirazione ibrida fra l'aplomb pin-up e l'universo marinaresco in maglieria intarsiata in rayon drappeggiato; la sera è scura e ricca di giochi di ombre e movimenti che si riversano in design a torsione alta in crepe di lana. A coprire il tutto, un trench sottile di camoscio nero. Le sfumature si allontanano dalla palette shocking e psichedelica della couturière per abbracciare un cromatismo nude e versatile. Bianco ottico e marrone fulvo, guscio d'uovo e color seppia, un pizzico di curcuma e nero liquirizia, glassando la stagione con un tocco di melograno.
© Courtesy Schiaparelli
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Elemento di contrasto in questa apparente semplicità è la presenza del dettaglio, voce artistica della mise ed eco dell'estetica stravagante delle origini. Il blazer monopetto è candido ma con figure di rotondità fluttuanti alla Gauguin, dipinto sul petto con seni stilizzati che omaggiano il corpo e la sua inesauribile bellezza statuaria; il capezzolo è un bottone d'oro lavorato a guisa dell'oreficeria minoica, il collo a nastro con fiocco della blusa in seta è un metro da sarta con tacche gialle, la camicia si unisce simbioticamente al guanto, profilando le unghie con toppe di tessuto.
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Onnipresente lo splendore del monile, che è monumento alla fisicità, all'imponenza di un naso, alla sensualità delle labbra e allo sguardo enigmatico di un'occhio fisso e senza espressione. Il gioiello è un chirurgo estetico con manie di ricomposizione gotica che attacca narici ai lobi delle orecchie e si diletta a creare un puzzle mostruoso e sublime di parti del corpo scombinate ma sorprendentemente armoniche. I piedi si decorano di anelli sovradimensionati che coprono le dita nella loro interezza, mentre sul collo lo zodiaco di aragoste, lucchetti ed elefanti di Elsa si condensa sotto forma di collana.
© Schiaparelli
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Completano la collezione le borse, quadri e non accessori, microcosmo mentale e personale della femminilità che vi racchiude i suoi segreti. Per questo, una verità tanto complessa come quella dell'essere donna non può contenersi in un oggetto minimale, spoglio, privo di carisma. Daniel Roseberry la tramuta in forziere con un lucchetto che funge da clip di apertura - è il modello Secret in nappa trapunto - gli dà un volto con inserti fisionomici dai tratti massicci e quasi tribali, la suggella con il particolare di un metro a nastro, celebrando l'esperienza olfattiva del profumo Shocking creato dalla maison nel 1937.
© Courtesy Schiaparelli
La primavera Schiaparelli è un desiderio di versatilità e di rinnovata leggerezza, sintomatica di una voglia potente di vestirsi con capi che trascendano il passare degli anni e l'imposizione di nuove tendenze. Daniel Roseberry crea così una collezione oltraggiosa perché essenziale, provocatoria perché si ancora a terra mentre le circostanze volano per aria, pensa a chi indossa, non a ciò che deve essere indossato. È la moda così come voluta da Elsa stessa: è l'arte che si fa specchio, critica e cura ai drammi del suo tempo.