Hailey e Justin Bieber: l'intervista di Vogue Italia

Due anni fa si sono scambiati gli anelli in un municipio newyorkese, in segreto. Qualche mese dopo (il 30 settembre 2019) hanno detto nuovamente “sì”

in una chiesa della Carolina del Sud, al cospetto di amici e familiari. Oggi, lo sposo Justin Bieber bacia la sposa Hailey Baldwin sulle pagine di Vogue, per il loro terzo anniversario, e lo fa davanti al mondo intero.

Lui ha 26 anni. Lei 23. Sono politici, questi ragazzi. Cristiani praticanti che hanno spesso fatto consapevole strage della loro intimità: le ferite, le separazioni, le guerre mentali di lui e quelle d’amore di lei, i sensi di colpa portati in dote dall’educazione religiosa, gli errori. Persone di spettacolo ma soprattutto persone. Bersagliati sui social. Odiati e adorati. Minuscoli nella loro grandezza. Seduta sul divano grigio della loro casa a Los Angeles, Hailey parla del loro amore ed è raggiante nel sole del mezzogiorno, mentre lo yorkshire Oscar abbaia vicino alle vetrate fronteggiando chissà quale nemico là fuori. Sulla parete c’è un quadro con una scritta nera su fondo rosso, probabilmente un’opera di Banksy. Ci sono scritte tre parole soltanto.  I LOVE YOU.  

Baciarsi davanti a una fotocamera, di fronte al mondo, cosa significa per voi?

È stato difficile per me capire come portare avanti una relazione così, vissuta sotto gli occhi di tutti. Ma arriva il momento in cui devi accogliere la realtà, e ammettere chi sei. Per molto tempo non ci son riuscita: non lo baciavo in pubblico, non amavo l’idea che ci osservassero in certi momenti. Ma ho capito che è una battaglia che alla lunga, al posto di proteggerti, ti sfinisce. Il fatto è che ci amiamo. E non c’è proprio nulla da nascondere.

Sentite di avere un dovere, un ruolo?

Siamo due persone che lavorano sodo per avere una relazione sana. E vogliamo essere di esempio, e d’ispirazione, affinché le persone in tutto il mondo diano il giusto valore alle relazioni sane.

Tra voi sembra scorrere una sensualità che non s’era mai vista, più completa, più scura, più carnale.

Siamo diventati adulti. Anche se molti ci vedono ancora come eterni teenager, Justin in particolare. Invece siamo un uomo e una donna sposati, impegnati, e a proprio agio con la loro sessualità. Lo siamo come singoli individui e di conseguenza lo siamo assieme. La nostra chimica nasce da queste consapevolezze private e profonde.

Nella campagna Versace insieme a Bella Hadid lei è sexy e allusiva. Si sente in colpa per questo?

Mi sento bene, mi sento donna, abbraccio il mio corpo e la mia femminilità. Non ci vedo nulla di male.

Hailey indossa un abito di latex, collant e pumps “Kika” in vernice allacciate alla caviglia. Justin veste pantaloni di lana e cashmere. Tutto Saint Laurent by Anthony Vaccarello. Foto Eli Russell Linnetz.

Cos’è tabù per lei?

Nulla. Ciò che è inconcepibile per me potrebbe non esserlo per un altro essere umano. Primo: non giudicare.

Il linguaggio di una certa fotografia erotica, lo insegnava Newton, prevede l’elevazione della donna. A suo avviso, in questo servizio per Vogue Italia è accaduto?

Assolutamente sì. Il senso di questi scatti si traduce nel gesto di un uomo che celebra la sua donna. C’è Justin Bieber, mio marito, che si mette al servizio della mia femminilità e la potenzia, regalandomi una piattaforma per sentirmi forte, sexy e tosta. Socialmente, è da troppi anni che gli uomini se ne stanno impettiti sul loro piedistallo. È tempo che tutto questo venga sovvertito.

Un processo al quale la moda partecipa con costanza: si pensi all’estetica fetish, alla messa in scena del dominio femminile.

E non a caso io sono un’amante del latex. Quando lo indosso mi sento sexy, sfrontata.

Justin come le chiede di essere?

Mi ama al naturale, senza trucco, con i capelli che ho quando mi sono appena alzata da letto. È bello il fatto che un uomo sappia restituirti questa immagine di te, perché percepisci la connessione potente che lega tutto quanto.

E lei gli ha mai chiesto di essere più classico, più maschile?

Lascio che segua il suo istinto. Se mi domanda un’opinione sono sincera, altrimenti non intervengo. Justin non si veste “per me”, così come io non mi vesto “per lui”. È pura espressione di se stessi.

Come sintetizzerebbe i vostri ruoli nella sfida dell’amore?

Io sono quella che “pensa”, lui è quello che “sente”. Io sono logica, lui emozionale. Lui è un artista e io una pensatrice, e quando risolvo un problema lo faccio sempre con la mente. Col tempo mi sta aiutando a tirar fuori le emozioni e io lo aiuto a essere più analitico. Anche questo bilanciarsi delle anime è sensuale.

Che uomo vede davanti a sé?

Un uomo che sta maturando, e lo sta facendo di fronte al mondo. Credo che nessuno si sarebbe aspettato che fosse in grado d’impegnarsi così giovane. Magari qualcuno penserà che si è ammorbidito, che è diventato noioso, ma semplicemente non è più la persona che era. Vuole cose diverse, e se il pubblico non lo capisce, che vadano tutti a quel paese. Da moglie preferisco che sia felice e che stia bene, piuttosto che faccia l’alternativo per soddisfare le aspettative altrui.

È venuto il momento di diventare genitori?

La cosa strana è che ho sempre voluto avere figli presto, ma ora che sono sposata ne sento meno l’urgenza. Sono una ragazza ambiziosa e con molti progetti. Accadrà, ma non adesso.

Che progetti ha in mente?

Uno di business nel campo del beauty, che spero veda la luce entro un paio d’anni. E poi sto lavorando a un documentario sull’impatto dei social media sulla salute mentale delle persone, dal bullismo all’ansia. Sarà pronto l’anno prossimo.

E Justin?

Uscirà presto un nuovo disco. Ma non mi chieda quando perché sennò quelli del suo entourage mi strozzano.

La gente fa il tifo per voi o contro di voi?

Siamo tutti danneggiati dalla vita e viviamo in una società in cui è raro vedere due persone stare insieme e stare bene, in modo funzionale. Sento che intorno c’è molta più gente contro il nostro amore, piuttosto che a favore. Non ci credono. Non credono che durerà. Ma lascio che sia, non voglio preoccuparmene. Per ora siamo noi due, e insieme abbiamo superato i sensi di colpa e di vergogna che una certa educazione evangelica basata sulla paura ci aveva inculcato. Ci accettiamo, ci sosteniamo, non ci giudichiamo, non pensiamo di dover diventare perfetti. Ci liberiamo l’un l’altra, con amore. Finalmente. 

Vogue Italia è in edicola dal 6 ottobre

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