Le ossessioni di Helmut Newton: le scarpe

Com’è noto Helmut aveva una vera ossessione per le scarpe con i tacchi. Con tutta probabilità l’aveva maturata nella Berlino prima della guerra. So che,

seppur giovanissimo, aveva frequentato la scena fetish della città, dove forse aveva avuto modo di mettere a fuoco la sua fascinazione per la figura sadomaso della donna dominante, o “dominatrix”. E, va da sé, con questa passione scoprì inevitabilmente anche quella per le scarpe con il tacco alto, che con la prima va a braccetto! 

Nella sua fotografia, le scarpe svolgono la funzione di piedistallo: servono a elevare la donna al rango di icona carnale, contribuendo a sacralizzarla. Ma soprattutto, con quel loro carattere fetish, servono a eccitare la fantasia dello spettatore. Nessuno come lui ha saputo dimostrare che una donna nuda con le scarpe è, paradossalmente, una donna ancora più nuda. 

Helmut Newton, dallo shooting “High and Mighty”, pubblicato su “Vogue” Usa nel 1995, protagonista la modella Nadja Auermann.

© THE HELMUT NEWTON ESTATE / MACONOCHIE PHOTOGRAPHY.

Ricordo di avergli detto un giorno, durante un pranzo, quanto stupefacenti fossero per me i suoi enormi nudi di donna, e di avergli fatto i complimenti per quella nudità perfetta potenziata dal tacco alto. Mi rispose che era un vero peccato che non ci fossimo incontrati prima di scattare quelle foto perché, dal suo punto di vista, non erano immagini pienamente riuscite. «Nessuno ha osato dirmelo, ma io non ho problemi ad ammetterlo a me stesso: quelle foto non sono venute bene come lei dice. La colpa è delle scarpe: non sono scarpe che spogliano, come avrei desiderato, bensì scarpe che, per quanto su una superficie esigua, coprono... Quando le capita di rivedere le fotografie, ci faccia caso e mi faccia sapere».

Ed è vero, aveva assolutamente ragione: non solo non “svestivano”, quelle scarpe non erano ne- anche poi così belle. Ma l’impatto dell’immagine, nel suo complesso, è così potente, il corpo di quella modella così forte, che a quelle scarpe non si fa poi molto caso.

Da Vogue Italia, n. 841, ottobre 2020

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