Chi: 35 studentesse e studenti di alcune scuole superiori di Bologna. Cosa: una collezione di streetwear progettata con cuore e passione. Si chiama B-Switch ed
Per promuoverla e farla conoscere, oltre al crowdfunding (su School Raising, la prima piattaforma in Italia dedicata esclusivamente alla promozione dei progetti delle scuole), una vera sfilata in programma per il 17 OTTOBRE al Parco del Dopolavoro Ferroviario. Contemporaneamente, per mettere in evidenza la natura street e decisamente poco convenzionale dell'iniziativa, è stata organizzata da Bologna Stickers l'affissione dal vivo dei poster arrivati in risposta alla Call for Artist sul tema “B”, da B-Switch.
© MICHELE LAPINI
Ma com'è nata la collezione B-Switch? Dalla scelta di partecipare a Freewear Academy (corso complementare alla formazione scolastica e riconosciuto a livello di frequenza) al lavoro nelle tre summer school in affiancamento ai professionisti dei vari settori coinvolti nella produzione fashion, dalla sperimentazione di forme, linguaggi e materiali, fino alla collaborazione nei diversi gruppi di lavoro, il tutto passando attraverso il lockdown: finalmente oggi l'esperienza dei 35 studenti arriva alla fase più importante.
Il lavoro di questi mesi comprende anche il logo, una strategia di comunicazione e un video che sarà usato per lanciare la campagna, sempre ad opera dei partecipanti affiancati da grafici ed esperti di comunicazione e dalla Factory Video Undervilla.
Il progetto parla di creatività genderless, di bosy positivity, sostenibilità e realtà locali. La “B” di B-Switch infatti sta per “Bolognina”, la zona di Bologna (Quartiere Navile), simbolo della multiculturalità e del fermento creativo del capoluogo emiliano romagnolo, a cui la linea è ispirata. Mentre “switch” viene direttamente dal verbo inglese che significa “cambiare”, ma significa anche “interruttore”. Perché niente in questa collezione è prestabilito e definitivo: i capi possono ridefinirsi e modificarsi in base a come vengono indossati, adattandosi all’identità di chi li sceglie.
© MICHELE LAPINI
I PROTAGONISTI
Primi tra tutti più di trenta studenti del CIOFS, dell’ITC Rosa Luxemburg, dell'Istituto Professionale Statale Aldrovandi Rubbiani, dell’ente professionale CNOS e del Liceo Leonardo da Vinci.
Il capofila del progetto Freewear Academy – Design Moda e Culture Urbane è il CIOFS FP/ER, ente di formazione per ragazzi 15-18 e adulti occupati e non, presente in 13 regioni italiane con 61 sedi operative o centri di formazione (www.ciofser.org).
Il coordinamento è di BAUMHAUS, cooperativa sociale con sede a Bologna, che riparte dalla cultura e dalla creatività per permettere alle nuove generazioni di riappropriarsi del presente e delle opportunità.
© MICHELE LAPINI