L'edizione primavera estate 2021 della Rakuten Fashion Week di Tokyo, come nel caso della precedente, si è tenuta sfruttando ampiamente i mezzi digitali in considerazione della pandemia globale. Il formato però
Ecco la selezione dei più interessanti secondo Vogue Talents.
Tac:tac, brand di Takaaki Shimase, ha proposto una collezione unisex caratterizzata da una decisa stratificazione, elemento che ricorre spesso nelle varie stagioni. I tenui colori pastello delle camicie e dei soprabiti sono accompagnati da un delicato effetto dégradé scelto per il denim leggero dagli orli sfrangiati. Le silhouette sono tutte molto morbide e rilassate, cosa che viene accentuata da questo costante gioco di sovrapposizioni, con il quale vengono mixati anche i tagli ispirati alla tradizione orientale e occidentale.
Il duo formato da Takeshi Osumi e Yuichi Yoshii di Mistergentleman rivoluziona sempre i capi dell'abbigliamento maschile attraverso una loro scomposizione e conseguente ricomposizione secondo dei parametri del tutto nuovi. Il risultato sono degli ibridi nei quali le varie componenti, pur avendo una differente origine, sono in totale armonia tra loro: le maniche sono un accessorio rimovibile grazie a una cinghia che le tiene insieme, mentre le camicie e le felpe sono decorate dalle tasche di un bomber o sono frutto della commistione tra fantasie unite insieme in modo letteralmente trasversale.
La collezione di The Reracs, brand di Naomi Kurahashi è una sofisticata reinterpretazione di un guardaroba essenziale e lineare, pensato sia per la donna che per l'uomo. I volumi sono over senza che però questo disturbi le silhouette molto eleganti. I completi e i soprabiti sono tutti sovradimensionati e proposti in una palette di toni neutri, ma grazie al taglio impeccabile il risultato è assolutamente raffinato, pur nella sua semplicità.
Il mondo paradossale di Masayuki Ino è una costante diverente e stravangante in tutte le stagioni di Doublet. Anche in questo caso le sue proposte sono state interpretate da una gamma di personaggi individuabili attraverso le scelte dei look, in questo caso indossati da un'orda piuttosto ordinata di zombie che, a fine sfilata, hanno "mangiato" il designer, uscito a salutare il pubblico. Questi personaggi sono persone comuni, ma di certo non ordinarie, che indossano le proprie "divise" quotidiane con la tipica nonchalance di un non-morto.
De_Caffeine Homme del designer Avizmo Jo esplora l'abbigliamento sartoriale maschile per stravolgerlo, pur mantenendone intatta l'eleganza. Le giacche doppiopetto perdono le maniche diventando simili a delle cappe o, accorciate nella lunghezza vedono l'abbottonatura venire meno in favore della cintura di una vestaglia. I completi quindi mantengono le fantasie classiche come il gessato e partono da una costruzione tradizionale, per poi essere travolti da un approccio moderno e innovativo.
Kaiki, brand di Kaiki Iio, rievoca atmosfere del passato reinterpretando abiti che sembrano provenire da epoche lontane, seppur con un'attitude quotidiana. Sembra infatti che ogni look sia una rivisitazione di ciò che il popolo indossava nei tempi passati. Il tutto si traduce in proposte dalle silhouette rilassate e caratterizzate da sovrapposizioni, in cui il colore rappresenta un accento a contrasto: tradizione storica e modernità contemporanea convivono perfettamente.
Naohiro Fujisaki con il suo brand Meanswhile esplora l'activewear declinandolo in modo da renderlo più vicino a un abbigliamento casual e più facilmente indossabile. Il tessuto tecnico è quindi il materiale principalmente usato per windbreaker, soprabiti e bomber, ma anche per pantaloni morbidi e duvet. Ai colori neutri si contrappongono accenti di viola e arancione che creano contrasti, spesso nella forma di manicotti removibili, fermati da una cinghia. Ad accentuare il concept utility le harness-bag e i bucket hat che integrano un'utilissima mascherina, oltre che dei pannelli per proteggersi dalla pioggia e dal sole.
Uno scenario bucolico ha fatto da sfondo alla sfilata di Base Mark, brand della designer Shiho Kaneki, che ha deciso di presentarla sotto un frutteto. I capi apparentemente semplici nascondono dettagli sorprendenti: la maglieria viene decorata da cut-out geometrici sulle spalle o sulla schiena; mentre i trench e le gonne sono realizzate con bande sfrangiate di tessuto unite insieme e intervallate a sezioni con intrecci di lacci da trekking. Un'enfasi sull'ispirazione campestre è sicuramente legata all'uso delle stampe check e a scacchi che ricordano le tovaglie di un pic-nic. Così sono realizzati top e abiti ripresi sui fianchi con drappeggi e nodi che creano un contrasto con la parte più sartoriale della collezione.
Per la collezione primavera estate 2021 di Facetasm, Hiromichi Ochiai ha deciso di partire dallo sportswear, utilizzandolo come base su cui costruire i suoi intricati look. Le creazioni del designer sono infatti sempre frutto dell'intersezione di più capi che vengono composti insieme, come in un patchwork tra diverse componenti. Le tracksuit hanno sicuramente un ruolo centrale, trasformandosi in completi sia da uomo che da donna grazie al ricorso a elementi dell'uno o dell'altro guardaroba: le tasche e il collo di una giacca nel primo caso e i pannelli plissé e trasparenti nel secondo. Le costruizioni così complesse sono però sempre armoniche, oltre che moderne, in pieno stile Ochiai.
Requal di Tetsuya Doi ha presentato una collezione che ne riassume perfettamente il DNA. Anche in questo caso le costruzioni sono ardite, ma hanno come punto di partenza il mondo sartoriale. Il completo infatti viene capovolto, destrutturato, reso ipertrofico e implementato con l'aggiunta di elementi in eccesso che si ripetono. Il risultato è certamente scultoreo così come molto teatrale, mettendo in scena un vero e proprio spettacolo, fatto di silhouette indimenticabili.
Infine il duo formato da Yohei Oki e Miriam Sanz Fernandez del brand Shoop ha chiuso l'ultimo giorno della fashion week con una sfilata accompagnata da un energico sound tra il punk e l'elettronico. Anche i capi richiamano il mondo delle subculture reinterpretandole però in modo contemporaneo: le maxi hoodie sono doppiate con un tessuto semitrasparente e sono abbinate con pantaloni tagliati verticalmente lungo la gamba e poi decorati con un effetto “spillato”, a volte ottenuto con cuciture a contrasto. Particolarmente interessate l'utilizzo di micro volant che creano, in un gioco di illusioni ottiche, un finto patchwork in denim.