Il punto di vista di Casa Vogue. La Heritage Collection di Gianni Cinti

Ci voleva  un designer come Gianni Cinti, che va e viene dalla moda, ma da sempre si confronta con varie forme di creatività, per interrompere

quel cortocircuito che vuole Rosenthal legato esclusivamente alla vicenda del Bauhaus, quantomai straordinaria, ma non unica nella lunga tradizione del marchio.

© StephanGeiger.de

Tuffatosi dunque nell’archivio del brand bavarese, Cinti ne è riemerso portando con sé tre suggestioni scelte fra le meno note di Rosenthal che ha letto e interpretato traendone ispirazione per altrettanti decori. Del resto, per le aziende che ne possiedono uno, lasciare inattivo un archivio storico vuol dire precludersi importanti e oggi fondamentali spunti per rinnovare e potenziare il proprio catalogo.

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Quantomai positive sono allora operazioni come questa in cui un designer contemporaneo sa fare propria la tradizione senza però stravolgerla. Ecco dunque la Heritage Collection: nome perfetto per definirne senza tanti giri di parole il concept. Elemento comune ai tre decori, apparentemente diversi tra loro, è l’oro.

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Midas, declinato sulle forme dello storico servizio Sansouci, il secondo realizzato da Rosenthal e smerlato ancora manualmente, è composto da foglioline grafiche tono su tono (bianco su bianco) e oro, omaggio al re di Frigia. Turandot infine fa proprio il gusto orientalista tanto  diffuso ancora a fine Ottocento, con peonie, foglie di bambù, ginkgo e libellule dorate. Dinasty è un funambolico mix di decori, un sovrapporsi di immagini pescate dall’araldica, così come dal Rinascimento e dall’Arte Nouveau.

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