Libri 2020: storie di coppie italo-americane, favole per neo genitori, incredibili avventure di piante viaggiatrici, racconti veri dalla Silicon Valley e il ritorno di Marie
Divano, plaid, tazza di tè, gatto (facoltativo): l'assetto per i pomeriggi di lettura quando fuori fa freddo/piove/c'è il lockdown è questo. Certo, manca l'ingrediente fondamentale, ovvero un buon libro. Ecco allora qualche consiglio dalla redazione di Vogue.it per distrarsi, imparare qualcosa, immergersi in un mondo che non è il nostro (che alla fine dei conti è sempre la migliore terapia per sollevare il morale) ed esercitare quel muscolo che web e social network ci fanno trascurare: la concentrazione.
1. “Mai stati così uniti”di Simona Siri con Dan Gerstein (TEA)
Volete una visione in presa diretta e dall'interno dell'America in questo preciso e complicatissimo momento storico? In un racconto che vi faccia sorridere, riflettere, commuovere? Avete in mano il libro giusto e lo capite subito grazie al sottotitolo: “Cosa ho capito dell'America litigando con mio marito americano”. La moglie in questione, nonché italianissima autrice del libro è Simona Siri, giornalista e scrittrice, trapiantata in America da 7 anni. Il marito, nonché americanissimo co-autore, è Dan Gerstein, analista politico e ghostwriter. Insieme ci raccontano il loro amore - che ogni giorno esce corroborato dal sottostante e permanente clash of cultures che caratterizza inevitabilmente l'unione di un'italiana e di un'americano - e ci offrono una bussola per capire Trump, la pandemia,Black Lives Mattere tutte le questioni che agitano il Paese. Si va dallo spassoso racconto della prima colazione - in cui Dan osserva Simona che immerge i biscotti nel caffellatte con orrore, come se lei facesse sacrifici umani - a quello dello shopping - in cui Dan trascina Simona in una maratona di 8 ore alla ricerca di un giaccone invernale e dopo averla sfiancata con l'analisi meticolosa di molti capi (composizione, provenienza, mano d'opera, etc. etc.) torna a casa mani vuote. Gli americani, le spiega, sono abituati a prendere decisioni razionali, non certo dettate dall'impulso del momento. Fino ad arrivare ai temi che scottano, e in cui davvero una coppia rischia di bruciarsi: quelli politici e sociali. Ma qui, quando si arriva all'essenziale, a temi come diritti e libertà, per fortuna Simona e Dan riescono a trovarsi d'accordo (anche se dopo svariate e parecchio estenuanti discussioni). Un esempio è il nodo della sanità pubblica. Nel 2014, a New York, Simona scopre di avere un tumore al seno: all'epoca senza Green Card né assicurazione sanitaria è costretta a tornare a Milano per curarsi. “Tra tutte le follie di un Paese grande e complicato come gli Stati Uniti, il sistema sanitario privato è una di quelle di cui non riesco a farmi una ragione", scrive, “la più folle e lontana dal nostro modo di pensare italiano, per cui il diritto alla salute è un diritto universale e inviolabile, fa giustamente parte dei diritti civili”. Dan ci mette parecchio a farsi convincere ma ora, finalmente, concorda con sua moglie: “Simona ha perfettamente ragione: la nostra sanità è contorta, inefficiente, carissima e mostruosamente ingiusta”. Non finisce qui, naturalmente: ci sono sempre Trump, la credit history (storia dei debiti personali) che ogni cittadino americano si porta dietro e il rapporto con il denaro profondamente diverso da un lato all'altro dell'oceano Atlantico. E poi, la crisi degli oppioidi, l'eterna dicotomia New York-Los Angeles, la passione per il gambling, la terapia di coppia, il Covid-19. Infine, i figli. C'è un dolcissimo finale a sorpresa che non vi raccontiamo ma che vale assolutamente la pena scoprire.
Simona Siri e Dan Gerstein, autori di “Mai stati così uniti” (TEA) con Ella Mae e Ugo il Jack Russell
Mai stati così uniti (TEA)
2. “La valle oscura”di Anna Wiener (Adelphi)
Ancora fatti e misfatti d'America, questa volta però dal lato dell'oceano Pacifico. Siamo della Silicon Valley e dopo Douglas Coupland negli anni 90, il disagio degli ex “microservi” ora divenuti lavoratori digitali, ha trovato un posto tra i libri del 2020 e una nuova voce in Anna Wiener che, dopo aver lavorato per anni in molte startup della Valley, scrive adesso per il New Yorker e si occupa del film tratto dal suo libro. Se le domande su cui vi arrovellate coprono lo spettro che va da “cosa succede davvero nelle start up?” a “perché immagazzinano dati personali?” fino a “perché interagisco con i miei simili solo via messaggi digitali?", siete nel posto giusto. Ecco un'anteprima della risposta di Anna Wiener alla prima questione: “Il lavoro si era incuneato nella nostra identità. Noi eravamo l'azienda, e l'azienda era noi”. Fa paura, vero?
La valle oscura (Adelphi)
3. “Le incredibili avventure delle piante viaggiatrici”di Katia Astafieff (add editore)
Se in questi mesi di confino obbligato o volontario vi siete appassionati alla flora domestica, ai fiori da balcone e ai cactus decorativi, sappiate che le piante sono molto più avventurose e selvagge di quanto noi umani possiamo lontanamente immaginare. Katia Astafieff è una biologa che dirige i Giardini Botanici dell'Università della Lorena, in Francia, e che è fermamente determinata a dimostrarci che le creature verdi che siamo soliti considerare inanimate sono esploratrici, nomadi, capaci di attraversare il mondo pur di sopravvivere e prosperare. Per esempio, l'umile rabarbaro ha vissuto nei secoli una vera epopea: è arrivato in Europa dal Tibet ed è stato “scoperto”, neanche fosse il concorrente di un talent show, da Simon Pallas, inviato dall’imperatriceCaterina II a esplorare gli angoli più remoti del mondo. Anche la più nobile peonia viene dall'Asia, e precisamente dal giardino di un principe, e fu “deportata” in Occidente da un botanico eccentrico, Joseph Rock. E ancora, la storia del fiore più grande del mondo, la rafflesia, è piuttosto appassionante. Ok, siete pronti a cambiare per sempre il vostro modo di guardare le piante?
Le incredibili avventure delle piante viaggiatrici (add editore)
4. “Storie per genitori appena nati”di Simone Tempia (Rizzoli)
Simone Tempia, che da molti anni scrive per Vogue.it, ed è anche l'autore della fortunata mini-saga dedicata al maggiordomo Lloyd, ha voluto dedicare adesso il suo tempo (scarso e prezioso, come quello di tutti i giovani padri) e le sue storie a chi come lui ha da poco avuto un figlio. Genitori alle prime armi, spaventati per non dire terrorizzati, preoccupati di sbagliare di fronte a pianti indecifrabili, febbri improvvise, notti senza sonno. Ma “la paura”, scrive l'autore, “non è che un esercizio di fantasia”, perciò l'antidoto più che nella razionalità sta nell'immaginazione che, alla fine dei conti, non è altro che coraggio. E così, per affrontare i timori e tremori neo-genitoriali, Simone Tempia offre ai suoi pari favole da grandi che affrontano le tappe dell'avere un figlio con la grazia leggera delle storie della buona notte, offrendo il genere di conforto che è l'equivalente adulto di un orsacchiotto di pelo. Perciò forza, fatevi sotto: troverete una soluzione poetica a ogni più prosaico problema, dai primi dentini ai primi passi, dalla scelta del nome (ahi, ahi) a quella del pediatra. Non siete soli!
Storie per genitori appena nati (Rizzoli Lizard)
5. “Lavorare con gioia”di Marie Kondo (Vallardi)
Fermi tutti.Marie Kondois back. Dopo averci insegnato ad arrotolare i calzini, le magliette e tutto il resto per avere cassetti e armadi a prova di ispezione militare, la guru giapponese dell'ordine domestico ha applicato la sua saggezza al lavoro, o meglio allo smart working, che vede gran parte di noi alla prese con improvvisate e improbabili postazioni casalinghe. Che ci piaccia o no, è lì che passiamo la maggior parte del nostro tempo, perciò vale la pena sentire le idee (spesso geniali) di Marie e capire se possono tornarci utili. Per questo libro si è fatta aiutare da Scott Sonenshein, uno psicologo esperto di organizzazione del lavoro. Insieme hanno stilato una lista di consigli per raggiungere un obiettivo davvero ambizioso: essere contenti anche mentre lavoriamo. Come? Iniziando a tagliare i rami secchi ovvero l’enorme quantità di tempo ed energie che sprechiamo in attività inutili e frustranti solo apparentemente inevitabili e incasellandola in comparti ben organizzati. Insomma, si comincia con l'organizzazione fisica della scrivania per proseguire con la sistemazione del comparto digitale: email, cloud, documenti condivisi, messaggi, chat… Facile? Per niente. Ma vale la pena tentare.
Lavorare con gioia (Vallardi)