Oltre alla classica uva a bacca bianca tipica del prosecco - la Glera - qui ci vuole un pizzico di Pinot Nero, quello stesso che
L’azienda si trova nell’area DOCG del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, tra le colline della Marca Trevigiana. La villa Sandi, sede operativa, è un edificio bellissimo in stile palladiano risalente al 1622, circondata da vigneti dove si produce anche un Cartizze DOCG eccellente, che Villa Sandi propone nella versione brut, indicata ad accompagnare l’intero pasto.
A fare da traino alla nascita del Prosecco Rosé è stato il desiderio di una bollicina rosa da parte degli amanti del Prosecco. Un interesse dimostrato da un pubblico internazionale soprattutto femminile. Villa Sandi si è occupata quindi all'interno del Consorzio della variazione al disciplinare di produzione, condizione necessaria per riportare in etichetta la denominazione di origine controllata, approvata lo scorso maggio.
La risposta dei buyer internazionali è stata tempestiva e positiva. In pochi giorni Villa Sandi ha venduto tutto il Prosecco Rosé ottenuto dalla vendemmia 2019 ancora prima di essere imbottigliato. I Paesi che si sono dimostrati più sensibili al nuovo Rosé sono gli stessi che hanno innescato il boom internazionale del Prosecco, in particolare Regno Unito, Stati Uniti e Nord Europa.
La nuova bollicina rosa, come dicevamo, è frutto del matrimonio tra due vitigni: la varietà autoctona trevigiana Glera, con cui si produce il tradizionale Prosecco DOC, e il Pinot Nero, uva internazionale particolarmente vocata alla spumantizzazione, vinificata in rosso e presente in una percentuale compresa tra il 10% e il 15%, che conferisce allo spumante il caratteristico colore rosa tenue. La rifermentazione, che avviene in autoclave secondo il metodo Charmat, dovrà rispettare una durata minima di 60 giorni, dopo di cui avverrà l’imbottigliamento.
Giancarlo Moretti Polegato, presidente di Villa Sandi, ha dichiarato che «il debutto delle bollicine rosa ha rimesso tutto il panorama del Prosecco sotto la lente d’ingrandimento dei suoi appassionati e del mondo del vino, di fatto beneficiando l’intera denominazione. Questo sviluppo valorizza ulteriormente il territorio trevigiano e il suo patrimonio di sapori, che raggiungerà molti Paesi nel mondo in una nuova ed attesa declinazione. Il lancio del Prosecco Rosé offre inoltre un messaggio di positività in un momento storico difficile per tutti i settori»