Per far felici gli altri. Intervista a Tom Pecheux

Borgogna, anni 60. La campagna è quella di un quadro di Pissarro. Filari di vigne che producono vini pregiatissimi. Lui fa l’agricoltore, lei la casalinga.

Hanno una famiglia con tanti bambini, tra cui Tom Pecheux. Le passerelle, il trucco, le riviste, i grandi fotografi sono lontani anni luce dai suoi pensieri. Eppure Pecheux oggi è a capo del make-up di Yves Saint Laurent, una delle Maison più prestigiose del mondo. Il passaggio da quella favola bucolica alla follia compulsivo-creativa della couture parigina merita di essere raccontato. «Eravamo tanti in famiglia e spesso litigavamo. Ma quando ci sedevamo a tavola tutto, come per magia, si placava. Mia madre metteva l’amore nei piatti che preparava e noi non ne avevamo mai abbastanza. Ricette semplici o sofisticate, era tutto buonissimo. Ed è stato naturale che, una volta finita la scuola, volessi fare come lei: cucinare per dispensare gioia. Quindi studiai per diventare pasticciere e andai a Parigi per lavorare in un ristorante. Lì la magia svanì: cucinavo per persone che non conoscevo e non amavo, e non provavo più emozione. Quindi cominciai a uscire, frequentare i club: erano gli anni Ottanta, forse il 1984, avevo 18 anni, c’era la musica disco e un’atmosfera piena di promesse. Mi guardavo attorno e vedevo gente super elegante o vestita in modo folle. Le donne truccatissime. In campagna non si truccavano così tanto e tutto quel mondo mi affascinava. Una sera, in un club, incontrai una ragazza che frequentava una scuola di make-up: neanche immaginavo esistessero scuole specifiche, tanto meno che il maquillage potesse es- sere un business. Poco dopo lasciai il ristorante, mi iscrissi a un corso e tutto cambiò».

Rouge Pur Couture e Rouge Volupté Shine, Holiday 2020 Collection “Dress me wild”, Yves Saint Laurent Beauté.

Ma i suoi genitori erano contenti?
Più che contenti erano preoccupati. Mi dicevano: sei un bravo cuoco, perché lasci un buon lavoro, abbandoni tutto quello che hai imparato per iniziare un’attività completamente nuova? Ma, alla fine, a loro interessava soltanto che fossi felice e mi hanno lasciato fare.

Trova qualche similitudine tra cucina e maquillage?
La condivisione. Cucino o trucco per far felici gli altri. Amo creare nuove sfumature, applicarle, mixarle, ma il vero piacere è quando la persona che le indossa è davvero contenta e non corre subito in bagno a lavarsi via tutto.

Da tre anni è Global Beauty Director da Yves Saint Laurent. Se dovesse tirare le somme di questa esperienza?
Sono stati tre anni fantastici. È un onore lavorare per un marchio così: per me che sono francese è storia, cultura, heritage. E poi amo l’irriverenza, quel modo unico di mescolare il femminile al maschile, il gusto per i colori, per le texture... 

Che rapporto ha conAnthony Vaccarello? Quando crea una nuova collezione, vi sentite, confrontate? 
No. Ma le sue creazioni mi sono sempre d’ispirazione. Ci conosciamo da otto anni, da prima che arrivasse in Saint Laurent e lo stimo molto.

(Continua)

In apertura: un ritratto di Tom Pecheux: prima di YSL Beauté, è stato direttore creativo del trucco di Estée Lauder e Shiseido.

Leggete l'intervista integrale a Tom Pecheux sul numero di novembre di Vogue Italia

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