Intervista a Elly Schlein

E come fa una giovane donna che si dice molto timida, e che prima di salire sul palco ancora è lì che rilegge gli appunti

scritti a matita, a parlare davanti a tremila persone con questo crescendo che infiamma, e al contempo dire cose come «le donne non devono essere il welfare vivente» oppure «le battaglie sono ormai intersezionali», davanti a una piazza che chiede l’approvazione della “legge Zan” per punire l’omo e la transfobia? E come fa, una volta seduta, a parlare per 24 minuti senza che le si possa rivolgere una domanda, in una trance accorata che la fa passare dalle stime dell’Ocse sul lavoro femminile alla transizione ecologica, dalla coesione sociale alla bellezza dei ragazzi che protestano, «perché hanno capito che se non si occupano loro di politica, la politica si occuperà comunque di loro»? A 35 anni, Elly Schlein è vicepresidente della regione Emilia Romagna. Ma non solo: dal New York Times a El País la stampa la descrive come il futuro della sinistra italiana, oltre che immergerla nel grande fiume femminile in cui scorrono le idee di Greta Thunberg, Alexandria Ocasio-Cortez e Carola Rackete.

Una copertina de L’Espresso, dove si mostrava nella sua politica crudezza d’aspetto, ha sollevato commenti sprezzanti e rigurgiti di body shaming. Senza contare la serena confidenza sulla sua relazione con una donna, che ha fatto anch’essa molto discutere. Nata a Lugano, figlia di una giurista toscana e di un docente americano di Scienze politiche, vive a Bologna da quindici anni. Il fratello Benjamin è fisico teorico. La sorella Susanna ha intrapreso la carriera diplomatica. «Mentre io, laureata in Legge con lode, un po’ festaiola, innamorata della musica vintage e col sogno di far la regista, per un po’ sono stata la pecora nera della famiglia». E invece.

La copertina del numero de “L’Espresso” che ha suscitato beceri commenti sessisti e di body shaming.

© FOTO MAKI GALIMBERTI, COURTESY OF L’ESPRESSO.

Da quel palco, poco fa, cosa vedeva?
Persone che hanno ritrovato il gusto, e l’estetica, di tornare in piazza, anche grazie alle tecnologie che permettono di interpretare in modo diverso la partecipazione. Esserci è diventato cool. E strumenti come l’hashtag sono in grado di farti vedere in tempo reale chi, nel mondo, sta combattendo insieme a te. E poi l’età: i ragazzi di #BlackLivesMatter sono ancor più giovani di quelli dei #Fridaysforfuture. La piazze come nuovo place to be. Piene di tanta consapevolezza.

Mentre “intersezionalità” cosa significa?
Significa che le battaglie sono connesse: se chiedi a un ragazzino di scegliere tra giustizia sociale, diritti civili, ecologia e uguaglianza, non capisce.

Come spiegherebbe il suo femminismo a una ragazzina disinteressata?
Mostrandole il soffitto di cristallo che ha sopra la testa: in Europa, a parità di mansioni, le donne percepiscono il 16 per cento di salario in meno e ricevono una pensione del 39 per cento più bassa. Nei CdA delle aziende quotate siamo una su venti. E durante la pandemia siamo state licenziate in maggior numero, perché abbiamo contratti precari. Altro esempio: durante il lockdown i ricercatori maschi hanno prodotto di più, le ricercatrici di meno. Sa perché? Perché su di loro grava il peso della cura familiare. Io voglio che questa ragazzina disinteressata abbia il diritto di scegliere cosa cavolo fare nella vita.

(Continua)

In apertura: Elly Schlein, impegnata in questi giorni a gestire l’emergenza Covid in Emilia Romagna, dove è vice presidente della regione, è stata europarlamentare eletta nelle liste del PD.

Leggete l'intervista integrale a Elly Schlein sul numero di novembre di Vogue Italia

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