Tè all'inglese: come nasce il rito dell'Afternoon Tea

Storia e curiosità su come nasce l'Afternoon Tea, il té all'inglese servito alle ore 5 p.m.

Il più famoso rito del té (Occidentale) è un'idea

di Anne Mary Stanhope, la Duchessa di Bedford nonché dama della Regina Vittoria, quando, scossa da una leggera spossatezza dovuta a un certo languore di stomaco, fa suonare uno dei suoi campanelli e chiede di farsi portare una tazza diaccompagnata da pane morbido e torta. Ed è in una calda e afosa giornata di Luglio del 1841 che nasce una delle tradizioni britanniche più note, quella del té all'inglese delle 5 p.m., particolarmente apprezzata da Sua Maestà. 

Ben presto diviene una consuetudine che raggruppa le lady davanti allo stesso tavolo, tra tè fumante, dolci e sandwich salati: un rito consacrato anche dal costume con il relativo cambio d'abito, tanto che nel 1855 viene disegnata la prima linea di capi femminili per il tè. Dobbiamo però ringraziare un'altra donna, Caterina di Breganza, nonché sposa del Re Carlo II d'Inghilterra, se questa calda bevanda è arrivata oltre la Manica: nella dote del 1662 appare proprio una preziosissima cassa di foglie provenienti dai monti WuYi.

Nell'età della Reggenza, come scrive anche Jane Austen, l'abitudine di bere del té diventa un appuntamento fisso delle ricche signore per chiacchierare e scambiarsi consigli o pettegolezzi (o organizzare matrimoni). Dopo il 1870, questa consuetudine sociale circoscritta ad ambienti privilegiati e poi diventata comune in tutta Inghilterra, viene battezzata come Afternoon tea

Orgoglio e pregiudizio, 1995

Ogni occasione è buona per gustare una tazza di té alle 5 del pomeriggio: il Meat tea, il Family tea, il Low tea (perché servito sul tavolino del caffè) e l'High tea (questa volta al tavolo del soggiorno), il Tennis tea, il Club man tea (a base di foglie Assam) o i famosi Picnic tea e Tea party organizzati in giardino e serviti con aggiunta di punch o champagne e sorbetti. "È l'eleganza dell'epoca vittoriana e tutto il romanticismo di uno stile di vita dorato, fatto di conversazioni garbate, danze travolgenti, tazze di tè fumanti, modi gentili da dandy e cavalleria e incontri conviviali", come ricordano Silvia Casini, Raffaella Fenoglio e Francesca Pasqua nel nuovo libro Un tè con Mr Darcy, edito Ultra Edizioni.

Un tè con Mr Darcy, Ultra Edizioni

In questi momenti, proprio come amava la (golosa) Regina Vittoria, non potevano mancare i tipici dolcetti inglesi, gli scones, serviti con confetture eLemon-Curd, e la Sponge Victoria cake, una torta pan di spagna farcita di marmellata e burro o panna montata. "L'Afternoon tea è corredato di provviste fresche, sottili fette di pane e burro, dolci fantasia, torte, ecc, pronte da essere servite non appena gli ospiti sopraggiungono", scrisse Isabella Beeton in Mrs Beeton's book of household management, “la” guida per eccellenza su come gestire una casa nella Gran Bretagna vittoriana.

Downton Abbey

L'apertura delle prime sale da té arriva in età edoardiana: la bevanda esce dalle mura di casa e diventa occasione per incontrarsi e riunirsi senza i propri mariti, padri, fratelli o chaperon. Un luogo di aggregazione che presto diventa anche sede di riunioni delle stesse Suffragette londinesi. 

Dal tè verde all' Earl Grey e Darjeeling, e in tazze Bone China

La nota calda bevanda arriva in Inghilterra attorno al 1650: inizialmente, come in estremo Oriente, viene sorseggiata come medicinale per i suoi benefici, servita nelle piccole tazze di porcellana, anch'esse importante dalla Cina, e spesso accompagnate da un bicchierino di brandy all’arancia o di rum. La svolta arriva quando le coltivazioni di Camellia Sinensis (la pianta del tè) sono anche locali, cioè nella colonia dell'India, e l'Impero Britannico decide di non commerciare più tè verde cinese a favore dell'Earl Grey e Darjeeling, quest'ultimo uno dei tè neri più pregiati nonché soprannominato come “lo champagne dei tè”. “Il conte Charles Grey fu Primo Ministro del Regno Unito dal 1830 al 1834 e la leggenda narra che gli venne regalato, da un mandarino cinese, un tè nero con olio di bergamotto. Ed è proprio da questo dono che il tè prese il nome di Earl Grey” - ci racconta Silvia Casini, uno degli autori di Un tè con Mr Darcy - “Di norma, era il tè degli high tea party, mentre durante i low tea party andava per la maggiore il Darjeerling, proveniente dall’India. Oggigiorno, c’è chi rispetta ancora questo rito squisitamente vittoriano e chi si dedica a nuove miscele, grazie ai blend tea che si ottengono mescolando una specifica varietà di tè con altri ingredienti, vale a dire frutta, fiori, erbe essiccate e spezie”.

Contemporaneamente si aprono distretti artigianali per produrre la porcellana dei servizi da tè inglesi. La vera rivoluzione arriva con Josiah II Spode, quando nel 1800 scopre la formula alla base dello standard della produzione inglese: aggiungendo all'impasto cenere di ossa di animali, ottenne un nuovo tipo di porcellana, la Bone China, caratterizzata da traslucenza, bianchezza e resistenza notevole. 

Dal servizio da tè si giudicava una vera padrona di casa” - ricorda l'autrice - “Esisteva una svariata gamma di tazze per ogni occasione della giornata: tazze da colazione, da tè pomeridiano, da caffè, e così via. Il servizio era composto da teiera, lattiera, zuccheriera, tazze da tè, posate e diversi piattini”. Alla porcellana Made in England si aggiunge la variante (Old) Sheffield, una tecnica artigianale nata dal ‘700 e raffinata un secolo dopo con il bagno galvanico. Questa lavorazione permise di creare meravigliosi motivi a sbalzo geometrici o floreali, particolarmente apprezzati dall’aristocrazia dell'epoca.

Il servizio si completa con l'indispensabile tovaglia di lino, cotone o seta, in coordinato ai tovagliolini, mentre qua e là spuntano fiori freschi di stagione e qualche candelabro. Ma non è finita qui, nel libro scopriamo che esiste un preciso galateo per l'ora del tè:

  • Per ogni commensale bisogna disporre sul tavolo una tazza con piattino, il saucer, piatto da dolce, forchettina e cucchiaino.

  • Se si prepara il tè usando il filtro, si completa il servizio con la lattiera o il piatto del limone, assieme a una forchettina, una zuccheriera con tanto di cucchiaino o di pinze per le zollette.

  • Se il tè è preparato con le foglie: un cucchiaino è necessario a persona. L'acqua viene versata direttamente nella teiera, mentre ogni commensale deve avere a disposizione un colino da appoggiare sulla tazza, un tea strainer, e di un mote spoon, un cucchiaino forato atto a recuperare i residui delle foglioline di tè.

  • Per la degustazione degli scones sono necessari anche dei coltellini per tagliarli orizzontalmente e farcirli con crema e marmellate. In caso di sandwich, si opta per le pinze per prelevarli, mentre le torte necessitano di palette e cucchiai per la farcia.

  • Il tè deve essere servito nelle tazze direttamente dalla padrona di casa.

Royal Albert

Mrs Moore’s Vintage Store

Wedgwood

Il tè all'inglese arriva in Italia nel 1893

La più antica sala da tè italiana, nonché tea shop, si trova a Roma. Babingtons apre le sue antiche porte nel 1893 quando due giovani signorine inglesi di buona famiglia, Isabel Cargill e Anna Maria Babington, decidono di investire i loro risparmi (100 sterline) aprendo una sala da tè e di lettura destinata alla comunità anglosassone che si trovava nella Capitale. Una decisione tanto rischiosa quanto lungimirante, vista la lunga tradizione del caffè radicata nel suolo italiano e l'effettiva vendita delle foglie solo in farmacia.

Dopo un anno in Via Due Macelli, la sala da tè viene spostata in Piazza di Spagna, dove si trova tutt'ora, nel cosiddetto “quartiere inglese”, all’interno del prestigioso palazzo settecentesco adiacente alla scalinata di Trinità dei Monti e vicino a quello che oggi è il Keats and Shelley Memorial House. Audacia e fortuna aiutarono le due giovani visionare che trovarono successo con la moda dei Grand Tour organizzati per i facoltosi inglesi aristocratici e borghesi. E, come pubblicava The Roman Herald, Babingtons divenne il punto di incontro dove “le signore e i signori, stanchi dopo la visita o occupati per motivi personali nel centro della città potevano, in un ambiente accogliente e gradevole, ristorarsi con una consolante tazza di tè…

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