Serie tv: 5 titoli che hanno lanciato attori famosi

Serie tv portafortuna ?

Non c’è bisogno di scomodare George Clooney in E.R. o Johnny Depp in 21 Jump Street per provare che le

target="_blank" target="_blank" rel="follow">serie tv portano bene. Lo hanno sperimentato tutte le “it girl” di oggi e di ieri, da Miley Cyrus (Hannah Montana) a Selena Gomez (I maghi di Waverly, attualmente su Disney+), da Bella Thorne (A tutto ritmo) a Hilary Duff (Lizzie McGuire). E vale anche per le ex stelline made in Italy, da Alessandra Mastronardi (I Cesaroni) a Vittoria Puccini (Elisa di Rivombrosa), ovviamente. Non è certo una tendenza iniziata con le piattaforme digitali, ma di sicuro l’hanno cavalcata. Ecco, allora, cinque casi virtuosi in cui il piccolo schermo ha cambiato la vita a qualcuno, come ha di recente ammesso anche dame Helen Mirren parlando di Prime Suspect. Come darle torto?

1.  SUITS (Netflix)

Il caso più eclatante e recente riguarda l’attuale duchessa del SussexMeghan Markle che fino a dieci anni fa era una perfetta sconosciuta. Prima di sposare il Principe Harry aveva girato qualche commediola dimenticabile, ma poi è arrivata la grande occasione con un legal drama con i controfiocchi, Suits. Non è una protagonista, ma solo la collega, poi fidanzata e infine moglie del ragazzo-prodigio Mike Ross (Patrick J. Adams, marito nella realtà di Troian Bellisario di Pretty Little Liars). La sua Rachel è forse il personaggio meno riuscito – complice la recitazione un po’ piatta dell’attrice – perché figlia di un genio del foro, si destreggia come assistente legale con qualche intuizione brillante e più di una lagna di troppo. La vera leonessa dello studio è Donna (Sarah Rafferty), segretaria dello squalo Harvey Specter (Gabriel Macht). Lasciando da parte meriti e privilegi, va detto che questa serie ha davvero spalancato alla brunetta oggi blasonata tutte le porte di Hollywood. E oggi si affretta a riaprile di ritorno dalla corte della Regina Elisabetta.

Meghan Markle ai tempi di Suits

© Getty Images

2.  MAI DIRE Sì (Amazon Prime Video)

Molto prima che diventasse James Bond, Pierce Brosnan ha interpretato un ladro gentiluomo capace di spacciarsi per investigatore privato di successo, Remington Steele. Questo classico poliziesco degli Anni Ottanta ne mette in risalto tutto lo charme, anche se la moda dell’epoca certo non aiuta. Sfacciato, manipolatorio e seducente, riesce a combinare l’action con la commedia senza mai strafare. È così che quest’irlandese doc si conquista la gloria e diventa uno degli scapoli più ambiti in patria e all’estero. Da noi la serie fa capolino solo negli Anni 90 ma infrange ugualmente molti cuori, giocando sullo scambio di ruoli tra lui, un impostore di talento, e la vera anima dell’agenzia, Laura Holt, che è costretta ad inventarsi un finto capo pur di essere presa sul serio in un mondo maschile e maschilista. Tra i due la chimica è ovviamente esplosiva, con risultati a dir poco scoppiettanti.

Pierce Brosnan in Mai dire sì

3.  BROADCHURCH (Netflix)

La vera star di questo giallo sopraffino era David Tennant, già interprete di Doctor Who, e qui affiancato da una professionista eccellente che ancora non aveva fatto il grande salto. Si tratta di Olivia Colman, oggi Premio Oscar e star di The Crown, che deve a Broadchurch una grande visibilità sul suo talento eccezionale. La serie, che vanta uno spin-off americano malriuscito (nonostante ne sia protagonista lo stesso attore), rappresenta un esempio virtuoso di narrazione made in Britain. In una cittadina sperduta nel sud dell’Inghilterra avviene un delitto che coinvolge un bambino e così la quiete domestica e l’apparente perfezione del posto vengono ribaltate con oscuri segreti. La Colman qui interpreta il sergente Ellie Miller, mettendo in scena un repertorio a dir poco sbalorditivo, cambiando registro con tale disinvoltura da imporsi immediatamente sulla scena internazionale.

Olivia Colman e David Tennant in Broadchurch

© Colin Hutton

4.  DAWSON’S CREEK  (Amazon Prime Video)

Tutti puntavano su Katie Holmes, quando è diventata la co-protagonista del primo Batman di Christopher Nolan accanto a Christian Bale. Niente da fare: l’essere diventata la moglie di Tom Cruise ha decisamente affossato la sua carriera. Non che avesse un talento fuori dal comune, sia chiaro, ma tante altre attrici sopravvalutate hanno trovato un posto di tutto rispetto a Hollywood. Il teen drama non ha baciato in fronte neppure James Van Der Beek, un altro interprete non particolarmente brillante, mentre ha lanciato – anche se principalmente in tv – la carriera di Joshua Jackson, che ha inanellato serie di successo. La vera rivelazione è l’antagonista Michelle Williams: ha rubato la scena fin da quando la sua Jen è scesa dal taxi giallo per andare a vivere a casa della nonna, vicina di casa di Dawson. Il personaggio ha rubato la scena a tutti gli altri nel finale (niente spoiler, nel caso qualcuno se lo fosse perso) con una performance strappacuore. In quell’esatto momento la biondina ha dimostrato di che stoffa è fatta. Da allora ha centrato le scelte cinematografiche, a partire da I segreti di Brokeback Mountain, dove ha conosciuto il compianto Heath Ledger con cui ha avuto una bimba, Matilda. In Dawson’s Creek scardina gli stereotipi dell’ochetta ossigenata senza cervello e contribuisce a far elevare la serie rispetto ai prodotti simili.

Michelle Williams, Katie Holmes e Joshua Jackson in Dawson'd Creek

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the crown

5. I TUDORS (Starzplay)

Il re rockstar della serie, Enrico VIII, è interpretato da Jonathan Rhys-Meyer che regala al personaggio una statura a dir poco eccezionale. Ma bisogna guardare bene tra le presenze di questa corte promiscua per scorgere uno dei volti-chiave dei cinecomics, Henry Cavill. Ebbene sì, prima d’indossare il mantello di Superman, si destreggiava in calzamaglia tra gli intrighi del sovrano volubile e accecato dalla libido. L’attore interpreta Charles Brandon, primo duca di Suffolk, una delle teste blasonate che gravitano attorno alla corona. Gli scandali di palazzo hanno letteralmente messo a nudo varie doti di Cavill, che ha subito calamitato l’attenzione del pubblico in scene a dir poco bollenti. Statuario, romantico e leale, è lui ad aver incarnato le fantasie femminili – e non solo – sui principi azzurri di Hollywood.

I Tudors

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