"Portandomi dentro questa magia" è molto di più di un omaggio ai 70 anni di carriera di Sophia Loren. È un racconto universale sui valori,
Sophia Loren a 14 anni sul lungomare di Pozzuoli
La ragazza in questione, che mise per la prima volta piede a Capri con Clark Gable per girare "La baia di Napoli", o che il 21 aprile 1962 vinse l’Oscar come migliore attrice protagonista per "La Ciociara" (tra le candidate Audrey Hepburn per "Colazione da Tiffany"), è la stessa che rimarrà per sempre legata alla sua terra e ai saldi principi della famiglia. Partendo proprio da questo luogo preciso,dalla profonda stima e dall'affetto che lo legano alla Loren, l’autore, suo concittadino, non ha dubbi: ‘’Sono convinto che se fosse nata altrove non sarebbe sicuramente la donna che è‘’. Una delle prefazioni del libro è di Ludovica Nasti, la piccola Lila della serie "L'amica geniale", anche lei originaria di Pozzuoli. Le sue parole sottintendono quasi la speranza (e l'augurio) di poter continuare la sua carriere sulla scia di quella della grande star. Una narrazione che rimane nell'anima, come il panorama notturno del golfo di Pozzuoli.
Mamma Romilda Villani e la piccola Sophia, a casa, a Pozzuoli.
Nel libro parti dai primissimi anni di Sophia (‘’Lella’’come la chiamavano da piccola) narrando le donne di tutte le generazioni della sua famiglia. Gli affetti fondamentali, Il sogno della madre Romilda, il legame con la sorella Maria, l’amica di sempre Rosetta, nonna Luisa. In che modo Sophia Loren è il simbolo di tutte loro e di tutte le donne di Pozzuoli?
Ho voluto sottolineare le caratteristiche che credo essere proprie di tutte le donne puteolane. Pozzuoli sin dall’inizio del Novecento è stato un paese di stampo matriarcale con un’economia basata fondamentalmente su pesca e agricoltura per cui gli uomini erano sempre fuori casa e l’agire era deputato alle donne che si rapportavano alla comunità per ogni cosa. Ecco da cosa viene il carattere forte e tenace delle donne della famiglia di Sophia e in generale di quelle di questa terra. Pensate alla madre Romilda, che a soli 23 anni parte da Pozzuoli e cerca fortuna a Roma. Anche la nonna, Luisa, ha giocato un ruolo fondamentale con la sua spiccata personalità. L’omaggio ai 70 di carriera della grande attrice vuole essere in realtà un omaggio a tutte le donne di Pozzuoli e alla loro forza interiore, tramandata da sempre di madre in figlia.
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Pozzuoli
Pozzuoli
“Maronna... Chest'è 'a terra mia..'”. Ecco cosa ti dirà Sophia quando le verrà consegnato nel 2005 il premio Civitas a Pozzuoli. In che modo il territorio ha un ruolo fondamentale nel libro?
La volontà di dimostrare quanto questa terra abbia influito sulla crescita personale e artistica di Sophia, è uno dei motivi per cui ho scritto questo libro. Parliamo della caldera dei Campi Flegrei, un vero e proprio vulcano. Il fuoco è l’elemento dominante nelle nostre vite. Parliamo di una zona in cui siti archeologici e fenomeni vulcanici determinano il quotidiano. Io sono cresciuto ascoltando le piccole scosse del fenomeno del bradisismo. Questo ha temprato molto tutti noi. Io credo che la forza della nostra terra carica di zolfo sia in Sophia un elemento che ha modellato tratti fondamentali della sua persona.
Parlaci di Ludovica Nasti che dice di aver imparato più da questo libro che in vari testi di scuola (“La paura della guerra, la miseria, la forza per sopravvivere, la volontà e la dignità, il bullismo…”) ealla quale hai fatto scrivere una delle prefazioni.
Dopo appena un episodio di L'Amica Geniale il suo talento era già sotto i riflettori della ribalta internazionale. Negli Stati Uniti, complice l’essere concittadina della Loren, parlavano di lei come della nuova Sophia, il che ha attirato subito l'attenzione di Sophia. Non la si può definire bambina, tanto è forte e matura. Ludovica è una persona dolcissima per la quale nutro un affetto immenso e alla quale auguro i più grandi successi nella vita e nel lavoro. Magari portando il nome di Pozzuoli nel mondo come ha fatto Sophia. Ludovica è anche molto impegnata nel sociale, si batte contro il bullismo. Ha appena scritto un libro a riguardo, “Diario Geniale’”. A Napoli si da molto, è sempre molto disponibile e non perde mai occasione, la sua generosità è disarmante. E’ vicina alla realtà con una famiglia molto forte alle spalle.
Copertina del settimanale “Sogno” del 1951, con dedica
Sophia Loren
© unknown
Molte donne nel tuo libro, anche tua madre. Attraverso la quale parli di bellezza.
Mia madre si chiamava Maria. Era cresciuta in uno dei quartieri più poveri e popolari di Pozzuoli. Mi colpiva sempre la particolare attenzione che prestava all’estetica, per tutte le cose che la circondavano. Ricordo che quando ero bambino la vedevo prepararsi e farsi bella tutte le mattine per andare a fare la spesa, ricordo la sua grande passione per le piante, i suoi gerani esplodevano sempre in mille colori. Forse, passami il termine, la mia salvezza è stata proprio questa; l’idea che il bello può salvare il mondo l’ho imparata dal suo esempio. Oggi più che mai la bellezza non può essere una mera questione di gusto ma deve essere anche e soprattutto una dimensione morale dalla quale non possiamo prescindere per considerarci umani.
Il libro è ricco di pillole di napoletanità concepite assieme all’editore e esperto di lingua napoletana Amedeo Colella. Come li avete selezionati?
Gli aneddoti che compaiono qua e là, come piccole pause della narrazione, sono tutti legati a scene di film famosi di Sophia. Ne approfondiscono il significato spiegando la tradizione celata dietro alcune frasi tipicamente napoletane. La mia preferita è forse l’espressione ‘le sigarette con lo sfizio’, che rimanda alla figura della ‘contrabbandiera di sigarette’ del film Ieri, Oggi, Domani diretto da Vittorio de Sica nel 1963. Soprattutto, mi sembrava interessante spiegare alle nuove generazioni il significato di espressioni ormai arcaiche da un punto di vista linguistico. L’esperimento ha funzionato bene, l’ho verificato con i miei nipoti più giovani che ridono sempre di gusto. A volte io stesso non sapevo da dove nascessero alcune parole o modi di dire. Ma a Colella puoi chiedere qualsiasi cosa!
Romilda con le figlie Maria e Sophia
Campi Flegrei, Lago d'Averno
Il momento più bello con Sophia?
Ricordo che alla prima edizione del premio Civitas, nel 1991, mancava il coraggio di accendere i riflettori sulla città sgarbata, impoverita da bradisismo e terremoto. Negli anni i puteolani si son rimboccati le maniche per darle nuova vita e reputazione . Da qui è nata un’operazione di city- marketing forse mai tentata prima . A questo cambiamento mi piace pensare che abbia contribuito anche il premio Civitas, offerto a personalità che rappresentano nel mondo i campi Flegrei, e sicuramente Sophia ne è l’ambasciatrice per eccellenza. Sono convinto che personalità e soprattutto donne di tale carattere possono essere la chiave della rivincita del nostro splendido sud italia e di tutto il paese. E’ un atto di cultura necessario. Sophia ha portato il nome dell’Italia nel mondo. È impensabile pensare ad un mondo post Covid senza un sud che corre alla stessa velocità del nord. Ma poi, tu te la immagini un'Italia senza Sophia Loren?
Abbiamo dedicato il nostronumero di Dicembre di Vogue Italia alla gratitudine. A cosa e a chi sei grato?
Certamente provo gratitudine verso Sophia. E sono grato dell'amore che provo per questo territorio.Continuerò a mettere il mio lavoro a disposizione di questo posto. Ogni idea, ogni progetto nasce da questa volontà. Penso ci siano potenzialità enormi non sfruttate e come cittadino cerco di dare il mio piccolo contributo. Il libro è solo un micro tassello di un progetto più ampio che questa pandemia ha rallentato ma che spero potrà vedere la luce presto. Un libro è troppo poco. Speriamo che presto Napoli e Pozzuoli parleranno di Sophia facendo le cose in grande!
Portandomi dentro questa magia, di Paolo Lubrano, Edizioni Cultura Nova
Prefazioni di Valerio Caprara e Ludovica Nasti
Pillole di napoletanità di Amedeo Colella
(216 pagine – euro 19 – in tutte le librerie e su tutti gli shop online Amazon, Ibs e Feltrinelli)
“Portandomi dentro questa magia”, di Paolo Lubrano