Per il testo in italiano, scorri alla fine.
Admittedly, there’s a written warning: "Feelings may arise". And considering that by the end of the conversation
How did WNRS get started?
In junior high school, I asked for a camera. I thought I’d use it to take selfies and post them on MySpace, but I immediately realized that what really interested me was photographing other people. I was obsessed with understanding what united people, and the camera around my neck was the perfect passport. I took photos in the most disparate places, asking everyone rather intimate questions. And it turned out that this was the basis of what I do now. I just didn’t know it yet.
Where does the name come from?
From one of these chance encounters. On the way to work I noticed this man who was reading poetry. I photographed and interviewed him, and as I was leaving he said: one day, you’ll write a book, and the title will be We’re not really strangers.
How do you choose your questions?
I think that asking questions is an art form, and you learn it by observing people. Writing them is one of my favorite things to do. Then I test them on friends: if a question brings the conversation to another level, that means it’s working.
The game is very reactive to our current reality. You’ve produced special decks on political differences, race, and privilege. And last month you did one on self-awareness.
Connecting people who want to communicate deeply is one of the goals. The other is to connect people who don’t want anything to do with each other. The "self-reflection pack" is meant to help get to know yourself. They tell us over and over again that we should, without saying how. This moment of global isolation can be an opportunity to reflect on ourselves.
According to many studies, the emotion that spreads most easily on social media is anger. The success of youraccount proves that the opposite is possible. Can you tell us a story that particularly moved you?
The stories that come to me every day are the greatest motivation and satisfaction. A recent one reduced me to tears. There’s a card in the game that invites you to call someone you love and tell them why. A girl wrote me that, thanks to this card, she had a long conversation with her brother, who passed away a few weeks later. That conversation is one of the few things that gives her peace. I always thought that my goal was to create not an art project or a game, but a movement. At first, I thought it was crazy to even hope for it, but gradually I began to believe it.
After the December 2020 issue of Vogue Italia went to print the collaboration WERENOTREALLYSTRANGERS X VALENTINO has been revealed.
Maison Valentino has teamed up with Koreen, founder of We’re Not Really Strangers, for a new collaboration card game. Inspired by introspection and a quest to develop meaningful dialogue, the game features 25 cards with questions reflecting the shared values of both brands. Empathy, individuality and positivity— cornerstones of both Valentino and We’re Not Really Strangers— are all on the table for the new game, envisioned by Koreen to be played among friends, loved ones, or even someone you’ve just met. The decks feature a special collaboration design donning the V Logo Signature, and will be available in mid-January 2021, distributed in limited quantity in select Valentino boutiques worldwide.
Testo in Italiano
Attenzione, Pericolo Sentimenti
Cosa ci dice l’idea di questo gioco da tavola diventato fenomeno Instagram? Che le domande, a volte, contano più delle risposte.
Effettivamente, c’è scritto nell’avvertenza: “Feelings may arise”. E considerando che alla fine della conversazione intervistatore, agente e intervistata hanno tutti le lacrime agli occhi, beh, viene da credere che Koreen Odiney sappia davvero come risvegliare i sentimenti. Tant’è che ne ha fatto un lavoro, che in poco tempo è diventato un vero e proprio fenomeno: We’re Not Really Strangers. WNRS (l’acronimo si pronuncia “winners”, vincitori) è un gioco di carte e un profilo Instagram che conta 2,7 milioni di follower, con una missione tanto chiara quanto complessa: connettere le persone, facendo capire che “dentro siamo tutti uguali”. Il virgolettato si trova aprendo la scatola del gioco. Dentro, una serie di carte, ognuna con una domanda pensata per facilitare una comunicazione profonda (e le stesse domande animano la conversazione sulla pagina Instagram). Forse, dopo un periodo di polarizzazione, divisioni e cinismo, qualcosa sta davvero cambiando, anche in un mondo tendenzialmente ego-riferito come la moda. Tant’è che questo mese WNRS lancerà una collaborazione con un brand di lusso. Se le persone scelgono l’empatia, Koreen è pronta ad aiutarle.
Come è nato WNRS?
Alle medie mi ero fatta regalare una macchina fotografica. Pensavo di usarla per i selfie di MySpace, ma mi sono accorta subito che quello che mi interessava davvero era fotografare gli altri. Ero ossessionata dal capire cosa univa le persone, e la macchina al collo si è rivelata il passaporto perfetto. Scattavo nei posti più disparati, facendo a tutti domande piuttosto intime. In realtà erano le basi di quello che sto facendo ora. Ma non lo sapevo ancora.
Il nome da dove viene?
Da uno di questi scambi casuali: un uomo che ho notato andando al lavoro perché stava leggendo poesie. L’ho fotografato e intervistato, e mi ha salutato dicendo: un giorno scriverai un libro, e si intitolerà We’re Not Really Strangers.
Come sceglie le domande?
Penso che fare domande sia un’arte, e si impara osservando le persone. Scriverle è una delle mie cose preferite. Poi le testo con gli amici: se sposta la conversazione su un altro livello, vuol dire che la domanda funziona.
Il gioco è molto attento all’attualità: avete prodotto mazzi speciali sulle differenze politiche, su razza e privilegio, e il mese scorso sull’autoconsapevolezza.
Connettere persone che vogliono comunicare in maniera profonda è uno degli obiettivi. L’altro è connettere persone che non vorrebbero avere nulla a che fare l’una con l’altra. Il “self-reflection pack” è per conoscere se stessi. Ce lo ripetono di continuo, senza dire come. Questo momento di isolamento globale può essere un’opportunità per riflettere su di sé.
Secondo molti studi il sentimento che si diffonde più facilmente sui social è la rabbia. Il successo del suo account prova che il contrario è possibile. Una storia che l’ha toccata particolarmente?
Le storie che mi arrivano tutti i giorni sono la motivazione e la soddisfazione più forte. Ultimamente, una mi ha ridotto alle lacrime. C’è una carta nel gioco che invita a chiamare una persona che ami e dirle il perché. Una ragazza mi ha scritto che grazie a questa carta ha avuto una lunga conversazione con il fratello, che è mancato poche settimane dopo. Quella conversazione è una delle poche cose che le dà pace. Ho sempre pensato che il mio obiettivo fosse dar vita non a un progetto artistico o un gioco, ma a un movimento. All’inizio mi sembrava folle anche solo sperarlo, ma pian piano inizio a crederci anche io.