Michael Kors racconta Watch Hunger Stop, contro la fame nel mondo

Michael Kors ha donato in 8 anni 20 milioni di pasti nelle scuole, attraverso la campagna Watch Hunger Stop in collaborazione con il World Food

Programme delle Nazioni Unite. Un'iniziativa straordinaria da parte del “Global Ambassador against hunger for the United Nations World Food Programme” che affronta contemporaneamente il problema della fame - si stima che nel mondo 1 persona su 9 non abbia accesso a una alimentazione sufficiente - e dell'educazione: l'esperienza nei 60 Paesi in cui il programma è attivo dimostra come la possibilità di accedere a un pasto convince le famiglie a permettere alle proprie figlie ad andare a scuola, instaurando un circolo virtuoso dall'impatto forte sulle comunità.

“L'idea che ha dato vita a Watch Hunger Stop è sempre stata quella di connettere le comunità, condividere risorse, voci e attenzione per risolvere il problema della fame. Ora, di fronte a questapandemia, vediamo come siamo tuti interconnessi e tutto ciò ha rinforzato la mia convinzione che tutti vogliamo fare del bene e fare la differenza nel mondo" (Michael Kors)

A dieci anni dal termine imposto dall'Agenda 2030 dello Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, inauguriamo con la testimonianza di Michael Kors una serie di interviste a protagonisti del mondo della moda che con le loro iniziative e la loro visione contribuiscono a rendere possibili i 17 Obiettivi dell'Agenda 2030. Con Watch Hunger Stop - ma anche con il suo impegno con l'associazione God’s Love We Deliver, alla quale ha donato un intero edificio a New York dove vengono cucinati 1,4 milioni di pasti ad alto potere nutritivo all'anno per le persone in difficoltà - Michael Kors ha votato il suo impegno per raggiungere l'obiettivo 2 dell'Agenda 2030, ovvero porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile.

Sono un ottimista realista e sono convinto che l'obiettivo di Zero Hunger è raggiungibile" (Michael Kors)

Ecco l'intervista a Michael Kors, con la voce di Paola Corazza:

L'impegno di Michael Kors è perfetto esempio di “giving back”, protagonista del numero di dicembre di Vogue Italia  dedicato al concetto di gratitudine, come spiega il direttore Emanuele Farneti nel suo editoriale. Ecco la voce del direttore mentre racconta “The Gratitude Issue”, il numero di dicembre del nostro giornale:

Ecco anche la versione in inglese dell'editoriale:

In tema di moda sostenibile, a dieci anni dal termine imposto dall'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, e in modo particolare in un momento storico come quello che stiamo vivendo di crisi per il coronavirus, ci siamo chiesti che abiti e accessori popoleranno il guardaroba nel 2030. Partite con noi per un un viaggio, in cinque tappe, nella moda sostenibile che popolerà il nostro guardaroba nel 2030:

Pietro Ruffo è l'artista romano che Maria Grazia Chiuri, direttrice artistica di Dior, ha chiamato a collaborare per la sfilata Dior Cruise 2021, che si è svolta lo scorso luglio per la prima volta in Italia, a Lecce. La Puglia è un luogo speciale per la direttrice artistica di Dior: suo padre era salentino e lei torna spesso in queste zone. Per svelarne la magia, Maria Grazia Chiuri ha chiamato l'artista che già nelle precedenti stagioni ha contribuito al racconto delle collezioni della maison. 

Nell'intervista di Marta Galli per Vogue Italia di novembre, l'artista ha raccontato il percorso che ha portato, in pieno lockdown, ai fiori e all'incanto della sfilata Dior Cruise 2021.

Ecco il podcast con le voci di Marta Galli e Pietro Ruffo:

La cover del numero di dicembre di Vogue Italia vede protagonista Lila Moss, figlia di Kate Moss. 

Kate Moss e John Galliano, con una delle amicizie più longeve e più intense della storia della moda, sono i protagonisti di uno dei podcast della serie "Of Love and Style". 

“Permettendomi di disegnare quel vestito (l'abito da sposa per il matrimonio con Jamie Hince, n.d.r.) Kate mi ha salvato la vita. È stata il mio rehab creativo. Le devo tutto” dirà lo stilista riguardo quel meraviglioso abito che tutti ricordiamo. Proprio dall'abito di nozze di Kate Moss prende il via la narrazione di Raffaele Panizza nel raccontare la storia del couturier nato a Gibilterra e dell'iconica modella. Nel backstage della sfilata primavera/estate 1994, John Galliano sceglie Kate Moss e crede che lei sia la perfetta incarnazione di Lucretia Romanov. Sarà una delle interpretazioni più riuscite, uno dei momenti più spettacolari scaturiti dall'amicizia e dalla liason creativa tra il couturier e la top model. 

Per l'edizione 2020 di Photo Vogue Festival 2020, i visitatori possono ascoltare podcast dedicati alle mostre, fisiche e virtuali, del festival. Ecco il podcast dedicato alla mostra “All in this together” curata da Alessia Glaviano e Francesca Marani  per Photo Vogue Festival 2020.

In the picture -Shifting perspectives in fashion photography è invece la mostra curata da Alexandra von Fuerst, Camila Falquez, Nadine Ijewere e Ruth Ossai per Photo Vogue Festival 2020. Eccone il podcast:

L'hair-stylist Guido Palau ha iniziato a parlare di anti-capelli e anti-bellezza negli anni Novanta: una vera rivoluzione, come ha raccontato nell'intervista a Vittoria Filippi Gabardi pubblicata sul numero di novembre di Vogue Italia.

Il percorso da hair-stylist per Guido Palau ha preso il via con uno stage da Vidal Sassoon, per poi approdare nella moda dove è diventato in breve tempo una figura di riferimento nel mondo della moda, grazie anche alla collaborazione simbiotica con il fotografo David Sims. Nel suo lavoro ha definito la bellezza e l'anti-bellezza, che per lui ha anche un significato politico.

Ecco il podcast con l'intervista a Guido Palau, con le voci di Vittoria Filippi Gabardi e Alessandro Meistro:

Il make-up artist Tom Pecheux, a capo del a capo del make-up di Yves Saint Laurent, dopo essere stato stato direttore creativo del trucco di Estée Lauder e Shiseido, ha raccontato la sua vita e le sue passioni in un'intervista di Susanna Macchia pubblicata sul numero di novembre di Vogue Italia. Ecco il podcast con l'intervista al celebre make-up artist dove racconta i suoi inizi nella bellezza dopo un primo amore per la ristorazione, il legame con la sua famiglia, i suoi trucchi per un make-up perfetto e la sua riflessione sul valore del trucco (anche) in tempi di covid-19.

Se volete poi ascoltare la storia della traversata dell'Oceano Atlantico del transatlantico Cristoforo Colombo, che nel 1956 ha portato a New York otto modelle di nobili origini a rappresentare altrettante case di moda, capitanate da Giambattista Giorgini, l'organizzatore delle prime sfilate in Italia, scoprirete il primo podcast della serie "Fashion Tales":

Sneakers vegan e sostenibili: un webinar organizzato sulla piattaforma The World of Vogue Talents ha coinvolto alcuni tra i protagonisti della nuova generazione che hanno parlato di materiali sostenibili e vegani per le sneakers, di durabilità, di eco-pelli vegetali, ma anche di come allungare la vita delle proprie sneakers e di come riciclarle al meglio…. magari per permettere loro di trasformarsi in nuove sneakers vegan come raccontano Helen Kirkum, Dong Seon Lee e Giuliana Borzillo co-founders di id.Eight, Umberto De Marco founder di Yatay:

Per comprendere meglio il percorso che ha reso Vogue quello che è ora, ecco il podcast della Photo Editor di Vogue Italia e L'Uomo Vogue Chiara Bardelli Nonino. Dalla Prima Guerra Mondiale, quando la rubrica Smart Fashion for Limited Incomes diventa Fashions On A War Income,  a Audrey Withers diventata editor in chief di BritishVogue nel 1940, a Lee Miller, che ha firmato alcuni degli scatti più forti pubblicati sulla rivista, compresi gli orrori dei campi di concentramento, fino alle scelte di Vogue Italia dei tempi recenti, come la copertina bianca del numero di Aprile:

Sapevate che il signor Levi Strauss non ha mai indossato un paio di denim jeans, pur avendoli brevettati? E che ogni secondo nel mondo ne vengono vendute 60 paia? Che cosa rappresenta la data 20 maggio 1873 per i jeans? E come mai a Bing Crosby rischiò di vedersi negata una stanza di hotel? Vi siete mai chiesti che suono ha il denim? E come si può riconoscere un Levi's, un Lee e un Wrangler semplicemente guardando un pezzo di tessuto?

Ecco sei curiosità che forse non sapete sul mondo del denim e del jeans: due termini che, come scoprirete ascoltando il nostro podcast, non sono stati sempre sinonimi (e per i puristi non lo sono ancora).

Ancora in cerca di qualcosa di bello da ascoltare?

Ecco altri 10 podcast consigliati da ascoltare a casa.

Al link speaker.com/user/vogueitalia trovate tutti i podcast di Vogue Italia: ogni giovedì sveleremo altre tracce da ascoltare. Preparatevi a "un’esperienza sorprendente e immersiva nel mondo di Vogue Italia, che nella sua nuova formula ha scelto di usare anche le parole, e non solo l’immagine, per raccontare la magia della moda e dei suoi protagonisti", come ha spiegato in occasione del lancio del progetto il direttore Emanuele Farneti.

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