Il punto di vista di Casa Vogue. Tobia di Foscarini
Era stato l’architetto Luciano Baldessari a coniare il termine Luminator, nel 1926, per indicare un prototipo di lampada da terra a illuminazione indiretta con diffusore
Tobia, Foscarini
© Massimo Gardone studio Azimut
Come allora, anche Tobia è una lampada da terra e da parete. Laviani così ne descrive i tratti caratterizzanti: «La leggerezza di un segno che diventa oggetto, quasi un disegno infantile che delinea un corpo e una forma per raccontare una funzione. È un progetto che mi accompagna nelle intenzioni da molto tempo». Collocabile facilmente dove serve perché basta impugnare quello snodo che ne caratterizza la forma al centro, Tobia ha un potente Led al suo vertice che diffonde una luce molto ampia. L'impugnatura centrale nasconde anche l’accensione e un touch dimmer con 4 differenti intensità luminose. Essenziale e filiforme, ma non per questo invisibile; anzi, Laviani ha pensato per il corpo metallico, oltre ai classici colori bianco e nero, anche l’arancio e il giallo, nonché un total gold – insomma, dall’invisibile al fluo pop. È in cinque colori anche la versione piccola a parete che emette luce da entrambe le estremità. E che è disponibile anche senza cavo. Insomma, sì, Tobia quel premio Best of the Year ricevuto dalla rivista americana Interior Design sembra averlo proprio meritato.
© Massimo Gardone studio Azimut