È una storia lunga 150 anni quella di Martini, uno dei brand italiani più famosi al mondo, dove si shakerano senza indugio iconici blend, ricette
Andiamo a ritroso, ma partiamo da quel “non so che” cool e scintillante che Martini trasmette. Un feeling good ben interpretato dallo spot-tormentone, tra i più celebri e parodiati al mondo, in cui George Clooney, reo di essersi presentato a una festa senza aperitivo, si sente rivolgere la frase: “No Martini? No party!”. Slogan entrato nell'immaginario collettivo che continua, dopo vent'anni, a risuonare negli stadi, sui social, apparire in titoli, inviti... Scorriamo veloce, tra spezzoni e fermoimmagine, scopriamo un susseguirsi di scene e claim che ci hanno accompagnato nella nostra quotidianità lungo l'ultimo quarto di secolo. Gli interpreti sono star internazionali, premi Oscar, top model che con entusiasmo hanno accostato il loro stile a quello di Martini, a volte in maniera indissolubile, proprio come nel caso di Clooney. Indimenticabile resta Gwyneth Paltrow, codini e canottiera in tono con il Martini Rosso, che scorrazza in bicicletta tra le valli californiane e prepara con le arance appena colte il suo: “my Martini, please”. E Sharon Stone, spumeggiante, in evening dress e fascinator di piume, alla notte degli Oscar riceve un tappo di spumante della da Villa Parisi di Frascati a Hollywood e, anziché annunciare il vincitore, proclama: "There's a party!". Naomi Campbell, regina della passerella, estrae dal suo ombelico un piccolo tappo di sughero, arrivato per lei da oltreoceano, e poi come non ricordare gli spot degli anni Novanta, ispirati alla Dolce Vita, interpretati da una giovanissima Charlize Theron in minidress total black che insegue un uomo sul suo motoscafo e mentre corre le si smaglia il vestito rimasto impigliato nella sedia e scopre il lato bi? Monica Bellucci è stata invece, nel 2010, la protagonista dello spot che ha celebrato la nascita della collaborazione tra Martini e Dolce & Gabbana, e che ha dato vita a “Martini Gold” un nuovo blend, spicy e deluxe, studiato apposta per la maison. Una liaison, tra due brand simbolo del Made in Italy, che continua ancora oggi nei bar Dolce&Gabbana a Milano, Cannes e Marbella.
George Clooney nei panni di Clark Gable nello spot del 2007 “El Toro”. Film Director: Roberto Rodriguez.
Testimonial: George Clooney - Lisa Snowdon. Film Director: Colin Gregg . Agency: Armando Testa, anno 2000.
Testimonial: Gwyneth Paltrow. Film Director: Jason Harrington. Agency: McCann Erickson, 2002.
Testimonial: Sharon Stone. Film Director: Bob Giraldi. Agency: Armando Testa. Location: Roma, Hollywood, 1997.
Testimonial: Sharon Stone. Film Director: Bob Giraldi. Agency: Armando Testa. Location: Roma, Hollywood, 1997.
Testimonial: Naomi Campbell. Film Director: Fabrice Carazò. Agency: Armando Testa. Location: Roma, New York. Sono gli anni del rilancio degli spumanti, l'agenzia Armando Testa fa centro, grandi testimonial e un claim facile da ricordare, "Martini? There's a party!", 1995.
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Testimonial: Charlize Theron - David Charles. Film Director: Moshe Brakha. Agency: McCann Erickson. Location: Portofino. È il 1995 e un rivoluzionario bianco e nero scopre una sensualissima Charlize Theron, futuro Premio Oscar e stella di Hollywood. La campagna per la televisione si articolerà in più episodi per raccontare le romantiche e intriganti avventure del “Martini Man”, David Charles, rigorosamente vestito in abito nero e occhiali scuri.
Monica Bellucci interpreta lo spot per il Martini Gold by Dolce&Gabbana nel 2010
Monica Bellucci in compagnia di Domenico Dolce e Stefano Gabbana sul set dello spot Martini Gold by Dolce&Gabbana, 2010
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Corriamo ancora all'indietro e scopriamo le campagne pubblicitarie degli Ottanta, le immagini raccolgono l’estetica di un'epoca dinamica e scintillante dove tutto è “hyper". Uno scatto, sempre scovato nell'archivio, ci mostra Jane Fonda ospite alla Terrazza Martini di Parigi, proprio nel periodo in cui l'attrice spopola con la fitnessmania e le videolezioni in Vhs di aerobica. Un altro, di qualche anno prima, ritrae, sempre in Terrazza, questa volta quella di Milano, Marcello Mastroianni e Anita Ekberg ai tempi de “La dolce vita”. Fin dagli anni Cinquanta, infatti, le Terrazze ospitano eventi, première cinematografiche e shooting delle case di moda, tra cui quelli di Sartorie Veneziani, Biki, Fontana, Balmain, Pierre Cardin, Enrico Coveri, Mary Quant, Giorgio Armani, Gianni Versace e molti altri. Si scopre poi la campagna internazionale “Serendipity” che mette a fuoco, oltre alla bottiglia, lo stile avant-garde della modella, lucente nel rivoluzionario abito di tessere metalliche ideato da Paco Rabanne. Estraiamo dalla galleria dei ricordi un'ultima immagine, questa volta un'illustrazione: bottiglie, bicchieri, cubetti di ghiaccio, olive e ciliegine, da soli o sullo sfondo di Venezia. Sono il soggetto della campagna pre-pop del 1958 firmata da Andy Warhol, nei colori guida del verde (Martini Dry) e del rosso (Martini Rosso).
Jane Fonda nel 1989 alla Terrazza Martini di Parigi. Quella sugli Champs Elysèes è la prima ad aprire, nel 1948, per volere dei dirigenti di Martini&Rossi ed ospitano attori, vip, personaggi della moda e intellettuali. 10 anni dopo, nel 1958, apre i battenti in Piazza Diaz la Terrazza Martini di Milano. Negli anni successivi apre in Plaça de Catalunya a Barcellona, nel 1961 segue Bruxelles, all’ultimo piano di un grattacielo in Place Rogier, nel 1963 a San Paolo in Brasile, nel 1964 è la volta di Londra, all’ultimo piano della New Zealand House di Haymarket con vista su Trafalgar Square a Buckingham Palace. Nel 1965 inaugura Genova, al 31° piano del grattacielo in Piazza Dante.
Anita Ekberg e Marcello Mastroianni alla Terrazza Martini di Milano nel 1960. Nella location si tengono le anteprime dei film più importanti, come “La Dolce Vita” di Federico Fellini. Luogo luogo d'incontro di registi come Luchino Visconti, Vittorio De Sica, François Truffaut, è frequentata anche da intellettuali, Moravia, Pasolini, e artisti, Renato Guttuso, Rudolf Nureyev e Luciano Pavarotti.
Un cartello vetrina in uso tra il 1958 e il 1965 sul mercato britannico.
Ma nella seconda metà del secolo scorso a portare un flusso d'attenzione planetaria sul brand ci ha pensato l'agente segreto più famoso del mondo, James Bond, appassionato consumatore, al limite del maniacale, di Martini cocktail, che ritroviamo in tutte le sue varianti e in tutti i suoi film. Dallo schermo ci ha anche suggerito il modo perfetto per servirlo, coniando una frase rimasta celebre: “agitato non mescolato”, o meglio "shaken, not stirred" nella versione originale. Ma Bond lo consuma anche puro e preferibilmente secco il vermut torniese, lo sappiamo con certezza grazie all'inquadratura della sua peccaminosa vasca rotonda in Una Cascata di Diamanti (1971) dove lui, nudo a mollo, telefona, legge il giornale, e sorseggia Martini Extra Dry. Sempre nella stessa pellicola, appare anche la bottiglia di Martini Rosso nell'appartamento di Tiffany Case (Jill St. John) ad Amsterdam, e in Operazione Piovra (1983) il Martini e custodito nella stanza della bella Octopussy, mentre in Zona Pericolo 1987, Kara Milovy droga Bond con un cocktail a base di Martini Extra Dry, vodka e idrato di cloralio.
Sean Connery alias James Bond nel film Una Cascata di Diamanti, 1971.
Sean Connery (James Bond) e Jill St. John (Tiffany Case) in Una Cascata di Diamanti, 1971.
Roger Moore sorseggia un Martini nel luglio 1968. (Foto di Peter Ruck / BIPs / Getty Images)
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Lasciamo per un momento il jet-set e ruotiamo gli occhi in direzione della fabbrica, a pochi passi dal museo interattivo, sede storica di Martini&Rossi, (oggi parte del gruppo Bacardi), nata nel 1864 a Pessione, in provincia di Torino. Qui, si produce il Martini che si esporta e si beve in tutto il mondo: 200 milioni di bottiglie l'anno, 4000 mila litri di aperitivi al giorno. Da questo autunno, per la prima volta si può visitare e compiere un tour sensoriale – dal processo di selezione dalle erbe aromatiche e dei vini fino ai delicati passaggi che segue il Master Blender – per scoprire tutte le tonalità del vermut, vino aromatico inventato nel 1786 proprio a Torino che deve il suo nome all'erba artemisia (Wermut appunto, in tedesco). Nello stabilimento colpisce la Sala degli Alambicchi, con i profumi dei sacchi di menta, cannella, assenzio, timo, e le vasche del Tinaggio da milioni di litri dove, delicatamente, avviene il mariage, una vera e propria unione, degli ingredienti.
I maxi-contenitori in acciaio per la fermentazione del Martini nella fabbrica di Pessione, Torino.
© AndreaGuermani
Nella Wunderkammer dell'enologia, si scoprono invece gli strumenti tecnici, le tavole illustrate, rari volumi e documenti d’archivio, uno speciale spazio dedicato alle più importanti piante aromatiche utilizzate nei prodotti e una postazione sensoriale per godere di una ricca esperienza olfattiva grazie agli aromi e ai profumi che si sprigionano dalle ampolle che li custodiscono. Mentre nella Tasting Room si passa all’assaggio e all’analisi sensoriale dei differenti prodotti, prima di terminare il percorso nel Martini bar per seguire la preparazione di alcuni dei più famosi cocktail, dall’Americano al Negroni e, nell’immediato futuro, anche signature cocktail esclusivi.
Una tappa del Discovery Tour a Casa Martini.
© AndreaGuermani
Discovery Tour, Cocktail Experience, Vermouth Class e l’Ultimate Experience rappresentano i diversi livelli di esperienza prenotabili direttamente sul sito www.visitcasamartini.com.