Moda sostenibile che nasce dai tempi di lockdown e Coronavirus: ecco i cappelli che nascono dall'uso di filati che sarebbero andati sprecati.
“Rattigan è parte
L’arrivare da una formazione che non riguarda la moda ma l’arte potrebbe essere uno dei vantaggi che la rende meno contaminata dal contesto ma soprattutto l’arte è il campo da cui si sente più influenzata: “A distinguerci potrebbe essere l’utilizzo del colore. Gli accostamenti fatti da mia madre mi ricordano le tele di Gauguin, artista che amo particolarmente. Mio padre dipinge da sempre e insieme stiamo pensando a un nuovo packaging”.
Tra i progetti e le possibili evoluzioni che guardano al futuro per questo brand di moda sostenibile c’è l’arredo che rappresenterebbe ancor di più qualcosa che resiste inesorabile al tempo, per ora, invece, ci sono clienti tra i più disparati e piace pensare che RAT HAT sia davvero per tutti, senza età, ruolo o genere, e, privo di velleità elitarie, aggiunga colore e allegria senza freni alla quotidianità di tanti. “Il messaggio più bello che ci ha scritto una ragazza in quarantena è stato che indossare il nostro cappello, anche se in casa, le mette gioia. E in un momento storico come quello che stiamo attraversando credo sia una cosa bellissima”.