Clean eating, dieta chetogenica, dieta juicing, dieta plant-based, dieta a zona. Quando si tratta di mangiare sano, ogni due minuti viene fuori una nuova moda,
Mangiare cibo di stagione non è meglio soltanto per voi, in quanto gli alimenti tendono a essere più freschi e quindi a contenere più sostante nutritive, è meglio anche per il pianeta, perché riduce i costi di produzione e di trasporto. Per saperne di più, abbiamo parlato con la terapista nutrizionale ed esperta del mangiar sano Amelia Freer.
Cosa significa mangiare di stagione?
“Mangiare di stagione significa mangiare cibo che è stato raccolto localmente poco tempo prima del consumo. La definizione di ‘cibo locale’ può variare, ma in genere indica alimenti coltivati nel proprio paese o in paesi confinanti. Locale può tuttavia significare anche iper-locale, e c’è un numero crescente di negozi e ristoranti che si procurano la maggior parte degli ingredienti da fonti che si trovano nel raggio di poche miglia. Un tipo di approvvigionamento che è anche iper-stagionale, dal momento che i prodotti agricoli locali cambiano notevolmente a seconda delle stagioni.”
© Ashley Winkler
Da dove deriva l’espressione “mangiare di stagione”?
“È nata dal desiderio di riconnetterci con la natura e con i suoi ritmi. Un tempo la stagionalità era una cosa scontata, dal momento che non c’era altro cibo disponibile al di là di quello che cresceva sul posto o che poteva essere raccolto a livello locale. Questo implicava che le nostre diete nei secoli scorsi erano piuttosto blande e uguali per mesi e mesi [ora possono essere più variate dal momento che viene coltivata una più ampia gamma di frutta e verdure].”
Perché sta avendo una rinascita?
“Intorno allo scorso secolo c’è stato un enorme cambiamento nel modo in cui produciamo, lavoriamo e conserviamo il cibo, un cambiamento che ci ha allontanati sempre più dalla natura ciclica delle colture. Questo ha avuto ripercussioni sia sull’ambiente che sulla nostra salute, quindi non c’è da stupirsi se cominciamo a rifletterci sopra e a desiderare di tornare pian piano sulla rotta giusta.
“Di certo mangiare frutta e verdure di stagione non è una cosa riservata a pochi privilegiati o ai paesi sviluppati. È invece un’assoluta necessità per milioni di persone in tutto il mondo che fanno affidamento sulle proprie colture per nutrirsi e nutrire le loro famiglie. La profonda conoscenza dell’andamento stagionale dei raccolti, con i suoi flussi e riflussi di diverse colture, è indispensabile per la sopravvivenza.”
Quali sono i benefici per la salute del mangiare stagionale?
“Il beneficio principale è che mangiare stagionalmente significa anche maggiore probabilità di mangiare cibo raccolto da poco, al giusto punto di maturazione, e che arriva nei nostri piatti in una quantità di tempo minima. Questo può aiutare a ottimizzare la concentrazione di alcuni micronutrienti e fitonutrienti contenuti nel prodotto, che spesso ha anche un sapore migliore (perché non è stato coltivato e raccolto in vista di un lungo periodo di conservazione e del trasporto, a scapito del gusto e del valore nutrizionale). Ma forse, in termini di benefici per la salute, ancora più importante è la varietà che mangiare stagionalmente può garantire.
“Con l’approvvigionamento internazionale degli alimenti, possiamo mangiare le stesse cinque verdure e gli stessi cinque frutti tutti i giorni per tutto l’anno senza sgarrare una volta. Sono sempre a disposizione al supermercato, indipendentemente dal costo e dalla lunghezza del trasporto. Tuttavia, noi esseri umani ci siamo evoluti mangiando una dieta enormemente ampia e variata, consumando centinaia (se non migliaia) di vegetali diversi nel corso dell’anno. Stagionalità significa varietà, e la varietà di prodotti significa varietà di nutrienti. È questa varietà che può aiutarci a proteggerci dal rischio di carenze o di eccessi nutrizionali, ed è al centro di quello che intendiamo quando parliamo di diete ‘bilanciate’.”
Perché è meglio per il pianeta?
“Questa risposta non è proprio semplice come potrebbe sembrare in un primo momento. Se accettassimo di mangiare solo cibi stagionali coltivati a livello locale, questa sarebbe probabilmente la soluzione meno impattante per l’ambiente.
“Coltivare i propri alimenti è un ottimo punto di partenza, e in alcuni posti del mondo oggi si possono acquistare cassette di frutta e verdura prodotte localmente. Ma per molte persone sarebbe una dieta monotona, quindi qualche alimento è necessario importarlo. L’essenziale è capire a quanto ammonta il costo per l’ambiente della produzione e del trasporto. È improbabile che coltivare pomodori in serre riscaldate nel Regno Unito sia più ecocompatibile di quanto non lo sia farli venire dalla Spagna dove possono crescere sotto il calore naturale del sole, per esempio. E poi ci sono da considerare il confezionamento, il costo e la disponibilità, tra una pletora di altri fattori. Quindi sì, da una prospettiva ambientale è certamente una buona idea mangiare più cibo di stagione, ma nella vita reale non è così semplice.
“In generale, comunque, acquistare e mangiare sostenibilmente comincia con la consapevolezza e la volontà di mettere in discussione le nostre abitudini di acquisto consolidate – leggendo le etichette, facendo domande, informandoci e decidendo che la cura dell’ambiente sarà la nostra priorità quando faremo la spesa. Non si tratta di essere perfetti, ma di essere abbastanza aperti mentalmente per cambiare, un po’ alla volta.”
© Tolga Ahmetler
Qual è la convinzione errata più frequente sul mangiare di stagione?
La convinzione errata più comune è che sia costoso, o destinato ai pochi che possono acquistare esclusivamente dai coltivatori biologici. Questo è quanto di più lontano dalla verità. Conoscere la stagionalità è un vantaggio quando si tratta di pianificare la spesa settimanale. Gli ingredienti stagionali sono per definizione più ampiamente disponibili, il che significa quasi sempre che costano meno. Il minor costo si riflette anche nei supermercati, come nei negozi di alimentari e negli altri mercati. Mangiare di stagione può essere il modo più economico di nutrirsi, a patto di sapere cosa comprare e quando.”
Come mette in pratica tutto questo nella vita di ogni giorno?
“Faccio del mio meglio per ridurre al minimo l’acquisto di cibi che sono stati trasportati per via aerea (mi preoccupo un po’ meno di quelli che possono viaggiare per mare, perché l’impatto ambientale è minore) e di quelli che potrebbero aver contribuito alla deforestazione a causa della nostra crescente richiesta di colture tropicali.
“Ci sono tuttavia varie tipologie di cibi che si conservano bene per lunghi periodi (come i legumi, i cereali integrali, le noci, i semi, l’olio, le radici e i cibi surgelati o in scatola) e questi non mi preoccupa poi molto che siano di stagione. Possono essere raccolti una sola volta all’anno ma noi possiamo mangiarli tutto l’anno senza preoccuparci se siano stagionali oppure no.”
Per altri consigli nutrizionali, Amelia Freer ha appena lanciato un corso online conCreate Academy