Serie tv in costume: le migliori secondo Vogue
Tiare, corsetti e amori proibiti? La ricetta vincente di Bridgerton, ormai a 63 milioni di spettatori in
Chi cerca livelli di scrittura sublimi nel genere serie tv in costume può rifugiarsi nelle quattro stagioni di The Crown prima del nuovo avvicendamento di cast che vede Olivia Colman cedere lo scettro della Regina Elisabetta II a Imelda Staunton, sempre su Netflix.
Sempre in tema di sovrani e scettri britannici, non si può dimenticare Victoria, che ha fatto sognare su LaF, il canale per eccellenza delle serie d’epoca. Dai Tudorsdi Jonathan Rhys-Meyer a I Borgia, le dinastie blasonate in TV si sono date il cambio con encomiabile rapidità spaziando dalla Gran Bretagna alla Francia (Versailles), fino all’Italia (I Medici) e alla Russia con Caterina La Grande interpretata da dame Helen Mirren. Alcune vicende sono più vicine di altre ai giorni d’oggi, come Destini in fiamme e altre ci parlano con straordinaria modernità, come le prostitute di Harlots ancora inedite nella Penisola, ma tutte aprono le porte di ere basate su codici e onore.
Eccone cinque, dal sapore royal o dal comprovato sangue blu, da rivedere tutte d’un fiato
1- La trilogia di THE WHITE QUEEN
The White Princess
In principio c’era Rebecca Ferguson (Elisabetta) in The White Queen, affiancata da Max Irons (Edoardo IV), poi è stato il turno di Jodie Comer (Elisabetta di York) in The White Princess: entrambe sono diventate spie per franchise di successo, la prima in “Mission: Impossible” e la seconda per “Killing Eve”, ma non prima di aver indossato la corona e aver architettato trame di corte e cospirazioni di palazzo. La terza eroina di questa fortunata e avvincente trilogia (su Starzplay, disponibile su Amazon Prime Video, Apple TV+, Rakuten e Vodafone Tv) è Charlotte Hope, che di sicuro spiccherà il volo dopo aver interpretato Caterina D’Aragona in The Spanish Princess armata di tutto punto durante la gravidanza sul campo di battaglia e disposta a tutto per la salvaguardia del regno dell’amato Enrico VIII, come ci hanno raccontato i protagonisti.
Oggi le chiameremo “bad ass girls” perché non abbassano lo sguardo e non tornano mai indietro. Nate per indossare la corona, mescolano il portamento regale al fascino felino, da non sottovalutare.
2. OUTLANDER
Outlander
© Nick Briggs
Il viaggio nel tempo lungo due secoli nella Scozia degli outlander guida la protagonista Claire (Caitriona Balfe) in un tempo sconosciuto e pericoloso, il 1700. Infermiera prima e dottoressa poi ai giorni nostri, deve ridimensionare le proprie conoscenze e le libertà del genere femminile per adattarsi ad un’epoca per certi versi primordiale. Basata sulla saga letteraria omonima, Outlander (disponibile su NowTV), incarna con il lord Jamie Fraser (Sam Heughan) tutte le fantasie proibite delle donne. Vigoroso, possente e gentiluomo (il che non guasta), soprattutto nella prima stagione dà sfoggio di sé nei dettagli, dal lato B notevole alla prestante tartaruga ed è molto facile per il pubblico perdersi in quegli occhi intensi color smeraldo. La saga, però, non si basa solo su un romanticismo fiabesco perché include violenze e soprusi e mostra l’innato spirito di sopravvivenza anche nelle circostanze più brutali. Oltre alle fantasie erotiche, quindi, si scopre molto altro…
3. POLDARK
Poldark
La serie BBC vanta toni uggiosi almeno quanto il clima della Cornovaglia in cui è ambientato Poldark (ora su NowTV), tratto dagli omonimi romanzi. Ad interpretare i panni scomodi del capitano protagonista troviamo un Aidan Turner un po’ musone e sempre crogiolato nel suo “Sturm und Drang” interiore. La guerra l’ha indurito, certo, ed essere stato dato per disperso non ha giovato, soprattutto perché la fidanzata Elizabeth (Heida Reed) ha poi sposato il cugino di lui, George (Jack Farthing), un altro personaggio decisamente poco simpatico ma in compenso molto narciso. Da paladino delle cause perse qual è, Poldark sposa Demelza (Eleanor Tomlinson), una sguattera senza dote e peraltro bistrattata dalla sua stessa famiglia. Di base, quando non ci sono guai all’orizzonte Poldark se li va a cercare con il lanternino. Non che combatta con i mulini a vento, sia chiaro, ma sposa spesso missioni quasi impossibili, un po’ per utopia e un po’ per il senso di colpa del sopravvissuto. Tormentato e taciturno, scatena l’istinto da crocerossina nascosto in ogni donna.
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4. THE GREAT
The Great
© Ollie Upton
A dispetto del clima rigido e del senso dell’umorismo ancora più glaciale nella società russa, la serie The Great riesce a fare una satira arguta dell’epoca mettendo in campo una coppia ben assortita, composta da Nicholas Hoult (lo zar Pietro III) ed Elle Fanning, interprete di Caterina La Grande in questo bizzarro affresco a puntato che è The Great (su Starzplay, disponibile su Amazon Prime Video, Apple TV+, Rakuten e Vodafone Tv). All’inizio della storia lei è una ragazzina naive e priva di senso della realtà, colta ma sprovveduta, mentre lui si dimostra un sovrano umorale e capriccioso, senza talento e scopi nella vita. Il loro incontro, il più classico dei matrimoni combinati, dà vita ad una serie di contrasti surreali a corte, tra cospirazioni, sport letali e nobildonne frivole. Il risultato è sublime e a dir poco illuminante.
5. REIGN
Reign
© Ben Mark Holzberg
Tutti conosciamo la sorte infelice di Maria Stuarda di Scozia, ma in Reign (su Netflix) almeno qualche gioia le viene concessa. Le presta il volto – oltre al vitino da vespa – l’eterea Adelaide Kane, all’inizio alle prese in un triangolo bizzarro con il promesso sposo Francesco II di Valois (Toby Regbo) e il fratellastro Sebastian (Torrance Coombs). Anche lei si dimostra presto un tipino da non sottovalutare: a dispetto di trine e merletti rivisitati in chiave squisitamente moderna, questa versione di Maria diventa più appassionata e vivace di quanto non fosse concesso all’epoca alle nobildonne. Ma poco importa, se pensiamo alla virata soprannaturale che ad un certo punto imbocca la serie, con tanto di profezie di Nostradamus incluse. Sensuale, sfacciata e anticonformista, Reignvuole raccontare i reali in salsa teen per renderli più vicini al pubblico. E ci riesce in pieno.