Il punto di vista di Casa Vogue. Discovery di Ernesto Gismondi

L’esordio di Discovery è nel 2015, con la versione a sospensione orizzontale. Meno di così non si può, l’essenza dell’essenza. «Per riuscire a ottenere un

anello così sottile e leggero» spiegava Ernesto Gismondi – il papà di Artemide – che l’aveva progettata, «ci siamo rivolti a dei produttori di biciclette, e il risultato è questo profilo leggerissimo in alluminio e una lampada quasi invisibile». Nel 2018, diventa una famiglia con le versioni verticali e vince pure il Compasso d’Oro. Poi arriva la versione  da parete con luce bianca regolabile in intensità. E nel 2020, è presentata anche quella da terra. 

Discovery sospensione verticale

© HGEsch

Il principio è lo stesso: un profilo, una cornice circolare, rettangolare o quadrata – sempre in più dimensioni – che non invade l’ambiente. Al suo interno corre una striscia LED che inietta la luce in una superficie di PMMA trasparente con un pattern di microincisioni distribuite per raggiungere la massima efficienza e uniformità. Come si dice, Discovery brilla per la sua assenza, ma afferma la sua presenza quando è accesa grazie alla luce che disegna la superficie emittente centrale. L’effetto è una illuminazione uniforme, perfetta per gli ambienti di lavoro, ma l’introduzione della luce colorata e Tunable White la rendono interessante anche per creare nuovi scenari domestici. 

Discovery Space

Infatti, spiegano da Artemide, la combinazione di LED RGBW (red, green, blu, white) consente di ottenere qualsiasi tonalità e saturazione cromatica oltre al bianco puro. E la versione Tunable White varia la temperatura di colore da bianco caldo a bianco freddo. Facciamocene una ragione, la separazione ufficio/casa è sempre più labile e incerta. Se la privacy è diventata un concetto molto elastico, proteggiamo almeno benessere ed emozionalità, cominciando magari con un buon uso della luce. La tecnologia ci aiuta. 

Related Articles