L’ 8 dicembre 2020 a Coventry, nel Regno Unito, Margaret Keenan, 90 anni, è stata la prima persona a ricevere in Europa una dose del
vaccino Pfizer-BioNTech, il primo vaccino anti-Covid approvato in occidente dopo la sperimentazione (il vaccino Moderna è stato appena approvato in tutto il continente e l'Oxford/AstraZeneca è ancora in attesa di autorizzazione). Finalmente un barlume di speranza: forse riusciamo a vedere la fine della peggiore pandemia degli ultimi cento anni.
Vaccinando almeno il 70 % della popolazione di una nazione si potrebbe raggiungere la tanto auspicata “immunità di gregge”, e sperare di tornare a una vita un po’ più normale. Ma nonostante sia Pfizer che Moderna abbiano dichiarato che i loro vaccini hanno un’efficacia pari al 95 % senza effetti avversi gravi, il recente sondaggio dell’ Ipsos-World Economic Forum rileva che la fiducia nel vaccino è in calo in molti Paesi, soprattutto in Sudafrica, Russia e Francia, dove solo il 40% degli intervistati ha dichiarato che intende vaccinarsi.
Margaret Keenan, 90 anni, applaudita dallo staff mentre torna al suo reparto. È stata la prima persona in UK e in tutta Europa a ricevere il vaccino Pfizer-BioNtech Covid-19 all'University Hospital di Coventry, 8 dicembre 2020
© Pool
L’atteggiamento opposto si registra invece in Cina, dove l’80 % (la percentuale più alta nel mondo) della popolazione vuole vaccinarsi, mentre l’intenzione di ricorrere alla profilassi è salita al 77 e al 69 %, rispettivamente nel Regno Unito e negli Stati Uniti, nazioni in cui il vaccino è stato somministrato, sottolineando la necessità di una diffusione globale.
Perché così tante persone non sono sicure di volersi vaccinare?
L’anno tumultuoso che abbiamo vissuto è stato terreno fertile per le più svariate teorie complottiste. Dalle leggende più bizzarre secondo cui i network della telefonia mobile in 5G sono la causa del Covid-19 alle accuse, ovviamente infondate, all’esperto immunologo americano Anthony Fauci di essersi arricchito grazie al virus; dalle preoccupazioni per un vaccino che è stato sviluppato, cosa senza precedenti, in soli 10 mesi, quando di solito ci vogliono almeno 10 anni, fino a chi sostiene che la tecnologia mRNA utilizzata per realizzare il vaccino Pfizer-BioNTech può modificare il DNA umano (non è assolutamente vero).
“In questo momento c’è profonda sfiducia nei confronti dei governi”, afferma Heidi J Larson, professoressa di antropologia e direttrice del Vaccine Confidence Project alla London School of Hygiene & Tropical Medicine. “Nel panorama dell’informazione vengono fuori notizie che non dovevano venir fuori, e la gente comincia a pensare: di chi mi posso fidare? E inizia a costruirsi opinioni proprie, e circondarsi di persone che hanno percezioni simili”.
Come spiega Larson nel suo libro Stuck: How Vaccine Rumors Start — and Why They Don’t Go Away (Oxford University Press, luglio 2020) la riluttanza e il rifiuto di vaccinarsi non sono una novità, e uno dei primi esempi nella storia furono le proteste contro la vaccinazione obbligatoria contro il vaiolo in Gran Bretagna nel 19° secolo. Ma lo scetticismo nei confronti dei vaccini è in gran parte radicato in uno studio del 1998, poi smentito e ritirato, del dottor Andrew Wakefield, il quale sosteneva l’esistenza di una correlazione fra la somministrazione del vaccino trivalente MMR e l’autismo. (Wakefield venne poi giudicato colpevole di condotta antiscientifica e radiato dall’albo dei medici nel 2010.)
Larson sottolinea che decidere di sottoporsi a un vaccino è qualcosa di complesso, che viene influenzato da tutta una serie di fattori religiosi, culturali e filosofici intrecciati fra loro. E sostiene che il termine ‘no vax’ sia troppo polarizzato, dal momento che una fetta molto più consistente della popolazione non è contraria, ma “esitante”, e si fa domande sulla sicurezza del vaccino e su come si usa. “La mia missione principale è cercare di depolarizzare le opinioni e creare uno spazio per il dibattito”, afferma. “Dobbiamo ricostruire il rapporto con le persone, l'abbiamo dato per scontato per troppo tempo. Non si ricostruisce la fiducia da un giorno all’altro, ma nel frattempo è importante cercare di ridurre la diffusione di voci incontrollate”.
I social media e i movimenti no-vax
Affrontare il problema della disinformazione nell’età dei social media, in cui informazioni false diventano virali e si diffondono in modo dirompente sulla rete, è una sfida molto complicata. Tre giganti dei social media - Facebook, YouTube e Twitter - forse in un’ammissione tardiva della loro responsabilità per aver amplificato queste voci incontrollate, insieme all’organizzazione di fact-checking inglese Full Fact hanno dichiarato di voler unire le forze e collaborare con i fact-checker, i governi e i ricercatori per affrontare la questione della cattiva informazione sui vaccini.
E se potessimo usare l’enorme influenza dei social per promuovere una maggiore fiducia nel vaccino? Larson ha molta stima per il lavoro di Team Halo, un’iniziativa nata lo scorso ottobre da un gruppo di ricercatori e scienziati di tutto il mondo per spiegare in cosa consiste il loro lavoro e affrontare questioni come la paura del vaccino attraverso brevissimi e divertenti video informativi che postano su TikTok, Twitter e Instagram. Finora, #teamhalo ha raccolto più di 32 milioni di visualizzazioni su TikTok (la vera star è la dottoressa Anna Blakney, bioingegnere trentenne che su TikTok ne ha avute più di 15 milioni). Anna Nolan, fra i fondatori di Team Halo, dice che la loro speranza è che questi esperti “possano aiutare le persone a superare le loro incertezze e creare consenso a sostegno dei vaccini e dello straordinario lavoro scientifico che ha contribuito a crearli”.
Un altro membro di Team Halo in prima linea è la dottoressa Natália Pasternak, una microbiologa brasiliana presidentessa dell’istituto non profit Questão de Ciência (IQC). Secondo il Vaccine Confidence Project, l’incertezza in Brasile è stata aggravata dall’approccio antiscientifico del presidente Jair Bolsonaro che si è dichiarato contro la quarantena, sostenendo che l’idrossiclorichina è una ‘cura miracolosa’ anche se lui stesso ha poi contratto il Covid-19, tutto questo mentre era alle redini di un Paese con uno dei più alti tassi di mortalità da coronavirus del mondo.
Attraverso rubriche sui giornali, podcast, interviste e video su TikTok la dottoressa Pasternak sta implorando i brasiliani a prendere la pandemia sul serio, ed è una voce fortemente critica verso Bolsonaro. “Quando la cattiva informazione viene direttamente dal governo federale è molto più difficile combatterla”, spiega. “Le persone guardano al presidente e al ministro della salute. E se loro dicono che il Covid-19 è poco più di un raffreddore, e che non c’è bisogno di indossare una mascherina o evitare gli assembramenti, la gente gli crede”. Un lavoro durissimo e stressante, ma “ogni singola persona che decide di indossare una mascherina e di farsi vaccinare vale tutti gli sforzi fatti”, afferma la dottoressa.
Nel frattempo, negli Stati Uniti, il Presidente eletto Joe Biden e la vice presidente eletta Kamala Harris hanno scelto un approccio più responsabile alla pandemia di quello di Donald Trump, e si sono vaccinati a favore di telecamere per incoraggiare i cittadini ad avere fiducia nel vaccino, un po’ come Elvis Presley quando aveva deciso di vaccinarsi contro la poliomelite durante l’Ed Sullivan Show, più di 60 anni fa. In Gran Bretagna i ministri e NHS England hanno stilato una lista di ‘celebrity di buon senso’ (come Sir Ian McKellen) nella speranza di riuscire a diffondere lo stesso messaggio. Ma l’ endorsement da parte di una celebrity non riduce l’enorme lavoro che va fatto all’interno delle community, e anzi Larson consiglia un approccio più radicale a livello locale con i leader delle community.
La chiave per avere fiducia nel vaccino?
Ascoltare le testimonianze di chi si è già vaccinato può essere un fattore di grande motivazione. Come ad esempio quella di Ethan Lindenberger, il ventenne dell’Ohio che nel 2018 aveva iniziato a sostenere i vaccini contro la madre no-vax che non voleva far vaccinare il figlio contro il morbillo. La sua vicenda è diventata virale, Ethan ha parlato davanti a una commissione per la salute del Senato ed è stato protagonista di un TED Talk sulla disinformazione riguardo ai vaccini che ha avuto più di 2 milioni di visualizzazioni. Una delle conquiste di cui va più fiero è stato aiutare il fratello minore a capire: lui gli ha dato ascolto, e nel 2020 si è vaccinato contro il morbillo.
“Le persone si riconoscono nelle altre persone, non nei dati” dice Lindenberger. “Se scelgo di vaccinarmi e ne parlo apertamente in famiglia, posso riuscire a convincerli io più di qualunque altro? Io dico di sì”. E quando gli chiediamo un consiglio sul modo più giusto di parlare a parenti e amici ancora dubbiosi sul vaccino, Lindenberger dice che è importante usare l’empatia per iniziare una conversazione.
Un'infermiera controlla le siringhe pre riempite di vaccino contro il Covid-19 all'Howard University Hospital di Washington, DC, 15 dicembre 2020
© Getty Images
“Le persone male informate non sono cattive”, dice, “quindi il focus deve essere l’istruzione. La mia è una mamma affettuosa e la mia più grande sostenitrice, ma era convinta che i vaccini potessero provocare menomazioni nei bambini e che fossero un modo con cui il governo controllava le persone, quindi mi attaccava ed era confusa. Ho cercato di andare oltre. È un argomento difficile di cui parlare, ma se sai che i tuoi hanno a cuore il tuo benessere, e che vogliono proteggere la loro famiglia, allora puoi cercare di parlarne, senza rimanerci male però se li vedrai turbati. Bisogna mantenere la mente lucida”.
Alla fine, quindi, non abbiamo solo bisogno di leader politici o di celebrity, ma anche di voci come quella di Lindenberger o di Margaret Keenan, che possono aiutare a spostare l’attenzione del pubblico, parlando apertamente e sinceramente delle proprie esperienze, mentre va avanti il programma di vaccinazioni più grande della storia.
Keenan ha detto in TV che il vaccino è stato “il regalo più bello per il mio prossimo compleanno che potessi desiderare, perché con il nuovo anno potrò finalmente passare del tempo con la mia famiglia e con i miei amici dopo aver passato da sola gran parte del 2020”.
E poi si è rivolta alla telecamera con parole piene di saggezza: “Il mio consiglio a chiunque abbia la possibilità di vaccinarsi è di farlo: se mi sono vaccinata io a 90 anni, allora potete farlo anche voi”.
La foto è solo a scopo illustrativo.