Anjia Rubik e l'amore per i ratti

È stato elettrizzante essere invitata a realizzare una serie di autoscatti per questo numero di Vogue Italia dedicato agli animali. Loro e gli esseri umani

hanno in comune una storia evolutiva di oltre 200mila anni. Un periodo durante il quale gli animali sono stati, per così dire, i nostri insegnanti madrelingua e la nostra fonte di ispirazione, i nostri compagni, la nostra risorsa naturale. Ora, tuttavia, siamo entrati in un’epoca in cui il progresso sta accelerando l’estinzione e alterando il mondo naturale a un ritmo senza precedenti nella storia dell’uomo. Dopo quanto è accaduto nel 2020, è arrivato per noi il momento, non più rimandabile, di accettare, onorare e proteggere le specie con cui coabitiamo il pianeta. Le avversità creano gli alleati più insoliti. Entra in scena il Ratto.  Ho deciso di condividere le mie pagine su Vogue Italia con una delle più incomprese fra le specie animali presenti sulla Terra: il Rattus Chordata, l’umile ratto. Simile agli esseri umani sotto il profilo psicologico, neurologico e ormonale, eccelle nell’apprendimento e nella comprensione dei concetti. I ratti sono una parte importante del nostro ecosistema. Sono utilizzati per lo screening della tubercolosi e hanno svolto un ruolo di primo piano nelle nostre conquiste in ambito biomedico. Topi addestrati sono anche di aiuto nelle operazioni di sminamento. Queste creature caratterizzate da eccezionale intelligenza, forma slanciata, muso appuntito, coda irsuta e grandi orecchie pelose, sono state per secoli fonte di ispirazione per il mondo dell’arte, dall’antico Egitto a Vincent Van Gogh, a Banksy.  

Giacca smoking doppiopetto di lana jac­quard e camicia, LARDINI; Cravatta di seta, TAGLIATORE.

© steirn

La mia scelta degli animali da fotografare è dipesa anche da motivi personali. Ho avuto un profondo legame affettivo con un ratto. Di fatto, me ne ero innamorata. Si chiamava Fibi. È stata la mia più cara compagna la prima volta in cui mi sono trasferita a New York, nel 2003. Era un mix di Rex e Dumbo, con enormi orecchie. Mi sedeva sulla spalla durante il giorno, mentre la notte mi si accoccolava accanto. Le avevo insegnato a portarmi le cose e a fare il morto. La facevo salire di nascosto sull’aereo e la riportavo a casa in Polonia per Natale, dove adorava sgranocchiare i preziosissimi libri di poesia di mia madre. Quando ho perso Fibi a causa di una polmonite, nel 2005, ero distrutta dal dolore. La mia piccola amica mi aveva lasciato e si era portata via un pezzetto del mio cuore.  

Le mie co-star in questo shoo­ting provengono da un centro di riabilitazione e fanno parte di un programma educativo che insegna ai bambini a essere empatici e gentili con gli animali. Sono arrivate sul set insieme a tre affezionati guardiani. Tra uno scatto e l’altro se ne stavano sedute sulle mie spalle, a volte avventurandosi lungo la manica fino alla macchina fotografica o alla tastiera, nei momenti in cui facevo editing.  Queste foto illustrano una relazione improbabile: Vogue-Ratti. L’anno appena trascorso è stato alquanto anomalo. L’anno del Topo, un periodo pieno di avversità ma anche di speranza in un nuovo inizio. Il 2020 ci ha costretti ad adattarci e a riconoscere la necessità di cambiare lo stato delle cose. Per quanto ne so, questi sono i primi ratti mai apparsi sulle pagine oltre che su una copertina di Vogue Italia, e per me è stato un onore condividere la luce dei riflettori con questi animali incredibilmente intelligenti. Iniziamo il nuovo anno aprendo le nostre menti e sgombrandole dai pregiudizi nei loro confronti.

Maglia di shetland con cut-out, PRADA.

© steirn

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