Le migliori serie tv russe da vedere su Netflix

Serie tv russe: tre titoli da non perdere

Nascoste nell’immensa offerta, sulla piattaforma Netflix si possono trovare anche alcune serie russe. Interessanti per chi apprezzi

la cinematografia dell’Est e per chi voglia iniziare a conoscerla. Certo non sono capolavori del cinema slavo: plot e schemi sono omologati ai serial occidentali, ma si distinguono la capacità narrativa tipicamente russa, l’ambientazione ai nostri occhi affascinante, la complessità psicologica dei personaggi. Benché a noi sconosciuti, gli attori, tutti eccellenti, sono assai popolari in Russia, al cinema (anche d’autore), in teatro e in televisione, mentre i registi sono spesso giovani emergenti formati nelle grandi scuole cinematografiche ex sovietiche.

Disponibili a tempo, vi segnaliamo le tre serie attualmente visibili su Netflix Italia. Un’avvertenza: nessuna è doppiata in italiano, ma i sottotitoli nella nostra lingua sono ben tradotti, si leggono senza perdere la visione e in fondo abituarsi alle sonorità del russo meglio ci cala nell’atmosfera originale.

1. To the Lake: un'epidemia sconosciuta dilaga a Mosca

Date le circostanze iniziamo dall’originale Netflix To the Lake, 8 episodi da 50 minuti l’uno: un caso in Russia dove è stato trasmesso su una web TV con il titolo Epidemia. La serie infatti, tratta dal best seller Vongozero della scrittrice Yana Vagner, è stata girata appena prima dello scoppio del Covid-19 e il virus che nella finzione flagella la Russia ha sintomi influenzali uguali al nostro, che per fortuna non uccide necessariamente in tre giorni e non sbianca le iridi prima del trapasso! Ma tante altre sono le situazioni del serial che purtroppo conosciamo, così che – è bene avvisare – di questi tempi la visione potrebbe turbarci. Anche nella finzione infatti accade che un’epidemia sconosciuta, dapprima sottovalutata, dilaghi a partire da Mosca. La metropoli è militarmente isolata e i sobborghi residenziali sono assaltati da squadre speciali (o bande di fuoriusciti) che in nome della legge marziale compiono razzie, uccidono, stuprano. Mentre la corsa ad accaparrarsi viveri, benzina e beni di prima necessità non conosce regole, un gruppo di cittadini tenta la fuga verso un lago isolato in Carelia, in cerca di un’arca (di Noè?) incagliata tra i ghiacci. Se ostacoli e tensione sono tipici del genere survivor, con picchi di violenza da film d’azione ed eccessi splatter da horror movie, la serie offre squarci di ottimo cinema. Per esempio nel quinto episodio, quando i protagonisti arrivano in un villaggio della sperduta campagna russa, ovviamente innevata, dove i contadini organizzano una resistenza dai toni epici contro i disumani “liquidatori”, che con maschere antigas e tute isolanti sterminano gli infetti. Ecco, l’immaginario dell’immane catastrofe sovietica,Chernobyl, percorre sottotraccia l’intera serie, spaventosamente reale come solo i russi l’hanno vissuto. Interessanti tutti i personaggi, caratteri umani tipicamente russi sì, ora di ascendenza letteraria ora modellati sulla più prosaica quotidianità, ma sempre vivi, vitali, empatici: il protagonista Sergei conteso tra due donne, Irina e Anna; gli adolescenti Misha e Polina, affetti da turbe e dipendenze; Leonid, tipico nuovo russo ricco e volgare, accompagnato dalla giovane e bella Marina; il vecchio Boris, ex burocrate sovietico, o Pavel, il medico idealista. Tutti troppo diversi tra loro, eppure uniti dalla necessità, in una parabola di sopravvivenza dove l’umanità è messa a dura prova ma non mancano gli slanci autentici. Di colpo di scena in colpo di scena si giunge al finale aperto, pare anticipatore di una seconda serie.

2. Sparta: teenagers russi stregati da un videogioco

È una crime story di classe con incursioni nella fantascienza Sparta, serie del 2018 in 8 episodi di 50 minuti ciascuno. L’ambientazione è unliceo modellodi San Pietroburgo, dove si verificano strane morti: l’incidente a un’allieva e il presunto suicidio, con volo dalla finestra della scuola, di una giovane insegnante. Indaga sul caso l’ispettore Kriukov, personaggio dostoevskiano dai contorni etici sfumati, con un intuito formidabile, ma provato psicologicamente e menomato nel fisico da un trauma familiare. Non gli ci vorrà molto a scoprire cosa si nasconde dietro la facciata: un universo virtuale di violenza, sesso, intimidazione, ovvero il videogioco “Sparta”, dove ibravi ragazzivivono una vita parallela e da cui sono diventati dipendenti. Difficile provarlo, a causa del potere politico corrotto che intralcia la scoperta della verità in nome di un affarismo senza scrupoli. Ma soprattutto per i colpi bassi di un antagonista che, sotto le sembianze dell’allievo modello Barks, incarna il male assoluto, con il suo seguito crescente di adepti pronti a tutto. Neppure l’amore di due donne che più diverse non si potrebbe né il ricordo di una terza scomparsa riusciranno a salvare l’ispettore con una redenzione catartica: il suo destino è tra i bassifondi di una San Pietroburgo mai da cartolina, tra cortili sordidi e palazzi imperiali in rovina, dove la vita accade e può far male. Intorno a lui i personaggi di una commedia umana che attualizza il grande romanzo russo, con tutte le classi sociali della Russia tradizionale e nuova acutamente rappresentate.

Sparta

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3. Meglio di noi: androidi con il cuore

Incrocia generi a predominanza sci-fi Meglio di noi, serie originale Netflix del 2019 in 16 episodi (due serie all’origine) di 50 minuti l’uno, nuove puntate in preparazione. In un 2029 non troppo lontano, sullo sfondo di una Mosca dai perenni contrasti, futuristica, underground, antica, i cittadini vivono ormai circondati da robot, con funzioni domestiche e di (vario) intrattenimento, utili ma imperfetti, talvolta pasticcioni. Fino alla comparsa di un androide dalle caratteristiche superiori, la bellissima Arisa, capace di provare emozioni umane e pronta a tutto per proteggere i suoi utenti abilitati. Importato dalla Cina, il prezioso esemplare scatena una guerra senza esclusione di colpi tra la potentissima azienda distributrice Kronos, che agisce con metodi mafiosi per conto del diabolico direttore Toropov, e una banda di liquidatori (altre figure ricorrenti), ovvero giovani teppisti che distruggono i robot per preservare il lavoro umano. In mezzo a loro, coinvolta suo malgrado, una famiglia “normale” apre scorci di quotidianità con le vicende del capofamiglia Georgi, medico e padre caduto in disgrazia (lo stesso attore protagonista di To the Lake), l’ex moglie, i figli contesi e un nuovo amore che si affaccia. Ma per i predominanti toni d’azione spinti fino all’apocalittico, consigliamo la serie agli amanti del genere.

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