Gli hair look dicono molto di noi

Maisy Allen ha 19 anni e la testa leopardo: «Un modo per esprimere la mia queerness e il mio gender». I capelli sono politici. Da

sempre. Nel discorso Contro i capelli lunghi, apparso sul Corriere della Sera il 7 gennaio del 1973, Pier Paolo Pasolini si soffermava su due “capelloni”, incrociati nella hall di un albergo a Praga, che «usavano per comunicare un altro linguaggio che sostituiva il tradizionale linguaggio verbale, rendendolo superfluo, e trovando del resto immediata collocazione nell’ampio dominio dei “segni”, nell’ambito cioè della semiologia, era il linguaggio dei loro capelli».

Da lì partiva una critica nei confronti dell’omologazione della rivolta. Sono moltissimi i ragazzi che esprimono se stessi attraverso hair look particolari, e sono moltissimi i giovani hairstylist – protagonisti di account Ig come @ravvebeauty, @dazedbeauty, @elevatehair (“Hair tv made by hairdressers for hairdressers”) o @infringemagazine (“Anthropology of Hair”) – che attribuiscono alle loro creazioni un valore politico. «I capelli che scegliamo possono essere l’espressione di cosa sta succedendo in un determinato momento, o luogo, a un determinato gruppo di persone. È la nostra storia, il posto da cui veniamo, i nostri sentimenti, il nostro credo», dice Mariana Palacios (@interdimensionalife), hairstylist messicana. «Per esempio in Messico, durante la quarantena, la gente ha cominciato a tingersi i capelli di colori fluo e sgargianti, cosa che non aveva mai potuto fare prima, a causa dei dress code sul posto di lavoro. Io l’ho vista come una liberazione dell’identità personale».

«Se siamo coraggiosi abbastanza da mostrare direttamente agli altri cosa proviamo o cosa pensiamo, possiamo davvero affermare qualcosa di importante. Che sia un orientamento politico, sessuale, o anche solo un po’ di humour! Possiamo usare le nostre teste come una tela bianca per portare un messaggio nel mondo», spiega Janina Zais (@janinazais), 34 anni, hair artist che lavora tra Milano e Berlino. «Ho realizzato styling con il simbolo dell’anarchia o quello femminista, per rimarcare il potere delle donne, altri per sensibilizzare sull’autismo». Di recente Zais ha dipinto un Emoji Clown sulla testa di un modello andando in giro per le strade di Berlino a fotografare la reazione della gente: «Si tratta di un progetto che vuole riflettere sulle assurdità del mondo in cui viviamo, realizzato in collaborazione con il mio amico di lunga data André (@lenfant_), una mostra intitolata Shit Show che dovrebbe inaugurare a Berlino in gennaio».

(Continua)

In apertura: Maisy Allen, 19 anni, di Londra, fotografata da Panos Damaskinidis per “Infringe Magazine”.

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