Facebook elimina i "mi piace": ecco cosa cambia

Da oggi non esiste più il tasto "Mi piace" per le pagine Facebook. Una vera e propria rivoluzione messa in campo da Mark Zuckerberg sulla

sua piattaforma e che ne cambia radicalmente, o quanto meno profondamente, alcuni aspetti morali, etici e anche psicologici. Niente più "pollice in su" ma un nuovo tasto, il "Segui" che sostituirà di fatto il precedente e onnipresente Like.

Mark Zuckerberg

© Kay Nietfeld / IPA

Ma quali saranno le conseguenze della cancellazione del "Mi piace" sulle pagine Facebook? La più grande ovviamente una conseguenza psicologica e, se vogliamo, etica: seguire un pagina non significa necessariamente aver espresso un apprezzamento ai contenuti della stessa. La decisione sembra essere figlia, almeno ai nostri occhi, dei recenti fatti post-assalto di Capitol Hill: da oggi, insomma, Facebook può affermare che la sua politica non è quella di "creare affiliazioni" (anche e soprattutto verso personalità o contenuti controversi) bensì semplicemente di concedere una visibilità a questi stessi contenuti  che potranno essere seguiti o meno per i più disparati motivi (compresi quelli di "informazione").

Facebook 

© Bernhard Classen / IPA

Viene insomma ristabilita la gerarchia, che finora non è mai stata troppo chiara, tra following e “Mi piace”: cosa cambierà e come cambierà dal punto di vista della diffusione dei contenuti delle pagine, se ci sarà o meno un incremento della reach organica proprio in funzione del "desiderio" espresso con il tasto di "following" (quindi non più un giudizio sulla pagina ma un desiderio di riceverne gli aggiornamenti) attualmente non è dato saperlo.

Mark Zuckerberg

© Justin Sullivan

Si sa che ora le pagine però avranno un proprio stream dedicato di news, come se fossero un profilo privato e che potranno più facilmente intervenire nelle discussioni a nome, per l'appunto, della pagina: una sorta di "personalizzazione", se così vogliamo definirla, di una realtà che Facebook aveva sempre percepito come "aziendale" e mai come personale o di produzione contenuti. E chissà che questo non sia un primo passo della nuova "vita" di Facebook?

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