Audace, geniale e rivoluzionario. Lo stilista che ha creato il total look e ha intuito la forza (anche economica) dell'unire la creatività all'industria tessile. Walter
La nascita del Made in Italy
Siamo negli anni ‘60 e Londra ha Mary Quant, Parigi Yves Saint Laurent, New York Roy Halston; l'Italia è in fermento, siamo in pieno boom economico, con produzioni in serie di articoli che vendono nuove necessità, come il frigorifero, le lavatrici, l'automobile. Il settore industriale vede una grande spinta e, in modo particolare, cresce la produzione tessile nei distretti dislocati lungo lo stivale, che permetteranno (e accompagneranno) la nascita del prêt-à-porter italiano, nonché della figura dello stilista che opera e crea per una specifica clientela, in modo maniacale.
“Bello in modo quasi allarmante”, Walter Albini è tra i protagonisti di questa rivoluzione che parte dal Made in Italy “Per me ogni vestito ha una storia (…). Ogni vestito è un momento, una persona, un posto e ogni vestito ha il suo ruolo, come in teatro. Per cambiare vestito bisogna cambiare attitudine e spirito, e entrare in una parte parte. Ogni volta, ogni stagione, ogni collezione…", con queste parole lo stilista italiano si racconta ad Anna Piaggi per Vogue Italia (Dicembre, 1978).
Lo stilista immagina e crea storie per le persone che le vestiranno, nulla è lasciato al caso: uno stesso tema (oggi chiamato concept o mood) può essere declinato più volte e adattato altrettanto. È da questa idea che nasce il contratto Effetiemme: nei primi anni '70 Walter Albini firma le collezioni di Callaghan (jersey), Basile (capispalla), Misterfox (abiti da sera), Escargots (maglieria) e Diamants (camiceria), tutte fedeli allo stesso tema e firmate "Walter Albini per…".
Contestualmente, si può dire che Albini, nato a Busto Arsizio del 1941, ha definito alcuni capisaldi della moda per come la concepiamo ora: la nascita del prêt-à-porter italiano, la figura dello stilista che “non inventa nulla nella moda, ma che sa progettare lo stile”, come ricorda Sofia Gnoli.
La morte prematura di Walter Albini
Lui che raccontava storie infinite con i suoi abiti eccessivi e mai banali, la sua stessa storia è stata recisa troppo prematuramente: Walter Albini scompare il 31 Maggio del 1983, a soli 42 anni, presso La Madonnina di Milano, sotto le ombre e il terrore dell'AIDS. Ma come ha dichiarato la sua storica assistente, Emilia Vincenzini, che lo accompagnò anche negli ultimi giorni della sua vita, morì per una grave malattia infettiva.