Donald Trump: il suo ultimo giorno da presidente degli Stati Uniti

Sarà un giorno che ricorderemo per sempre. Le ultime 24 ore che Donald Trump ha vissuto come presidente degli Stati Uniti sono assolutamente coerenti con

il suo mandato, ma c’è forse qualcosa che è andato oltre ogni nostra possibile previsione.

Trump se ne va caparbiamente convinto che il risultato delle elezioni sia stato truccato,  e questo lo sapevamo anche per via dell’attacco vergognoso alla Democrazia del 6 gennaio con la rivolta di Capitol Hill in qualche modo auspicata dall’allora presidente.  

E il risultato di tutto questo è che il 20 gennaio il Paese si è svegliato completamento diviso: da un lato c’era chi gioiva per il ritorno a una politica di unità, di democrazia, di rispetto per le diversità, subito confermata da una serie di firme che, prima del tramonto del suo primo giorno, il nuovo presidente Biden ha già apposto sui documenti che hanno fermato la costruzione del muro con il Messico, hanno abolito il Muslim Ban, hanno sancito il rientro degli stati Uniti nel protocollo di Parigi. Dall’altro c’era chi ancora stava cercando sulle bacheche di QAnon e su altri forum di estrema destra qualche news, anzi qualche fake news, che desse loro la speranza che Trump potesse restare alla Casa Bianca.

Non c’erano. Trump ha dovuto andarsene. E così ha voluto farlo a modo suo, con il suo solito stile. A partire dal rifiuto di partecipare a qualsiasi gesto simbolico e pacificatore del passaggio delle consegne al nuovo presidente. È stato il solo, negli ultimi 150 anni, a non prendere parte alla cerimonia di insediamento del suo successore. Poi è arrivato il suo discorso di addio, tenuto alla Joint Base Andrews: nove minuti per raccontare "quattro anni incredibili" in cui ha parlato del suo disegno di legge di riforma fiscale del 2017, della Space Force e dei benefici per i veterani. Nessun riferimento a Biden - solo la speranza che chi viene dopo di lui “non vi aumenti le tasse”. Soltanto un breve accenno al “virus cinese” - che ha causato 400.000 vittime negli Stati Uniti - ma soprattutto una promessa ai suoi: tornerà, in qualche modo tornerà. Ultime parole: Buona Vita! Ad ascoltarlo un gruppo di persone, quasi tutte senza mascherina. E subito si notava qualche assenza eccellente, una per tutti quella del vicepresidente Mike Pence, che pur ha trascorso gli ultimi quattro anni a sostenerlo.

In tutto questo, lui e Melania sono arrivati ​​alla Joint Base Andrews con Marine One, l’areomobile presidenziale e sono scesi con la colonna sonora di "Don't Stop Believin" dei Journey. Da lì sono partiti per la Florida; erano gli ultimi minuti della sua Presidenza quindi fino all’ultimo non ha certo rinunciato al privilegio di usare ancora l’Air Force One.

Alla Casa Bianca si dice che abbia lasciato una nota personale per il nuovo presidente Joe Biden, forse l’unico gesto della transizione che ha rispettato. Ma in realtà non sappiamo - e non sapremo a breve - che cosa ci sia scritto in quella lettera. In genere c’è chi lascia messaggi umoristici, chi semplicemente fa gli auguri per il nuovo mandato e chi - come fece Obama 4 anni fa - sottolinea l’importanza della democrazia e del dovere civico nella gestione di un Paese.

Naturalmente la rete si è sbizzarrita immaginando i contenuti di quella missiva. E su Twitter sono volati una serie infinita di Meme. Uno per tutti: 

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