Coco Chanel era più che al passo coi tempi, li definiva. Indipendente e dinamica, disegnava abiti che rifiutavano l’idea della donna
Coerente con l’interesse della fondatrice per l’arte, oggi la maison lancia Chanel Connects, un nuovo podcast basato su “ciò che importa di più e ciò che accadrà”, dice Yana Peel, responsabile globale delle arti e della cultura di Chanel. La serie riunisce un brillante gruppo di menti creative per otto approfondite conversazioni su argomenti come la ritrattistica, le eroine, le scelte rischiose, e storie di moda mai raccontate, in cui i protagonisti appartenenti al mondo della musica, dell’arte, della danza, dell’architettura, del cinema e della moda riflettono sulle difficoltà e sulle speranze di questi tempi incerti.
I podcast sono un coinvolgente ed esauriente documento degli ostacoli e delle promesse che abbiamo di fronte oggi, e sfiorano tanti argomenti, dai videogiochi alla spiritualità. Anche se i protagonisti, tra i quali figurano il musicista Pharrell Williams, la regista Lulu Wang e l’attrice Tilda Swinton, sono ottimisti sul futuro, nessuno di loro cerca di edulcorare la situazione o di negare la tristezza e il trauma dell’anno passato. “Prestare testimonianza ha un costo,” afferma la pittrice Jennifer Packer. L’inclusività e l’empatia sono al primo punto dell’ordine del giorno di tutti; c’è anche unanimità sul fatto che le opportunità comportano responsabilità. “Quando vedi una cosa, non puoi fare come se non l’avessi vista”, ha osservato Williams.
Presi nell’insieme, questi sette episodi (che presto saranno otto), per un totale di circa tre ore e mezza di conversazione, sono uno sguardo generale sul mondo attuale e un programma per crearne uno migliore. Qui trovate alcune delle grandi riflessioni.
Non sempre sì è la risposta giusta
“Siamo troppo distratti dai nostri, avete presente, i nostri assistenti. Tutti hanno un assistente personale: si chiama telefono e non dice mai di no. Dice sì a tutto. I nostri smartphone ci hanno reso incredibilmente dipendenti dal sì. E di conseguenza siamo diventati opportunisti.” – Pharrell Williams, produttore discografico, imprenditore e stilista, da “Imagining New Worlds”
I limiti ci sono per essere superati
“Nessuno vuole essere incasellato. Nessuno vuole che il suo lavoro sia compreso, apprezzato o non apprezzato all’interno di una prospettiva ridotta, capite, sovradeterminata, in un certo senso. Voglio dire, credo che tutti desiderino un giudizio non inquinato su quello che fanno, ma suppongo di essere giunto alla conclusione a un certo punto che queste discussioni sul fatto se sono un artista o un artista nero, tutti quei tipi di discorsi, stavano determinando aspetti dei contesti in cui ci troviamo, sapete; è come se non si potesse sfuggire. E quello che si dice in proposito è un fatto in sé, ha un rapporto con quello che fai.” Arthur Jafa, artista, da “Seeing the Unseen”.
Gli eroi rappresentano qualcosa
“L’industria è cambiata. I media sono cambiati. Gli eroi sono cambiati. Penso che le celebrità e la cultura delle celebrità ci saranno sempre, ma penso che sarà concentrata su celeb che rappresentano qualcosa, non solo loro stesse.” Edward Enninful, direttore di British Vogue e direttore editoriale europeo delle edizioni europee di Vogue, da “Who’s in the Picture?”
L’empatia è fondamentale
“Abbiamo bisogno di voci diversificate. Credo che la cultura sia evasione dalla realtà, ovviamente, ma per lo più sia un mezzo per mettersi nei panni degli altri e vedere il mondo attraverso gli occhi di persone diverse da te.” – Keira Knightley, attrice, da “The New Heroines”
Costruire ponti tra il mondo fisico e quello digitale
“Ho passato parecchio tempo all’inizio del lockdown giocando a Fortnite con mio figlio. […] Ho cominciato a osservarlo e mi sono accorta che associa dei ricordi a questo mondo virtuale, come io associo ricordi al mondo fisico. […] Penso proprio che nel futuro dei videogiochi, una delle cose che mi interessano molto è questa, possiamo creare un gioco che incanterà mio figlio quanto Fortnite, ma che invece di limitarsi a tenerlo incantato lo ricondurrà al mondo reale? Esiste un gioco che mi fa entrare nel computer ma magicamente mi riporta fuori dall’altra parte del computer, restituendomi agli alberi, al mare, alle stelle, a Marte, all’erba, alla sabbia, alle cose che posso toccare? Perché ho ancora un corpo, è questo il problema. Il ritmo dell’evoluzione della nostra mente è veloce, ma abbiamo ancora questi scomodi corpi attaccati al cervello, giusto? Non sembra che si dissolvano. Sono ancora qui: queste strane appendici chiamate corpo.” Es Devlin, artista e sceneografa, da “Imagining New Worlds”
Valorizzare lo storytelling
“Credo davvero che l’arte sia necessaria e penso che le storie siano necessarie. E così ho pensato, qual è il mio contributo, come rendo la mia voce indispensabile? E quindi sono molto più attenta, anche più di quanto lo fossi prima del mio ruolo in un’industria dove il 99% delle persone è fisicamente diverso da me e non ha la mia stessa prospettiva […] Ora sono molto più attenta a cose tipo, come faccio a non limitarmi a sedere al loro tavolo? Come costruisco i tavoli? Sapete, come porto altra gente? E anche una questione di comunità.” Lulu Wang, sceneggiatrice e regista, da “The New Heroines”
Insegnare, non fare prediche
“Credo che se riesci a dimostrare l’impatto di questi temi sulle vite umane, sai, allora puoi trovare dei modi per superare le difese e i pregiudizi del pubblico riguardo a temi importanti.” – Eliza Hittman, documentarista, da “The Lure of the Risky Choice”
Guardare il quadro generale
“Vedo Dio nella scienza, specialmente nell’astronomia, perché per me l’universo è una canzone, giusto? Universo. Per quanto le cose si complichino, sai, quando guardi lo spazio, ti accorgi di quanto è vasta l’esistenza. Ti dà speranza. Tutto quello che devi fare è pensare fra te e te, sai, che ogni stella è come la nostra stella. È circondata dal suo sistema solare. Ogni volta che guardi una stella, ci sono dei pianeti intorno ad essa. E se consideri la pura matematica di questo. È insormontabile, è inconoscibile, è incommensurabile. È davvero troppo. Ti accorgi che a un certo punto staremo bene.” – Pharrell Williams, da “Imagining New Worlds”
Agire
“Credo sia ora di pensare in grande e in modo diverso, tempo di essere idealisti, in un certo senso. La moda è sempre stata molto brava a riflettere i tempi, ma penso che ora stia piuttosto reagendo ad essi. C’è un cambiamento, c’è differenza tra riflettere i tempi e reagire ai tempi. Come curatore, l’idea di guardare indietro alla storia e non cambiare la narrativa ma creare nuove narrative, nuove definizioni e nuovi approcci sia davvero eccitante.” Andrew Bolton, curatore, da “Fashion’s Untold Stories”