Come nasce il vestito tie-dye haute couture di Alexander Mcqueen
Tessuto sapientemente tagliato sui tavoli di cucina e poi tinto nei giardini. È questa la poetica immagine che ci offre Alexander McQueen per raccontare la
La collezione riecheggia alla silhouette della metà del XX secolo, tra scollature a cuore, spalle morbide e gonne strabordanti, proposta in una palette cromatica romantica e iperfemminile nei toni del rosa, punteggiata da pennellate di nero.
© Chloe Le Drezen
Per ottenere questo effetto scenico, un tie-dye efficace ma coerente al disegno immaginato, sono state eseguite diverse operazioni nonché esperimenti: il capo è stato tagliato, modellato, scucito, tinto, rimontato e ricucito, numerosi passaggi per soddisfare le aspettative creative.
Il capo emblema di questa collezione che manifesta con ridondanza e opulenza questo meticoloso lavoro, è l'abito in organza (originalmente pensato di pizzo) color bianco ostrica, rosa albione e nero. Il tessuto, riciclato dallo stock d'archivio, è stato tagliato direttamente in casa da uno dei sarti di Alexander McQueen: una volta ottenuti tutti i pezzi, è stato plasmato il capo haute couture che ha ricreato un affascinante effetto degradé che dall'orlo risale verso la scollatura a cappa. L'opera più delicata è stata quella di montare ogni balza, una dopo l'altra, per creare l'armonia tra tie-dye e onde sinuose.
Un vero capolavoro che ci racconta la maestosità del lavoro sartoriale che ogni abito Alexander McQueen rappresenta.