Non si può scrivere la storia della moda senza legarla al profumo. Basta pensare, uno su tutti, a Chanel N 5. Mettersi il profumo è come
Il profumo è un passaporto olfattivo
Il profumo è una sintesi impalpabile, ha un legame debole con le parole, si esprime per metafore e sinestesie. Può seguire le scie della moda. L’essenza prima traccia un identikit personale e poi sociale. “Quando sentiamo un profumo lo valutiamo in termini di gradevolezza o sgradevolezza – continua l’esperta – Sentirlo provoca piacere o dispiacere, può affascinarci, deliziarci, intenerirci, renderci felici oppure può renderci tristi e paurosi. Ciò è dovuto al fatto che i profumi penetrano direttamente nel nostro cervello attraverso il naso, raggiungendo l’amigdala e l’ippocampo, strutture del sistema limbico connesse alla corteccia olfattiva, ed evocano emozioni intense. Le stesse emozioni che possono trasmetterci un cibo, un’opera d’arte, una musica, un abito, un colore. Diverse ricerche dimostrano la presenza di una correlazione tra i profumi e i colori e che questi vengono percepiti con un’intensità maggiore. Unire a un’essenza un abito o un accessorio colorato, ne intensifica l’effetto e innesca una percezione sinestetica. In pratica un senso ne attiva un altro, per esempio, si vede l’immagine di un abito vaporoso in seta rosa e si percepisce la leggerezza e la raffinatezza della stoffa”.
Essenze e Moda
Moda e fragranze, due mondi che trovano un punto d’incontro nella bellezza visiva e olfattiva. Nel libro Essenze di Stile (Ed. 24Ore Cultura) di Nicoletta Polla-Mattiot viene analizzato questo legame attraverso i vari decenni, dagli anni Venti agli Ottanta. Il profumo racconta la moda di un’epoca, i profondi cambiamenti, l’evoluzione dell’immagine della femminilità. Senza dimenticare il flacone, da quello più elegante Art Déco con il vetro rivestito di motivi decorativi, di Lalique e Baccarat, fino a quello in vetro trasparente o satinato arricchito da un tappo prezioso ed elaborato.
1) Chanel N 5
Chanel N 5
© Getty Images
L’anno di lancio di questo profumo icona è il 1921. Un’essenza voluta fortemente da Coco Chanel che chiese a Ernest Beaux, ex profumiere alla corte degli zar, di creare un profumo diverso da quelli in circolazione. Si respira l’impronta dell’innovazione dove per la prima volta vengono usate le aldeidi sostanze sintetiche all’epoca poco usate in profumeria.
2) Shalimar di Guerlain
Shalimar di Guerlain
Vacuità, eleganza, un sentore di decadenza, in questo profumo creato nel 1925 da Jacques Guerlain, che lo realizzò ispirandosi, per il nome, agli splendidi Giardini Shalimar. Le suggestioni esotiche dell'ambiente indiano evocano anche la principessa indiana Mumtaz Mahal in onore della quale il marito fece costruire il più celebre dei mausolei, il Taj Mahal.
3) Coque d’Or di Guerlain
Coque d’Or di Guerlain
Il flacone rappresenta un fiocco in oro e blu cobalto, disegnato da Jean-Michel Frank per Baccarat. Lanciato sul mercato nel 1937, il naso di questa fragranza è Jacques Guerlain.
4) Joy di Jean Patou
Joy di Jean Patou
Un bouquet sontuoso, di rosa bulgara e gelsomini, rigorosamente selezionati durante la notte. Concepito, nel 1930, da Patou con la stessa accuratezza di un abito di Haute Couture, tanto che lo riservava a una cerchia ristretta di privilegiati: le clienti della sua casa di moda.
5) Miss Dior
Miss Dior
© Sebastien Gay-Brown
La prima fragranza della Maison. Christian Dior nel 1947 fa esplodere il suo indimenticabile “new look” e lancia questo profumo che viene spruzzato durante la sfilata. Il primo flacone ricorda uno dei primi abiti del couturier: spalle arrotondate, vita stretta e gonna lunga svasata.
6) L’Interdit di Givenchy
L’Interdit di Givenchy
Una fragranza iconica, creata nel 1956 da Hubert de Givenchy per la sua amica e musa Audrey Hepburn. Nel visuel pubblicitario il viso di Audrey è coperto da un velo leggero, come la scia di una fragranza, e con questa immagine l’attrice fu la prima testimonial nella storia della profumeria.
7) Fleurissimo di Creed
Fleurissimo di Creed
Anno 1956, Grace Kelly incarna la vera favola e per il suo matrimonio con il principe Ranieri, la Maison Creed crea Fleurissimo. Un’essenza sontuosa dove domina la rosa bulgara unita all’iris, violetta e tuberosa per evocare la bellezza segreta e leggendaria di un giardino regale.
8) Quadrille di Balenciaga
Quadrille di Balenciaga
“Un grande sarto dovrebbe essere architetto per la struttura, scultore per la forma, pittore per il colore, musicista per l’armonia, filosofo per la misura”, cosi Balenciaga definiva il suo mestiere. Il flacone di Quadrille, lanciato nel 1955, un chypre fruttato, rappresenta le linee classiche dei suoi tailleur e del suo chemisier.
9) Eau Sauvage di Christian Dior
Eau Sauvage di Christian Dior
Il profumo simbolo degli anni 60, anni di libertà, di boom economico, di prosperità. Nato come una fragranza maschile, creato da Edmond Roudnitska, diventerà trasversale e sarà usato anche dalle donne.
10) Charlie di Revlon
Charlie di Revlon
Uno dei lanci di maggior successo. A cominciare dal nome, Charlie, un nome androgino che incarna una donna forte e indipendente. Modello riproposto dalla pubblicità, che ritrae l’attrice Shelley Hack, una delle Charlies’ Angels, in pantaloni, che attraversa la strada sicura e sorridente.
11) Opium di Yves Saint Laurent
Opium di Yves Saint Laurent
Un vero scandalo per l’epoca, nato dal genio di Yves Saint Laurent. Un profumo, magico, misterioso ed esotico, che esce dai binari per risvegliare le emozioni nascoste delle donne. Nel 1977 ha rappresentato un jus di rottura, anche per il flacone che ricorda la scatoletta in lacca giapponese, chiamata “inro”, indossata dai samurai per contenere erbe e oppio.
12) Versace di Gianni Versace
Versace di Gianni Versace
È il primo profumo della Maison Versace, lanciato nel 1982, un jus fiorito femminile. Gli anni Ottanta vedono il trionfo del made in Italy nella moda e questo trionfo convince gli stilisti più affermati a entrare nel business dei profumi. Entro la fine del decennio saranno più di trenta i profumi prodotti. “Il gusto, l’originalità e la fantasia dei modelli italiani trova il suo corrispettivo in profumi altrettanto audaci, vibranti, capaci di entusiasmare il pubblico di tutto il mondo”, racconta Marika Vecchiattini autrice del Manuale della Grande Profumeria Italiana (SilvanaEditoriale). I profumi italiani si chiamano per nome: K di Krizia (1981), Armani di Giorgio Armani (1981), Trussardi (1983), Fendi (1985), Gucci Nobile (1988) (la Maison già nel 1974 aveva lanciato Gucci N 1, un femminile fiorito), Roma di Laura Biagiotti (1988.)
13) Armani Eau pour Homme
Armani Eau pour Homme
Il primo profumo maschile di Giorgio Armani, dopo che lo stilista aveva vestito il giovane Richard Gere nel film American Gigolò. Si apre con una sferzata di agrumi soleggiati, dinamizzati da lavanda, rosmarino e salvia.
14) Gucci N 1
Gucci N 1
Anno di lancio 1974, ideato dal naso Guy Robert, una composizione ricca e articolata, tipica degli anni 70, caratterizzata da note fiorite associate alle aldeidi. Colpisce il flacone: il tappo è formato dalle classiche G incrociate, mentre il flacone é impreziosito da strisce con i classici colori della maison, verde e rosso.
15) Gucci Nobile
Gucci Nobile
Un fougère all’italiana, aromatico e fresco allo stesso tempo. Un maschile, raffinato e disinvolto, perfetto per chi preferisce i sentori naturali del bosco accarezzati dalla sfumatura fiorita del garofano, geranio e gelsomino.
16) Roma di Laura Biagiotti
Roma di Laura Biagiotti
Al momento del lancio del profumo, la stilista era già una dei protagonisti assoluti del made in Italy. Fu lei ad andare per prima in Cina e Russia. Il profumo, un orientale legnoso, porta il nome della sua amata città e la forma del flacone ricorda una porzione di colonna antica in vetro satinato.