Opéra di Parigi: il gala didanza
Dopo molti mesi di chiusura l’Opéra di Parigitorna ad aprirsi virtualmente e a far danzare i suoi ballerini nel
Visibile gratuitamente on-linea questo link a partire da sabato 30 gennaio e per sei mesi, abbiamo ammirato in anteprima lo spettacolo, con l’entusiasmo e la commozione di ritrovare la compagnia di balletto in tanto eccezionali circostanze.
Nelle magnifiche riprese che dallo scalone maestoso di Palais Garnier entrano nella sala dorata e scarlatta del teatro, impressionano il vuoto e il silenzio: si sentono solo i brusii dell’orchestra, pronta a suonare in buca. Prima dell’apertura del sipario si rivolgono estraniati a una platea deserta ma all’immenso pubblico digitale il direttore del Teatro Alexander Neef e la direttrice del Balletto Aurélie Dupont, incoraggiandosi a vicenda nel presentare un programma che testimonia la resistenza del mondo teatrale. Quattro i titoli in locandina, esempi di declinazioni del balletto: classico, neoclassico, post-classico, la musicalità a legarli.
Défilé du Ballet
Il rituale dell'apertura
Ed ecco aprirsi il sipario per il rituale che apre ogni serata di gala: il celebreDéfilé du Ballet di Serge Lifar sulla Marche Troyenne di Berlioz: maestosa parata dell’intero corpo di ballo, che avanza dal fondo della scena fino al proscenio, salutando il pubblico con un inchino. Dai “petits rat” allievi dell’école ai ranghi della compagnia, dalle quadrilles ai sujets ai premiers danseurs fino alle étoiles, impressiona quest’anno vederli tutti e 250 con la mascherina azzurra sul volto. Gli appassionati di balletto riconosceranno comunque, dall’incedere e dallo sguardo, i loro beniamini, tra le nove étoiles femminili in tutù candidi e tiara sul capo e tra le seiétoile maschili in calzamaglia a camicia bianche. Disposti infine tutti in un tableau ad effetto, appaiono sullo sfondo le colonne e lampadari dorati del famoso Foyer de la danse, ritratto in tanti quadri di Degas e stampe d’epoca. La grandeur, lo stile, la storia del balletto francese si riaffermano, quest’anno più che mai.
Valentine Colasante e Hugo Marchand
Il programma
Per gli amanti del balletto il Grand pas classique di Victor Gsovsky su musica di Auber, sarà il brano più atteso del programma: un passo a due di acceso virtuosismo da eseguirsi impeccabilmente e con sorriso sfrontato. Riservato ai fuoriclasse, quest’anno lo eseguono due étoiles tra le più in vista della compagnia: Valentine Colasante eHugo Marchand, equilibri e punte d’acciaio lei, maestosa la forza elegante di lui, eccellenti in un’autentica dimostrazione di tecnica e stile francesi. Ma sarà difficile non farsi distrarre dagli spendenti costumi creati quest’anno per la coppia dalla Maison Chanel, che così li descrive: “La silhouette femminile si compone di un bustier in velour di seta blu notte e di un tutù in tulle rigido nero, stampato per l’occasione in una nuance di blu profondo, poi ricamato con una costellazione di paillettes, perle, lustrini e strass che evocano l’incanto di un cielo stellato. Ogni elemento è stato delicatamente ricamato a mano nel cuore degli atelier della maison Lesage che appartiene ai Métiers d’art di Chanel. Questi motivi celesti e poetici illuminano ugualmente la tenuta maschile, caratterizzata da un elegante pourpoint in velluto ricamato”.
Ludmila Pagliero e Mathieu Ganio
Alice Renavand e Stéphane Bullion, In the Nigh
È un titolo caro all’Opéra In the Night, del maestro americano Jerome Robbins. Il pianoforte in scena a suonare i Notturni di Chopin, tre coppie di étoiles danzano il sentimento che le unisce o le allontana sotto un cielo di stelle. In costumi color malva, Ludmila Pagliero e Mathieu Ganio interpretano l’amore romantico, in una sinfonia coreografica di prese e lift. Si tinge di carattere l’atmosfera musicale e coreografica della seconda coppia, Léonore Baulac con Germain Louvet, i toni ambrati dei costumi segno di un umore placido. È un sentimento contrastato invece quello della coppia in amaranto, Alice Renavand e Stéphane Bullion, una tenzone coreografica di schermaglie e riavvicinamenti. Nella coda di valzer che riunisce le tre coppie, tra sguardi traditori e scambi immaginati, i protagonisti ricompongono infine gli equilibri iniziali.
Legato all’Opéra è pure il coreografo americano William Forsythe, che al Gala compare con l’esaltante quintettoThe Vertiginous Thrill of exactitude, su un Allegro di Schubert. A sfidarsi le étoiles Amandine Albisson, Ludmila Pagliero, Paul Marque e i Primi ballerini Hannah O’Neill e Pablo Legasa, in una composizione di assoli, passi a due, trii, insiemi che scompone e ricompone il linguaggio classico, con velocità vertiginosa e rischio estremo. I tutù grafici giallo flou delle ballerine e le tutine fucsia dei ballerini firmati Stephen Galloway esaltano la brillantezza della coreografia. Un’iniezione di energia e ottimismo per il domani.
Hannah O’Neill
Pablo Legasa e Amandine Albisson
Léonore Baulac e Germain Louvet, In the Night