Clubhouse: che cos'è e come funziona il social del momento

La prima volta che ho sentito parlare di Clubhouse è stato per il passaparola. Un venerdì di dicembre, ero giunta al limite di sopportazione di

Zoom e, avendo voglia di passare un weekend che prevedesse qualcosa di diverso dalla spesa di routine e le ore passate a guardare Euphoria, un’amica mi ha scritto su WhatsApp per chiedermi se avessi l’invito per una certa app audio, che sul sito web, veniva descritta come “un nuovo tipo di social network basato sulla voce”.

Non l’avevo e, temendo di essere arrivata già tardi, ho iniziato – con fare da segugio, impaziente e guidata dalla mia proverbiale FOMO (Fear of Missing Out) – a scaricare la tendenza tech del momento. Avrebbe sedato la mia noia e placato la sete di una qualche forma di normalità (che, di questi tempi, mi rendo conto essere un concetto risibile). Immaginerete quindi la mia delusione quando ho ricevuto un messaggio che mi informava che ero nella waitlist virtuale. Infatti – ed è terribilmente frustrante – non si può vedere nulla della app a meno che non abbiate ricevuto quel fantomatico invito. O siate una celebrità come Oprah Winfrey, Ashton Kutcher, Virgil Abloh. Oppure come Elon Musk che nel week end di fine gennaio ha fatto esplodere il social parlando a 5mila persone connesse in contemporanea della possibilità di vivere su Marte, di bitcoin e persino di UFO.

Drake

© John Parra/Getty Images for Haute Living

Ma come è Clubhouse (una volta entrati)?

Dopo aver finalmente ottenuto un invito tramite un amico, la prima cosa che ho fatto è stato esplorare le varie ‘room’ (le stanze). Sullo schermo del telefono, l’app appare come tutte le altre e, una volta entrati, Clubhouse è caotica e emozionate allo stesso tempo. La homepage di benvenuto è piuttosto ordinaria ed elenca le varie discussioni in corso in quel momento, come anche la scaletta delle chat successive.

Il vostro algoritmo corrisponde sia alla vostra rubrica sia alle persone che decidete di seguire; quindi, a seconda della vostra professione/gli interessi/gli amici, vedrete chat room che ospitano discussioni su musica, cinema, cultura, razza e razzismo, tecnologia e bellezza. Per me è stato amore a prima vista: celebs di norma inaccessibili sono ora a portata di click. I dibattiti in programma vengono mostrati in coda sul feed e le ‘stanze’ sono moderate virtualmente da altri membri come voi.

Nella prima chat room in cui sono entrata era in corso una conversazione sulla rapper emergente americana Mulatto e il suo controverso nome d’arte (storicamente un termine dalla connotazione anti-Black utilizzato per descrivere persone di etnia mista). Il dibattito ha assunto toni accesi e, dopo essere uscita senza dare troppo nell’occhio, ho iniziato a vagare da una cyber ‘stanza’ all’altra. Nell’arco del weekend, sono passata da talk sulle donne nella musica al mondo dei fan di Harry Potter e, dopo 48 ore, l’effetto dipendenza e l’attrattiva di Clubhouse erano palesemente chiari.

Le conversazioni intrattenute nella room virtuali di Kevin Hart, Drake e Tiffany Haddish hanno talmente successo da diventare sistematicamente argomenti trend su Twitter e da attrarre l’attenzione anche del popolo di Instagram. Si dice che a breve diventerà accessibile al grande pubblico (sul sito di Clubhouse si legge “siamo ancora in modalità beta privata ma stiamo lavorando per aprire presto a tutti) ma, nel frattempo, ecco tutto quello che dovete sapere sulla app.

Jared Leto e Jodie Turner Smith alla sfilata Gucci, Milano Fashion Week primavera estate 2020

© Victor Boyko/Getty Images for Gucci

Che tipo di conversazioni si tengono su Clubhouse?

Un palinsesto vertiginoso composto da conversazioni live in stile podcast, tavole rotonde, opportunità di networking (chi ha la vista lunga ipotizza già il passaggio da ‘influencer’ a ‘moderator’) e – cosa vantaggiosa – anche l’utilizzo di ‘room’ multiple (esiste l’opzione ‘room’ privata e chiusa per parlare con i propri amici): la nuova app è pensata per imitare le interazioni della vita reale.

Lanciata ad aprile, Clubhouse continua inarrestabile la sua avanzata in tutto il mondo e a maggio 2020 si stimava che il suo valore fosse già pari a 100 milioni di dollari. Registrare le chat è strettamente vietato, il che significa che incontri con membri VIP e conversazione di ogni genere sono protetti.

Chi ha creato l’app Clubhouse?

Sviluppata dall’imprenditore della Silicon Valley, Paul Davison, e da Rohan Seth, ex dipendente di Google, a maggio, l’app ha ricevuto un finanziamento di circa 12 milioni di dollari dalla società di venture capital americana Andreessen Horowitz e ha continuato la sua ascesa. Sebbene al momento sia disponibile solo su iPhone, la sua espansione è imminente (a maggio 2020 contava 3500 utenti – e come potete immaginare ora sono decisamente aumentati). Un nuovo aggiornamento permette di lasciare aperta la app e ascoltare conversazioni mentre si prepara la cena o si ordina da asporto su Deliveroo).

La app sta acquistando sempre più popolarità

Sin dal lancio e durante i vari lockdown in tutto il mondo, la sua popolarità è cresciuta di ben dieci volte. Ma, come per ogni nuova app, anche questa non è senza difetti, come ci racconta Eki Igbinoba, 24 anni, inglese, che lavora come PR nel settore beauty. È membro da un mese e, secondo la sua esperienza “è ottima per il networking e le conversazioni informali sul settore creativo ma c’è il pericolo che vengano rubate idee ai moderatori meno noti”, dice al telefono a Vogue.

 Virgil Abloh, Paris Fashion Week, autunno inverno 2020 2021

© Christian Vierig/Getty Images

Èquasicome vedere i propri amici dal vivo

Spostarsi di ‘stanza’ in ‘stanza’ e partecipare a conversazioni sul palco virtuale, dopo essere stati invitati dal moderatore (si fa domanda cliccando sull’emoji con la mano alzata) è piuttosto semplice. Pensate a Clubhouse come ad una sorta di gruppo. Le tematiche variano dalla cultura dell’influencer passando per razza, razzismo e femminismo a chat room dove si sfatano miti e stereotipi del compiere trent’anni. Una volta che si è sviluppato il proprio gruppo affiatato, si possono creare ‘stanze’ private dove riunirsi con gli amici per raccontarsi le ultime novità della settimana o far finta di essere al bar per il tipico aperitivo del venerdì (pre-Covid naturalmente).

Drake e Oprah Winfrey sono membri

Sono tantissime le celebrità ad essere entrate nel club. Il livello di privacy che offre rappresenta una grande attrattiva per i membri VIP che possono parlare liberamente senza temere che quanto detto finisca sui siti di gossip come TMZ. Potete trovarci da Drake e Tiffany Haddish passando per Jared Leto, Ashton Kutcher e Chris Rock.

Una polemica recente

Clubhouse è stato criticato per essere stato troppo permissivo (secondo quanto riportato) nell’interpretare cosa costituisca o meno harassment e per non aver moderato certe chat room in maniera appropriata. La scrittrice del New York Times, Taylor Lorenz, ha denunciato pubblicamente la app vocale dopo aver scoperto di essere diventata l’argomento di conversazione di una delle ‘stanze’.

Il 1 ottobre, Clubhouse ha rilasciato una dichiarazione in cui condannava pratiche e comportamenti anti-Black, anti-semiti, incitamento all’odio e episodi di abuso, a cui ha fatto seguire una lista di linee guida e regole che intende implementare. Tra queste vi è il potere del moderatore di bloccare, denunciare e togliere l’audio a eventuali ‘stanze’ e indagare immediatamente ogni violazione.

Clubhouse è semi-esclusivo …per ora

Gli utenti di iPhone possono scaricare la app dall’Apple store e prenotare uno username. Tuttavia, siccome è ancora in fase beta test, la sua esclusività implica che verrete aggiunti ad una waiting list. A meno che non riceviate l’invito da un amico o un collega. Una volta accettato, ogni nuovo membro può invitare un certo numero di persone. Ma, non temete. Se ho stuzzicato la vostra curiosità, Clubhouse afferma che presto si aprirà al grande pubblico.

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