Gioielli portafortuna: Alhambra di Van Cleef & Arpels

Per avere fortuna bisogna credere nella fortuna”, così amava ripetere Jacques Arpels collezionista e nipote dei fondatori di Van Cleef & Arpels. La storia della

maison ha origine da una buona stella: l’incontro tra Estelle Arpels, figlia di un commerciante di pietre preziose, e Alfred Van Cleef, figlio di uno scalpellino. Spinti dalla comune passione per le pietre preziose i due si legarono personalmente e professionalmente fondando la celebre casa di gioielli. E non è certo un caso che nel 1968 la Maison, in armonia con l’evoluzione dei costumi, creasse una collezione amatissima dalle donne, tanto da essere indossata dalle più note figure femminili dell’epoca.

È la linea Alhambra, ispirata al quadrifoglio quale porte-bonheur. Catherine Cariou, Heritage Director di Van Cleef & Arpels, nell’illustrarci la collezione racconta: “Gli anni Sessanta sono l’epoca dello stile hippie chic, anni di rottura con le tradizioni: si gioca molto con il colore, si mescolano gioielli da giorno e da sera, pietre preziose e semipreziose, onice, malachite, corallo”.  Non stupisce dunque che Grace Kelly, che amò particolarmente le collane Alhambra, le indossasse tutte insieme arricchendo il suo look regale con un tocco decisamente contemporaneo. O che la supermodel Karen Graham interpretasse per Vogue America il desiderio tutto femminile di abbinare la magnificenza del gioiello a un outfit più casual composto da camicia e gonna. 

Ed è proprio questo il binomio, inedito per l’epoca, che la maison porta avanti in questa collezione: l’eleganza intramontabile da un lato e la vestibilità del gioiello dall’altro. Senza mai tralasciare questa peculiarità. La texture granulosa dei primi sautoir era infatti ispirata alla superficie della luna (conquistata appunto nel 1969), dando origine al motivo perlé, una successione di piccole perle d’oro; le pietre, l’agata del Brasile, le perle australiane, la madreperla di Tahiti, la malachite e l’occhio di tigre africano, vengono levigate per rilevarne le sfumature e la lucentezza. A fare di questo gioiello un vero e proprio talismano, il richiamo agli arabeschi andalusi e ai decori ornamentali moreschi, come il nome stesso della collezione sottolinea.

Grace Kelly

Ecco perché questi gioielli, simbolo di grande vitalità e buona sorte, furono particolarmente amati dalle donne. Grace Kelly, che già il giorno delle nozze con Ranieri III aveva indossato numerosi monili della maison francese, poi continuò imperterrita a indossare lunghe collane Alhambra con quadrifoglio; Romy Schneider nel film del 1973 Il montone infuriato fa sfoggio di un sautoir Alhambra; la cantautrice francese Françoise Hardy posa nel 1974 indossando un sautoir e due collier della celebre collezione. L’elenco non si esaurisce qui, perché la linea fu celebrata da Reese Witherspoon, Sharon Stone, Mariah Carey, Kelly Rutherford, Lily van der Woodsen, Mindy Kaling… senza contare la fotografa Sonia Steff, che per il cinquantesimo anniversario dalla creazione di Alhambra scelse di immortalarsi in una serie di autoritratti indossando l’ormai celebre monile.

Romy Schneider

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Quale fu il segreto di tanto successo? Forse il mix vincente tra le linee pure del gioiello accostate alla particolarità dell’oro giallo guilloché e alla bellezza delle pietre dure. Il tutto a far risplendere lo spirito innovatore dell’epoca di cui le donne erano promotrici e portavoce.  

Un sogno diventato realtà, a partire da quello spirito con cui Jacques Arpels portava avanti la spinta ottimista e propulsiva che aveva animato i fondatori della maison e che ben si evinceva dal raccogliere quadrifogli nel giardino della proprietà di Germigny-l’Évêque e regalarli ai collaboratori quale messaggio di buon auspicio. 

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