Ci spiace deludervi, ma se state già pensando ai tipi di brillantini ecosostenibili e quale shampoo a secco portare per un weekend con gli amici
Le probabilità di partecipare nei prossimi mesi a un festival musicale imponente e ritrovarsi a stretto contatto con 300.000 estranei sono scarse, anche per chi è fortunato abbastanza da vivere in una zona quasi del tutto senza Covid-19, come l’Utopia neozelandese. Anche in circostanze cosiddette normali, i festival non rientrano tra i luoghi più igienici al mondo – ma, ora come ora, partecipare a un evento musicale illustre significa andare alla ricerca di problemi. Non c’è abbastanza igienizzante al mondo per rendere Glastonbury un luogo privo di germi.
© Rich Fury
Quali festival ci saranno nel 2021?
La stagione dei festival negli Stati Uniti ha generalmente inizio a marzo ad Austin, in Texas, con South by Southwest (SXSW), seguito dal californiano Coachella ad aprile. A giugno, la torcia dei festival passa all’Europa con Glastonbury nel Regno Unito e Primavera in Spagna, prima che la più grande festa all’aperto del Giappone, Fuji Rock Festival, abbia inizio ad agosto e venga seguita a novembre dal festival messicano, Corona Capital.
Tuttavia, quest’anno, risulta sempre più improbabile che si tengano festival dal vivo. A gennaio, gli organizzatori di Glastonbury, Michael and Emily Eavis, hanno dovuto annunciare la cancellazione del festival inglese per il secondo anno di fila, mentre Coachella ha dichiarato lo stesso per il festival nel deserto proprio in questi giorni.
Anche se potrebbe esserci un pizzico di speranza per festival minori verso la fine dell’anno, il nuovo festival olandese dedicato alla musica techno e all’hip hop, Frontier, è riuscito a ottenere un permesso, a condizione che tutti i partecipanti mostrino un certificato di vaccinazione o un test negativo all’ingresso. Il Frontyard Festival, che si tiene a maggio in Florida, invece, accoglierà i propri fan in box privati sopraelevati – chiaramente non è il momento di investire in una nuova tenda da campeggio o sacco a pelo. Ad ogni modo, terremo d’occhio i trial clinici di PRIMA-CoV del festival Primavera, i quali misurano la validità dei test sugli anticorpi per permettere ai grandi eventi di avere luogo senza distanziamento sociale.
Non disperate, tuttavia – un colpo simile alla vostra vita sociale potrebbe spezzarvi il cuore, ma ecco perché un’altra estate senza festival non è poi così male.
1. I festival musicali nel 2022 saranno (si spera) megagalattici
Dopo un decennio passato a frequentare il circuito dei festival mondiali, mi sono presa una pausa due anni e mezzo fa. Avevo bisogno di riprendere fiato. I legamenti nei miei polpacci avevano necessità di ricomporsi, dopo diversi weekend passati a trascinarmi nei campi fangosi senza alcun supporto plantare offerto dai miei stivali Wellington, e, contemporaneamente, il mio cuore non ha perso più colpi al pensiero di vedere una delle mie band preferite con una pinta di sidro caldo in mano.
Sono arrabbiata per il fatto che nel 2022 saranno passati esattamente quattro anni dall’ultima volta che ho messo piede a un festival? Assolutamente no – ne sono felice. Non sprecherò tempo al bar. Non mi perderò l’artista principale per assicurarmi di essere in cima alla fila di un venditore di Mac and Cheese inondato di richieste. Non dovrò tornare a casa la domenica pomeriggio per evitare il traffico. Mi godrò ogni singolo secondo, anche quelli in cui mi ritroverò esausta, sudata e a camminare a passo pesante alle tre di notte alla ricerca dell’esibizione segreta di Dolly Parton che non avrà mai luogo.
2. I concerti non sono mai stati così comodi
L’estate scorsa ha dimostrato che non tutti gli spettacoli artistici dovevano necessariamente volgere al termine nell’era del lockdown. I concerti con distanziamento sociale da Londra a Nashville si sono rivelati un via di fuga potente per coloro abbastanza fortunati da parteciparvi, con strutture regolamentate che hanno ospitato concerti a capienza ridotta, a dimostrazione del fatto che la musica dal vivo in sicurezza è possibile.
Questi concerti non si sono dimostrati solo sicuri, ma i più comodi a cui io sia mai stata. A tutti viene assegnato un posto, non c’è nessuno spilungone a bloccarti la visuale, nessuno che ti calpesta i piedi e, grazie al servizio al tavolo obbligatorio, non rischiate di perdere la vostra canzone preferita perché siete in fila al bar. Si spera in un ritorno di questi concerti entro la fine dell’anno, che attestano un’alternativa accogliente rispetto a tre giorni di sciatica assicurata in uno scomodissimo campo.
3. Gli eventi minori all’aperto potrebbero avere una possibilità
Sebbene una versione con soli posti a sedere di eventi colossali come il Lollapalooza di Chicago sarebbe impossibile da realizzare, a eventi all’aperto minori potrebbe essere data l’opportunità di prosperare quest’estate, fornendo ad artisti emergenti l’opportunità di esibirsi davanti un pubblico più ristretto. Si ritiene che il virus abbia una capacità di trasmissione inferiore quando le persone sono all’aperto, e ciò offre un potenziale enorme agli eventi più piccoli e di un giorno in parchi e campi, in grado di fornire una piattaforma essenziale ai nuovi artisti – oltre a un’opportunità di lavoro – in un periodo in cui moltissimi tour sono stati cancellati.
4. La paura di essere tagliati fuori dagli eventi è sparita
All’inizio di ogni stagione dei festival c’è sempre un’ansia particolare: avrò scelto quello giusto? Con così tante opzioni, azzeccare l’evento adatto a noi e ai nostri amici può spesso trasformarsi in un braccio di ferro senza fine. Meglio un rave total EDM, un delicato raduno folk in qualche bosco o un tostissimo festival heavy metal? In ogni caso, ci sarà sempre qualcuno nel gruppo con un bastoncino luminoso in mano e la faccia triste di fronte a un DJ, che preferirebbe ritrovarsi nel bel mezzo di una pogata.
5. Il tuo conto bancario ti ringrazierà
Partecipare a un festival non è certo economico, considerando il costo del biglietto – uno sciccosissimo biglietto VIP per Coachella costa ben 929 dollari. Il Fuji Rock Festival si aggira intorno ai 470 dollari, mentre lo svedese Way Out West costa all’incirca 260 dollari – senza considerare il trasporto e le piccole spese. Quei drink ghiacciati non sono certo gratis e nemmeno tre pasti al giorno consumati nei diversi chioschetti ambulanti. In un anno in cui le spese di chiunque sono state ridotte all’osso, il fatto che ci sia un altro motivo per risparmiare soldi è, in fondo, un bene.