Chiarissima è il nuovo brand dimoda sostenibilecon sede a Milano e tradizione in Puglia, nato in un momento in cui risulta troppo difficile descrivere spazi
I prodotti che abitano lo scenario d’esordio del brand sono tutti realizzati a mano grazie al contributo delle migliori aziende di pellame italiane, pronte a fornire sempre nuovi scampoli che meritano una seconda possibilità nella prima collezione ironica e creativa, ma anche funzionale e sostenibile. Le borse Chiarissima, disponibili in cinque originali silhouette, sono come una tela bianca sulla quale le trame animalier incontrano i toni pastello dell’azzurro, del rosa e del lilla, e le cromie polverose del grigio e del marrone. Ogni cucitura delle borse è un riferimento autobiografico alla tecnica tradizionale che la designer ha imparato da sua nonna: chi è cresciuto in Puglia sa che, un tempo, si cucivano insieme pezzi di tessuti diversi per procurarsi lenzuola o altri indumenti necessari. Nel design originale degli accessori Chiarissima, piccole chiusure artigianali di forma ovale incontrano irriverenti fibbie in plexiglass che uniscono le tracolle alle borse; i charm ispirati alle forme della natura, invece, esprimono l’ironia, la freschezza e l’autenticità del brand.
Il progetto è ispirato all’unicità delle persone reali, protagoniste della prima campagna intitolata “Donne del popolo”. Le immagini del 3D artist Joyce Vermilion, con la direzione artistica di Rujiana Cantoni, annullano la perfezione ingannevole della realtà virtuale e valorizzano l’importanza dell’inclusività, rappresentando una community eterogenea. Nel mondo di Chiarissima non esistono distinzioni sociali, culturali ed estetiche. Se il core-value degli accessori del brand è la sostenibilità, il filo conduttore che unisce le immagini della campagna 3D è l’unicità delle coppie di donne che rappresentano tutti gli stili di vita realmente possibili.
Chiarissima si affaccia al mondo della moda con drop indipendenti dalle stagionalità che risuonano come primi battiti di un nuovo modo di pensare, dove i tempi di produzione sono scanditi da ritmi più lenti e dove non esiste l’iper-produzione, ma solo una nuova consapevolezza sostenibile, ironica e creativa.