C’era una volta lo street style. Intervista a Scott Schuman di The Sartorialist

Tra fashion week in formato digitale e occasioni di vita sociale ridotte al minimo, la fotografia di moda “street style”, accusata di aver perso da

tempo la sua autenticità, sta attraversando una fase di stallo senza precedenti. «Ma la pandemia finirà con l’aiutare questo genere fotografico a ritrovare la freschezza perduta». Lo ipotizza in questa intervista Scott Schuman, che si definisce «fotografo e autore con una social media platform, The Sartorialist», con cui nel 2005, dice, «ho iniziato a fotografare la gente di New York che trovavo avesse un look interessante e potesse esprimere un certo stile».

Scott Schuman considera le foto pubblicate insieme a questa intervista fra le sue più significative, e le commenta. INDIA. «Lo stile, per me, non ha mai riguardato i brand, ma il colore, i pattern, le proporzioni e le silhouette. Questa donna che ho fotografato in un villaggio indiano riflette magnificamente tutti questi elementi».

Mr Schuman, non è stato un anno facile per voi fotografi di street style, tra impossibilità di viaggiare, settimane della moda annullate e difficoltà nell’approcciare i soggetti in strada con la mascherina.
Un annus horribilis, non lo nego. Eppure non ho appeso la macchina fotografica al chiodo: qualche look interessante per le strade di New York si continua a vedere. Dare la fotografia street style per “morta” – come ultimamente mi è capitato di leggere – è un’esagerazione.

Cosa glielo fa credere?
La curiosità per come si vestono gli altri c’è sempre stata e sempre ci sarà. Un tempo sbirciavamo le persone sedute sulle panchine al parco. Oggi lo facciamo online su quelle che chiamo “panchine virtuali”: blog, siti delle riviste di moda, Instagram. Negli anni si sono moltiplicati i medium, ma la pulsione è la stessa, e a breve, non appena la pandemia sarà passata, tornerà a dare linfa a questo genere fotografico. 

PARIGI. «Questa è mia moglie Jenny Walton, un genio nel mescolare pezzi vintage di epoche diverse (per lo più trovati online) con un unico capo di design (come questi stivali Prada) per creare un look moderno e assolutamente unico».

La domanda è se mai torneranno gli outfit originali in strada, i grandi assenti di quest’epoca cupa e sotto tono.
Torneranno più di prima, vedrà. Ce lo insegna la storia: alla Grande Depressione è seguito uno dei periodi più euforici di sempre per la moda. Non appena l’emergenza sarà rientrata, ci ritroveremo desiderosi di celebrare la vita, anche con quei look originali e appariscenti che oggi, in un periodo di sofferenza collettiva, ci paiono inopportuni. Chi tornerà ad avere successo sul lavoro vorrà mostrarlo, com’è sempre stato, con la moda. I conti in banca più leggeri spingeranno al contempo molte persone, invece che ad acquistare l’articolo del momento, a usare la fantasia per combinare creativamente gli abiti già presenti nel proprio guardaroba, che poi è l’essenza dello street style.

NEW YORK. «L’accettazione della fluidità di genere è diventata sempre più importante e ha reso le strade di New York (e di molte altre città in tutto il mondo) ancora più vivaci ed emozionanti!».

Anche se losmart working, come pare, dovesse diventare la norma? 
Proprio il dover andare in ufficio di tanto in tanto potrebbe fungere da stimolo a curare di più il look prima di uscire di casa. Pigiami e tute avranno sempre più stufato: di questo periodo conserveremo probabilmente a lungo l’esigenza di indossare abiti comodi, ma creatività e originalità del design torneranno a contare. E qui arriviamo al punto veramente dolente della faccenda: negli ultimi anni per le strade domina uno stile sportivo di strada poco fantasioso, povero di colori, piatto, che non mi invita a scattare. La mia frustrazione di fotografo di strada nasce ben prima del Covid.

 (Continua)

In apertura: LONDRA. «Un’immagine che restituisce lo spirito giovanile di chi usa lo moda per divertirsi, ed esprimere chi è o spera di essere».

TUTTE LE IMMAGINI COURTESY SCOTT SCHUMAN - THE SARTORIALIST.

Leggete l'intervista integrale a Scott Schuman di The Sartorialist sul numero di febbraio di Vogue Italia, in edicola dal 5 febbraio

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