Timothée Chalamet e lo spot Cadillac al Super Bowl 2021
Il copione di Edward mani di forbice di Tim Burton descrive il protagonista come un
Il nuovo spot della Cadillac con protagonista la star di Chiamami col tuo nome immagina come potrebbe essere la vita nel 2021 di Edgar, figlio di Edward, da cui ha ereditato le mani di forbice e tutti i grattacapi che queste comportano. Incapace di portare a termine persino i compiti più semplici come prendere l’autobus o giocare a football senza seminare il caos ovunque, il senso di frustrazione di Edgar inizia a sfinire sia lui che sua madre Kim Boggs (interpretata da Winona Ryder nello stesso ruolo del film). Grazie alla tecnologia di guida autonoma ‘senza mani’ (hands free driving technology) della Cadillac LYRIQ, Edgar può finalmente provare l’ebbrezza di pilotare una macchina.
Grande fan di Burton da sempre, Chalamet ha afferrato al volo l’opportunità di addentrarsi in uno degli universi cinematografici più amati del regista. Andato in onda nell’ultimo quarto di gara del Super Bowl LV, lo spot, della durata di 90 secondi, vede l’attore Premio Oscar calarsi nella parte vestendo, metaforicamente, le tante sfumature emotive del personaggio e, fisicamente, la tuta patchwork di pelle realizzata a partire dal modello originale della costumista Colleen Atwood. In un’intervista in esclusiva per Vogue, Chalamet ci racconta come è stato collaborare al progetto con la Cadillac, dare vita al personaggio di Edgar e avere come mamma la “fidanzatina d’America”.
La tua reazione quando il team della Cadillac ti ha contattato per rendere omaggio a Edward mani di forbice nel loro nuovo spot per il Super Bowl?
Due dei fattori più importanti su cui mi baso per scegliere un progetto sono - eredità e precedenti famosi. Edward mani di forbice è un film che ho amato tanto da ragazzino e avere l’opportunità di entrare a far parte di quell’universo era un po’ un sogno che diventa realtà. Ero anche attratto dall’enfasi sulla sostenibilità della Cadicallac LYRIQ e sul concetto di ridurre le vetture a combustione fossile. Mi sembrava l’unione perfetta tra tradizione cinematografica e uno sguardo al futuro. Inoltre, amo molto il lavoro del regista David Shane nell’ambito delle produzioni pubblicitarie e lui era molto aperto a questo genere di collaborazione.
© Julian Ungano
Cosa ti piace del film originale e dell’opera di Tim Burton in generale?
Crescendo sono sempre stato un grandissimo fan di Tim Burton. E sebbene i progetti a cui ho avuto la fortuna di lavorare hanno spesso un’impronta realista, e sono comunque ambientati nel nostro mondo, mi sento sempre più attratto – ancora di più da quando ho conosciuto Tim un paio di mesi fa – dall’idea di utilizzare fiabe e storie per raccontare l’essenza di chi siamo attraverso un filtro di fantasia.
Come sei riuscito a calarti nel personaggio e a trovare la tua versione di Edgar?
È stata un’opportunità splendida di rendere il materiale originale accessibile a un pubblico moderno senza per questo sacrificare l’ingegnosità e l’inventiva della versione del 1990. Volevamo creare un personaggio che non vi facesse dubitare della sua ambientazione ai giorni nostri ma che rimanesse, al contempo, un omaggio autentico e totale all’immagine creata da Johnny Depp.
© Julian Ungano
Che ruolo hanno abbigliamento e aspetto esteriore nel processo di creazione di un personaggio?
Mi sono divertito molto a lavorare con la costumista Melissa DesRosiers per dar vita a un personaggio che rimanesse fedele all’espressività austera dell’originale ma che avesse elementi di modernità. Abbiamo usato cavi rovinati del caricabatteria dell’iPhone come lacci per le scarpe. E camicie di flanella decisamente grunge con tagli di forbice ovunque. Detto questo, però, abbiamo mantenuto la mezzaluna della fibbia della cintura di Johnny Depp che abbiamo riciclato come una sorta di tracolla che strizza l’occhio al passato. E abbiamo rispettato quella regola non scritta dell’originale, per cui la tuta in pelle di Edgar rappresenta il suo aspetto esteriore ma anche la sua epidermide vera e propria. Per quanto sembri già coperto, deve comunque indossare i tradizionali capi di abbigliamento e questo ci ha dato grandi opportunità di immaginare come vestirebbe, oggi come oggi, un giovane erede di Edward mani di forbice.
© Julian Ungano
E abbiamo rispettato quella regola non scritta dell’originale, per cui la tuta in pelle di Edgar rappresenta il suo aspetto esteriore ma anche la sua epidermide vera e propria. Per quanto sembri già coperto, deve comunque indossare i tradizionali capi di abbigliamento e questo ci ha dato grandi opportunità di immaginare come vestirebbe, oggi come oggi, un giovane erede di Edward mani di forbice.
© Julian Ungano
Come è stata l’esperienza di lavorare con Winona Ryder?
Lavorare con Winona è un vero sogno. È un’attrice straordinaria e continua a essere un’icona americana. Allo stesso modo in cui adoro lavorare con Saoirse Ronan, condividere il set con Winona mi ha ricordato il ruolo di “fidanzatina d’America” che ha occupato nel cuore di tanti americani negli anni 90. Inoltre ha avuto delle chicche di saggezza creativa davvero utili. Ma queste rimarranno un segreto tra me e lei.
© Julian Ungano
Questo articolo è originariamente stato pubblicato suVogue.com