Musei aperti e mostre da non perdere a Milano

Musei aperti e mostre 2021 da visitare nella Milano della zona gialla

È un po’ come il primo giorno di scuola: tutto sa di nuovo,

ed emoziona. Una volta dentro, però, ci si sente subito a proprio agio. E forse si capisce ancor di più quanto se ne aveva nostalgia. Parliamo di entrare in carne e ossa in un museo. Dopo uno stop lungo oltre tre mesi, hanno riaperto a Milano i musei cittadini ed è stato un successo: cinquanta le prenotazioni a Palazzo Reale, boom di ingressi fin dal mattino anche al Museo del 900, la Pinacoteca di Brera ha incantato il quartiere con la sua nuova illuminazione del chiostro e, austera e splendida, ieri anche la Cattedrale con la Madonnina ha accolto, dopo tanto tempo, turisti al suo interno.

Luce metallica fuori, per tutta la giornata, ed arte, finalmente in presenza, dentro. Per ora, solo da lunedì e venerdi, dalle 10 alle 19.30 (con apetura straordinaria fino alle 20.30 per le mostre di Palazzo Reale e Museo del 900). Ma niente ansie: la prenotazione online è consigliata, ma non obbligatoria ed è ora che si torni a improvvisare anche la visita a un museo, a una fondazione, a una galleria. «Serve al nostro benessere psichico», ha detto ieri Anna Maria Montaldo, direttrice del Museo del 900. Le strutture sono attrezzate: si entra con mascherina, previa misurazione della temperatura e rigorsamente scaglionati (circa 20 persone ogni 30 minuti).  Distanziamento sociale a regola d’arte, insomma.

Se volete concedervi una pausa pranzo prolungata o avete un tardo pomeriggio libero, ci sono al momento una serie di mostre che meritano.

Uno scatto di Margaret Bourke-White 

© Oscar Graubner Courtesy Estate of Margaret Bourke White

Palazzo Reale

Potete decidere se fermarvi al piano terra ed immergervi nelle atmosfere, intense, a tratti persino inquietanti, delle Divine e Avanguardie. Le donne nell’arte russa, una collettiva scandita da un centinaio di opere di una potenza struggente in cui zarine, popolane, madri, operaie e artiste attraversano da protagoniste due secoli di storia della Russia (dovrebbe rimanere aperta fino al 5 aprile, ma forse anche oltre se ci sarà un accordo sui prestiti con il Museo di Stato Russo di San Pietroburgo da cui tutti i capolavori provengono). Servono almeno un paio d’ore, per gustarsela.

Oppure, se siete più di fretta, salite al primo piano: un’altra donna vi attende. È Margareth Bourke-White, pioniera dell’informazione e della fotografia (ne abbiamo scritto anche qui: i suoi scatti parlano da soli).

Zinaida Serebrjakova, Autoritratto. Divine e Avanguardie

Maria Bashkirtseva, Ombrello, dalla mostra Divine e Avanguardie

Museo del 900

Perfetta per la pausa pranzo è la personale di Carla Accardi al Museo del 900: a pochi metri da Palazzo Reale, un’altra grande artista, questa volta italiana,  presenta i suoi Contesti. Il consiglio è di visitarla con calma, sala dopo sala, per non perdersi nessuno dei microrganismi (anzi: segni primitivi) che Accardi, scomparsa giusto sette anni fa, metteva su tela (o su plastica o su cornici di legno) costruendo partiture musicali di colore. Ci sono un paio di sale che ipnotizzano con quei rosa, gli arancio, i verde acido.

Carla Accardi nel suo studio, a Roma

Pinacoteca Ambrosiana

Aspettate giovedì se volete imitare Chiara Ferragni ed entrare nello scrigno della Pinacoteca Ambrosiana: qui (il giovedì dalle 14 alle 18) si possono ammirare capolavori assoluti della storia dell’arte. Il podio spetta alla Canestra di Frutta del Caravaggio, tallonata dal Ritratto di Musico di Leonardo da Vinci e dal sublime cartone della Scuola di Atene di Raffaello (nel nuovo allestimento firmato da Stefano Boeri, che ha reso il tutto ancor più suggestivo).

Pinacoteca di Brera

«Parafrasando ‘La Peste’ di Albert Camus: “Che cosa intendi per ritorno a una vita normale?”. “Gente che va al museo”».

La Pinacoteca di Brera annuncia così sui social la sua riapertura al pubblico (da martedì a venerdì, dalle 9.30 alle 18.30, ingressso libero ma prenotazione obbligatoria brerabooking.org): se riuscite a organizzarvi per il tardo pomeriggio, potete godere dopo la visita anche della nuova suggestiva illuminazione del chiostro.

Triennale

La Triennale si è organizzata invece con visite guidate il giovedì e il venerdì alle 19: Enzo Mari curated by Hans Ulrich Obrist with Francesca Giacomelli - la grande mostra su oltre 60 anni di attività di uno dei principali maestri del design italiano – è tra le più riuscite (mettete in agenda un paio d’ore).

Gli altri indirizzi d'arte

Di certo il Pirelli Hangar Bicocca dove è allestita ancora per tutto il mese la personale dell’artista cinese Chen Zhen (Short-circuits). I cortocircuiti dell’arti-star cinese, prematuramente scomparso nel 2000, si manifestano attraverso grandi installazioni su temi di sconcertante attualità: la globalizzazione e il consumismo, l’incontro tra Oriente e Occidente, la riflessione sulla malattia e sulla cura.  Gli spazi sono immensi, si procede in silenzio (con una guida cartacea che serve da bussola): è una mostra lirica, da pura meditazione.

Chiudiamo con due esposizioni di dimensioni minori, ma comunque interessanti, in due musei aperti a Milano.

La prima è in via Jan, zona Porta Venezia, a Casa Boschi di Stefano dove, dalle 10 alle 17.30 (nessun obbligo di prenotazione) “La prima stagione di Gianni Dova” ci racconta di questo artista (1925-1991) che, partito dal Cubismo, ha attraversato l’astrazione per arrivare a una pittura materica, ancora tutta da decifrare. È perfetta se amate il surrealismo, e quel non so che in più determinato dall’atmosfera intima della casa-museo, un piccolo scrigno che merita di essere conosciuto.
Infine, un’altra casa-museo, dalle parti del Carrobbio, adatta  a una visita veloce. In via San Sisto, allo Studio Museo Francesco Messina sono entrati “Inside” gli Orticanoodles, collettivo celebre per i loro dirompenti murales su strada (quelli all’Ortica, ad esempio, e all’Isola). Qui trovate trenta loro opere su legno, realizzate in stencil e spolvero, che dialogano con le statue della collezione permanente: funziona.

In apertura. Maria Bashkirtseva, Ombrello, dalla mostra Divine e Avanguardie

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