Abbiamo visitato l'archivio storicoSalvatore Ferragamoe lo abbiamo fatto comodamente (e gratuitamente) dal nostro device personale. Attraverso il nuovo sito ferragamo.com, siamo entrati virtualmente nella sede
1.
Tra le prime aree dell'archivio storico Salvatore Ferragamo c'è il corridoio dedicato a Marilyn Monroe, una delle più celebri e affezionate clienti del designer. Le sue décolleté con tacco di 11 cm furono responsabili di quella camminata ancheggiante, così seducente e particolare, che la rese unica. Le scarpe che ha calzato l'attrice, sul set e nella vita privata, variano in pellami e colori ma il modello per anni è sempre stato lo stesso, quasi fosse un’estensione del suo corpo.
Salvatore Ferragamo, Décolleté, 1956, capretto. Il modello è stato creato per Marilyn Monroe per il film Fermata d’autobus (Bus Stop), diretto da Joshua Logan (1956). Le scarpe sono state acquistate all’asta dei beni personali dell’attrice tenutasi da Christie’s a New York il 28 ottobre 1999.
2.
Nel padiglione dedicato alla custodia dei documenti importanti sulla storia del brand, sono conservati reperti risalenti fino a un secolo fa. Si tratta di lettere, certificati, ordini, disegni, rassegna stampa, fotografie storiche, immagini di campagne pubblicitarie, filmati, interviste radiofoniche e televisive. Inoltre, l’archivio conserva due scrapbook realizzati dallo stesso Salvatore Ferragamo durante la sua permanenza ad Hollywood, grazie ai quali poté dimostrare, una volta rientrato in Italia nel 1927, di avere costruito una carriera oltreoceano e di essere già conosciuto in America come “il calzolaio delle stelle”.
Il 12 febbraio 1951 Salvatore Ferragamo partecipa alla prima sfilata di modelli di chiara impronta italiana organizzata dal buyer Giovanni Battista Giorgini a Firenze, di fronte alla stampa e a compratori internazionali. Ferragamo aderisce con un modello di sandalo, il Kimo, realizzato per gli abiti del sarto romano Emilio Schuberth. Ispirato al tabi giapponese, è indossato con un calzino di pelle o raso in abbinamento al colore dell’abito. Foto David Lees.
3.
Nella sezione dell'archivio storico dedicata alle calzature sono custoditi quasi 15.000 modelli di scarpe, disposti cronologicamente, dagli anni venti del Novecento a oggi. Nel 1938, Salvatore Ferragamo creò uno dei suoi modelli più famosi per Judy Garland. Da quel momento il sandaloRainbow è diventato un’icona della moda rappresentando una perfetta sintesi tra stile e creatività. Il tacco e la suola platform, realizzati con strati sagomati in sughero, sono il risultato della sperimentazione ispirata alle forme architettoniche, mentre la scelta cromatica è indice della predilezione di Ferragamo per i colori vivaci.
Sandalo Rainbow Salvatore Ferragamo (1938)
4.
Nello stesso spazio sono conservate anche le forme di legno, su cui si costruiscono le scarpe. Tra di esse si incontrano numerosi “piedi famosi” di clienti dell’azienda, tra cui anche il nome di Sofia Loren. L'attrice è stata cliente della maison fin dagli anni cinquanta e fu coinvolta da Salvatore Ferragamo in un importante evento a Roma, nel 1955, per il lancio di una collezione di calzature in pelle di pesce.
La forma in legno del piede di Sophia Loren realizzata su misura da Salvatore Ferragamo.
5.
Il primo foulard Ferragamo è stato prodotto nel 1961 dalla ditta Ravasi di Como ed è firmato da un artista, Alvaro Monnini, fondatore dell’Astrattismo geometrico, che in quegli anni si dedicava anche alla grafica pubblicitaria. Con la rappresentazione di Palazzo Spini Feroni a Firenze, sede della Salvatore Ferragamo dal 1938, il foulard non è solo un accessorio da indossare ma un'originale pubblicità dell’azienda.
Palazzo, 1961, foulard in twill di seta su disegno dell’artista Alvaro Monnini
Voluto da Salvatore Ferragamo in prima persona e poi consolidato dalla figlia Fiamma, l’archivio è oggi gestito dalla Fondazione Ferragamo che lo ha reso una realtà vasta, strutturata e organizzata nel rispetto dei più alti standard conservativi. In attesa di poter accogliere dal vivo i visitatori, attraverso il tour virtuale si possono esplorare gli spazi dell’archivio attraverso strumenti digitali come immagini a 360° in alta risoluzione, info point, video e schede di approfondimento.