Joan Thiele, il nuovo progetto musicale in una lettera

Ho capito che il tempo non mi è nemico, è memoria del mio futuro.

Tutto è iniziato un anno fa.
Mi trovavo a casa

di mia madre sul lago di Garda, nella mia stanza, ormai occupata da mio fratello Gio. Intravidi un oggetto a me familiare, il mio vecchio diario con tanto di lucchetto. Mi domandai dove fosse la chiave, chissà.

© Joan Thiele

E così decisi di forzarlo, per incontrare una piccola Joanita, che probabilmente già sapeva che avrei cercato di aprirlo nel futuro e che negli anni avrei sicuramente perso la chiave :)
E infatti appena riuscì ad aprirlo, mi trovai di fronte una dolce richiesta: “Hey tu, non leggermi. Non sarai mica interessata alla vita di una quasi adolescente! Chiudi subito e pensa a te”.

© Joan Thiele

In quel momento cominciai a sorridere e mi venne in mente la parola “Memoria del futuro”.
La quale sembra un gioco di parole, ma pensandoci a fondo forse è più un invito al gioco, nel vedere il tempo come nostro compagno di giochi.
La me del passato chiedeva alla me di oggi di non guardare il diario. Perché?

© Joan Thiele

Sono sempre stata una nostalgica, con lo sguardo un po' rivolto al passato.
Ma per la prima volta guardando quelle pagine, pensai al tempo come estensione di me, del mio presente e del mio futuro inteso come riflesso di quella partita senza regole chiamata immaginazione.
Decisi così di iniziare un Diario nuovo, che parlasse del mio oggi e di tutti quegli scenari futuri che avrei immaginato e sognato.

© Joan Thiele

Così ho deciso di dedicare il mio primo Atto al Tempo.
Nemico e amico al tempo stesso.
Alla mia memoria del futuro. Il primo di una serie di argomenti che quest'anno mi hanno travolto e ispirata nelle mie canzoni.

© Tommaso Biagetti

E immagino il tempo in un cinema, luogo a me caro e simbolo di un'ultima condivisione: perché al cinema non si parla, ma si guarda e si ascolta, e soprattutto si sogna insieme. È l'immaginazione oggi al centro del mio presente.

In “Atto I - Memoria del Futuro” racconto due lati di me. Diversi ma che mi appartengono entrambi in egual modo.

© Edward Scheller

La prima canzone dell’atto si chiama Cinema ed è prodotta da Mace e Venerus.
Sono io a scegliere il mio tempo e a dedicarlo a chi mi è più caro. È come se Cinema fosse esattamente la colonna sonora dell’ultima scena di un film, il poco prima della fine, che precede il futuro.

© Sara Olivetti

E Futuro wow (il secondo brano prodotto da Ceri) è l’inizio di ciò che non conosco, ma che ho già immaginato. Futuro wow è un sogno, così vero, inconscio. Mi trasporta fino a un palco, e mi fa ballare, in un cinema vuoto. Mi da la sensazione di aver già vissuto ciò che sarà.
È un sogno lucido, un futuro che immagino, semplicemente wow.

© Luca Bais

© Luca Bais

© Luca Bais

Joan Thiele - “Atto I - Memoria del futuro”

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