Non è sempre facile trovare dei rimedi antistress. La vita ha i suoi alti e bassi, e a volte i bassi sono particolarmente duri da
Quando si attraversa un periodo stressante, si cerca di reagire in diversi modi – andando a fare
una passeggiata, magari, cercando il sostegno degli amici, praticando la meditazione mindfulness.
E benché tutto questo possa essere d’aiuto, esiste un potente strumento per affrontare lo stress
di cui non si sente parlare molto spesso: l’umorismo.
L’umorismo può essere un forte anti stress. Quando fate una battuta invece di restare
seri, contribuite a mettere una distanza tra voi e il problema del momento. Così facendo, creando
un gap tra voi e la difficoltà, riuscirete a vedere le cose con più chiarezza. È importante perché lo
stress cronico, se ignorato, può inibire il sistema immunitario, aumentando il rischio di morte
precoce.
Tutti abbiamo la capacità di ridere, di vedere il lato comico della vita, di fare ricorso all’allegria. Da bambini ancora di più. Tutto sembra più divertente a 10 anni: una correzione automatica uscita male sul cellulare, il proprio cagnolino con addosso l’impermeabile, la gif di un gatto. Crescendo, tuttavia, pensiamo di doverci comportare da adulti e cominciamo a essere più seri. Iniziamo a soffrire di “Sindrome da deficienza di risata acquisita”, come l’ha definita lo scrittore Paul McGhee nel suo libro Humor as Survival Training for a Stressed-Out World (AuthorHouse, 2010).
L’umorismo impedisce di indurirsi
Quando è stata l’ultima volta che avete fatto una battuta o avete riso? Non parlo di sorridere
educatamente o di fingersi divertiti quando qualcuno racconta una barzelletta, parlo di ridere di
gusto, di una bella risata grassa da piegarsi in due, fino ad avere lo stomaco dolorante e le lacrime
agli occhi.
Nel 1964, al giornalista americano Norman Cousins fu diagnosticata una spondilite anchilosante,
una debilitante forma di artrite che gli procurava dolori acuti e quasi gli bloccò la mascella. I
medici la ritenevano una condizione irreversibile. Di fronte a quella realtà orribile, Cousins fece
ricorso alle emozioni positive per guarire il suo corpo.
Invece di sprofondare nella depressione e di darsi all’alcol o ad altre sostanze per tirare avanti,
decise di trasferirsi in una stanza d’albergo e di fare una cosa piuttosto inusuale: cominciare a
ridere. Guardò film e serie TV che lo inondarono di emozioni positive. “Ho fatto la lieta scoperta
che 10 minuti di sane risate al giorno avevano un effetto anestetico e mi regalavano almeno due
ore di sonno senza dolori,” scrisse in un articolo del 1976 per il New England Journal of Medicine.
Quando cominciamo a guardare il lato umoristico della vita e cerchiamo di trovare un lato comico
in una situazione difficile, la nostra visione delle cose può cambiare. Come dice Joel Goodman,
fondatore di The Humor Project, nel suo Tedx Talk, “L’umorismo impedisce di indurirsi”. Problemi
che altrimenti ci darebbero l’impressione di affogare diventano meno minacciosi e stressanti. E
quel momentaneo attimo di tregua potrebbe essere proprio quello che ci serve per trovare quella
tranquillità di spirito e quell’energia che ci permettono di far fronte alle difficoltà che abbiamo di fronte.
Come sconfiggere lo stress con l’umorismo
L’umorismo può aiutarci in svariati modi. Quando siamo al lavoro, può contribuire a farci sentire
più uniti, può darci un po’ di sollievo dalla noia e può persino farci piacere di più quello che
facciamo.
Dopo aver lavorato da casa per tanti mesi di seguito, la monotonia può quasi darci l’impressione
di impazzire. Ma se introduciamo dell’umorismo nella giornata lavorativa, cominceremo a sentirci meglio. Come ha detto uno dei partecipanti a uno studio del New Zealand Journal of Social
Sciences sull’umorismo come strategia di coping: “Sul lavoro occorre uno sfogo… Se ti diverti un
po’, troverai il tuo mestiere molto più piacevole.”
Il modo in cui usate l’umorismo o in cui gli altri lo usano a scapito vostro può avere delle
conseguenze sulla vostra salute mentale. Prendere parte a una battuta scherzosa e di buon cuore
può avere un effetto positivo sul vostro benessere. Se vi piace far ridere gli altri perché volete
rafforzare il legame con le persone che avete intorno e sviluppare amicizie, questo può
proteggervi dall’ansia e dalla depressione.
D’altro canto, se fate battute maligne e vi prendete gioco degli altri, o se lasciate che gli altri si
prendano gioco di voi e permettete loro di passare il limite una volta di troppo, questo può
aumentare il vostro rischio di ansia e depressione.
Dove trovare l’umorismo
In un periodo in cui i buoni propositi per l’anno nuovo potrebbero cominciare a perdere forza,
tenete l’umorismo nel vostro kit di sopravvivenza e usatelo quando siete depressi. Anche se non
credete di essere divertenti, non fa niente. Ci sono dei passi specifici da poter fare per diventare
più allegri e sfruttare il lato buffo della vita.
Per prima cosa, cominciate semplicemente a notare l’umorismo. Anche se sembra facile, quando
siamo immersi nella nostra routine giornaliera, destreggiandoci tra programmi e liste di cose da
fare, non facciamo abbastanza attenzione alle cose che potrebbero farci ridere e di conseguenza
farci sentire meglio e più leggeri. Invece è in questi precisi momenti che abbiamo bisogno di
abbandonarci all’umorismo, e più lo cerchiamo più lo vediamo (specialmente adesso).
Un modo semplice di introdurre l’umorismo nella vostra vita è immergervi in situazioni in cui
poter ridere di più, ad esempio partecipando a una festa online o guardando una serie che vi
diverte. Quando cominciamo a cercare l’umorismo e dei modi per poter ridere, non solo ci
sentiamo meglio ma possiamo trasmettere le nostre emozioni positive agli altri, perché le
emozioni sono contagiose.
L’umorismo come strategia di coping non consiste soltanto nel raccontare una barzelletta o
scherzare. Consiste nel portare allegria nella vostra vita, nel trovare dei modi per dimenticare i
problemi e prendere fiato, anche se solo per pochi attimi. Questo può avere un effetto notevole
sulla vostra salute e sul vostro benessere.
Olivia Remes è una life coach esperta di salute mentale e ricercatrice all’Università di Cambridge