Rosamund Pike ci racconta "I Care A Lot" (per il quale è candidata al Golden Globe)

Nella sua ultima performance per il grande schermo, Rosamund Pike, una nomination agli Oscar per Gone Girl (2014) interpreta il ruolo di una leonessa, come

si autodefinisce lei stessa. Un’interpretazione che ci ricorda il debutto al cinema dell’attrice londinese, 42 anni, nei panni della spietata addetta stampa che affronta James Bond in La morte può attendere (2002), ma che è comunque lontanissima dai tanti altri ruoli in cui l’abbiamo ammirata finora: la dolce Jane Bennet in Orgoglio e pregiudizio (2005), una socialite senza arte né parte in An Education (2009), l’eroica reporter Marie Colvin in A Private War (2018) e una moglie frustrata che va in terapia nella serie TV Lo stato dell’unione (2019), che le ha fatto vincere un Emmy.

E adesso è Marla Grayson nella commedia dark di J Blakeson I Care A Lot, una tutrice nominata dal tribunale, profondamente sadica e sempre elegantissima, che è diventata ricca truffando i suoi anziani assistiti. Con la complicità della sua amante Fran (Eiza González), Marla ha già un curriculum di tutto rispetto quando mette gli occhi su Jennifer Peterson (Dianne Wiest), una pensionata con molti soldi da parte, nessun parente in vita e una cartella clinica un po’ anomala. Ma quando la trasferiscono in una casa di riposo, uno dei potenti amici dell’anziana (Peter Dinklage) elabora un piano per liberare la donna ed eliminare Marla.

Fresca di nomination ai Golden Globe come Migliore attrice per un film commedia o musicale, e in attesa che esca il film il 19 febbraio, abbiamo parlato con Pike degli abiti di scena impeccabili, delle lezioni di spinning (che l’hanno aiutata a entrare nel personaggio) e del fatto che non si preoccupa mai di essere la seconda scelta.

Congratulazioni per la nomination ai Golden Globe.Ho vistoche ti sei persa l’annuncio ufficiale, perché sei rimasta sei ore dentro a uno studio di registrazione. Come ti sei sentita quando ti hanno dato la notizia?

“Meravigliosamente! Che ironia, mi sono persa spesso annunci importanti che riguardavano la mia vita professionale. Ho vinto un Emmy mentre mi trovavo su un aereo, ed ero via, senza cellulare, quando mi hanno proposto il film di James Bond. Un po’ un tema ricorrente (ride). Ero talmente immersa nel lavoro che facevo in quel momento che non consideravo minimamente la cosa. Sono stata presa completamente alla sprovvista, ed è stato molto emozionante”.

Quando hai incontrato per la prima volta il regista diI Care A Lot, J Blakeson, e cosa hai pensato della sua idea?

“J ha avuto l’idea dopo aver letto un articolo sullo sfruttamento degli anziani, e ha pensato: “Dovremmo farci un film, ma se racconto la storia dal punto di vista della vittima potrebbe essere davvero tremendo. E se la raccontassi invece dal punto di vista del colpevole?’ . Ho letto la sceneggiatura e gli ho detto, ‘È il ruolo femminile più elettrizzante che abbia letto in tanti anni” ’ E lui mi fa: ‘Mi è sempre piaciuto come lavori. Parliamone a cena’. Cinque o sei mesi dopo mi hanno offerto la parte. Ti fa pensare che probabilmente non sono stata la sua prima scelta (ride), ma non mi ha mai fatto paura essere la seconda, o la terza. In questo lavoro, non puoi andare fiera di cose come questa. Devi cogliere al volo le opportunità”.

Che cosa ti ha affascinato del personaggio di Marla Grayson?

“Non la capivo, non capivo cosa la spingesse a fare certe cose, ed è questo che ho trovato più avvincente. La mia analisi del personaggio è stata questa, scavare finché i suoi appetiti sono diventati i miei: la sua fame sfacciata di ricchezza, di potere, e tutte le cose che a me non interessano per niente. Marla pensa: ‘Mi hanno fregato in passato, e adesso gioco sporco’. Ma il sistema è fatto per giocare sporco, ecco il problema. J ha scritto una commedia satirica sul sogno americano e sui sistemi di welfare, legale e sanitario”.

Marla viene definita dal suo aspetto: i capelli a caschetto, i tailleur elegantissimi, i tacchi. Come è nato il suo look?

“Volevo che il bob avesse una linea molto netta. La hairstylist con cui ho lavorato aveva creato anche il bob di Amy (in Gone Girl, del 2014, NdR). Poi, appena ho messo il tailleur verde blu che indossa nella scena con l’avvocato, ho capito che l’avevamo trovata. J ha detto, ‘Voglio vedere questi tailleur in tutti in colori e in tutti i tagli.’ Ne indossa uno giallo quando la vedete avvicinare la sua preda, Jennifer, sembra una leonessa, e poi J ha voluto un altro tailleur giallo nella seconda parte del film, quando è Marla che diventa la preda. Il suo look è parte dei suoi stratagemmi. Volevamo prenderci del tempo per pensarci, ma se fai un film a basso costo non hai tutto questo tempo. Però abbiamo modificato la sua manicure, di corsa, perché sapevo che Marla lo avrebbe fatto. Mi dicevano, ‘Ma è proprio necessario?’ e io ho risposto, ‘Questa cosa alla fine vedrai che ci ripaga.’”

Ho letto che per prepararti al film hai ascoltato i TED Talks diElizabeth Holmes(la CEO di un’azienda di servizi alla salute che è stata condannata per frode nel giugno 2018). È vero?

“Sì, è vero. Pensavo a come convincere le persone a stare dalla tua parte, all’arte di vendere, vendere qualcosa che è totalmente privo di morale, ma che la gente comprerebbe comunque. Non ho basato Marla su Elizabeth, ma stavo cercando cose meno evidenti, come il linguaggio del corpo, i movimenti delle palpebre. C’è anche la sua parte sincera, e Marla che gioca con quell’idea lì è molto interessante. In tribunale le sue argomentazioni sono ineccepibili, e lei è molto equilibrata. Dice: ‘Non puoi prenderti cura di una persona facendo quello che vuole lei. Devi fare quello di cui ha bisogno, e io so prendermene cura meglio di un familiare”’. E pensi: ‘So cosa intendi”.

I Care A Lot (2021)

© Netflix

SuInstagramhai parlato di come ti sei allenata per il ruolo. È stato difficile?

“Per il film dovevo essere forte fisicamente perché c’è una scena sott’acqua che avrebbe messo alla prova la mia resistenza. Sono restata due giorni in una piscina. L’altra cosa erano le sedute di spinning. Marla va a farne una, è in una delle prime scene e io non avevo mai fatto spinning in vita mia. Sei sulla bici in posizione rannicchiata, ma tieni le spalle in alto, è una posizione da predatore. Mi ha dato una fisicità diversa”.

Un altro elemento chiave del personaggio di Marla è il rapporto con la sua complice e amante, interpretata da Eiza González. Era importante per te che la loro relazione venisse presentata in modo così realistico?

“Non è un vero snodo nella narrazione, non c’è nulla che accade ai personaggi come sua conseguenza diretta, ed è così che dovremmo vedere una relazione, credo. Allo stesso modo in cui possiamo vedere uno dei personaggi principali con figli e marito sullo sfondo, e pensare che sia quella la sua vita in famiglia, ecco, questa è la vita famigliare di Marla, e viene quindi trattata con la stessa nonchalance. Per Fran avevamo anche l’antefatto, era stata garante per le cauzioni in passato, e quindi aveva una certa familiarità con i poliziotti. In più, Eiza è un vero raggio di sole, così divertente, e divertente è lavorare con lei. Nel film ha un look diverso rispetto agli altri film, è molto sexy”.

Che cosa si prova a presentare il film al Toronto International Film Festival a settembre e ricevere recensioni così entusiastiche senza aver potuto partecipare di persona?

“Non ho visto il film con il pubblico. J e io ci siamo ripromessi che un giorno affitteremo la sala di un cinema e inviteremo i nostri amici a guardarlo tutti insieme. Sarei stata felicissima di far conoscere Marla al mondo, ma abbiamo avuto delle recensioni molto positive, e credo che le persone avessero bisogno di qualcosa di un po’ sgradevole, e la possibilità di evadere in un mondo che non fosse onesto o serio. Possono farsi due risate guardando qualcosa di terribile, invece di commiserarsi fra loro per le cose terribili che abbiamo visto tutti lo scorso anno”.

Presto ti vedremo nella serie fantasyThe Wheel of Time. Cosa ci puoi dire?

“Non vedo l’ora che il pubblico veda questo mondo, un mondo in cui le donne hanno il potere e creano un nuovo status quo. Un mondo in cui c’è molta inclusione, e una serie che, spero, molti apprezzeranno” .

Sei stata a Praga a girareThe Wheel of Time, con il tuo compagno e i vostri figli lo scorso anno durante il lockdown. Che cosa si prova a passare questo periodo particolare in una città che non era la tua?

“Ci è piaciuto molto andare in giro per Praga mentre era vuota. Ma eravamo anche molto preoccupati perché molte attività erano in forte difficoltà, ma la città in sé resta un luogo magico. Ci sentiamo fortunati a trovarci in Europa centrale anche se vorrei che altri membri della mia famiglia fossero qui con noi. Dalla Brexit, l’Inghilterra sembra più lontana, persino la posta da casa qui non arriva così velocemente. A dire il vero, è piuttosto sconcertante”.

I Care A Lot esce in Italia su Prime Video il 19 febbraio 2021

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