Moda sostenibile: i tessuti dall'acqua salata di SaltyCo

La moda sostenibile è chiamata sempre più a confrontarsi con temi come la scarsità delle risorse naturali e la necessità di innovare in termini di

approvvigionamento di materie prime. Ecco perché il team di SaltyCo, con il loro progetto che fa germogliare da acque saline piante capaci di trasformarsi in tessuti, ha vinto la prima edizione di Vogue Yoox Challenge - The Future of Responsible Fashion.

Ecco l'intervista completa ai quattro founder della start-up fondata da Julian Ellis-Brown, ingegnere meccanico, Finlay Duncan, chimico, Antonia Jara, integrated designer e Neloufar Taher, business/design strategist.

Se doveste descrivervi come team e come giovani imprenditori, cosa direste? E cosa potete dirci delle vostre esperienze precedenti?

"Il team di SaltyCo è definito dal nostro approccio a trattare il pianeta con senso di responsabilità, attraverso la progettazione e la creazione di tessuti che abbiano un impatto positivo sul pianeta. Uniamo la nostra forte motivazione alla capacità di creare un cambiamento reale, portando avanti  tutti insieme  una missione molto chiara: realizzare tessuti che aiutino a guarire il pianeta.

Abbiamo scoperto che la nostra forza sta nella nostra diversità, sia per quanto riguarda il nostro background professionale e culturale, che ha permesso di costruire un ambiente, quello di SaltyCo, inclusivo, elettrizzante, dinamico e forse anche critico, nel portare a termine il lavoro in modo efficace. Dalla progettazione al design, dal business alla scienza: siamo in grado di mettere insieme rigore e creatività. Questo ci consente di esaminare questo grande problema sistemico e trovare una soluzione che vada oltre la dimensione ambientale, e al tempo stesso soddisfacendo i bisogni dell’industria tessile moderna.

Mettiamo sempre i nostri clienti al centro di quello che facciamo: abbiamo ascoltato quali sono i bisogni del settore,  e chiesto cosa sia più importante per loro. Questo atteggiamento è insito nella nostra natura di persone curiose, ma anche nella nostra formazione di designer che mettono al centro l’essere umano. Questo è un elemento fondamentale del modo in cui il nostro team intende apportare cambiamenti significativi.

Essendo noi stessi attivisti e ambientalisti, per molti versi siamo il risultato dei grandissimi movimenti che vediamo nascere e agire in tutto il mondo. Siamo in un momento cruciale tra due generazioni fortemente motivate a portare avanti campagne  a sostegno di cause ambientali e sociali: crediamo che SaltyCo sia uno strumento in grado di trasformare queste idee in realtà". Julian Ellis-Brown

Come è nato il vostro gruppo? Vi siete conosciuti all'università, vero?

"Noi quattro ci siamo conosciuti a Londra durante un doppio master che si chiamava Innovation Design Engineering, un programma congiunto dell'Imperial College London e del Royal College of Art. Al secondo anno ci è stato chiesto di formare un team che doveva affrontare un problema a nostra scelta, un ambito estremamente ampio e anche poco chiaro,  quindi era importante trovare le persone giuste con cui lavorare.

Prima di SaltyCo, non ci conoscevamo molto bene a livello personale, ma c’era stima reciproca. Fin sperimentava continuamente con materiali inusuali e idee strane, Nelly era molto strategica e cool dal punto di vista estetico, Julian faceva sempre domande intelligenti e ragionamenti pazzeschi, io ero invece quello pratico, imparavo sempre a fare cose nuove. Dal nostro primissimo incontro c’è stata subito sintonia. Inizialmente, non eravamo sicuri di quale percorso scegliere e quale problema esaminare; sapevamo solo che volevamo tutti diventare agenti del cambiamento per creare un mondo che riflettesse i nostri valori.

Con questo obbiettivo in mente, tutto si è incastrato alla perfezione, come in un puzzle. Abbiamo deciso di focalizzarci sul consumo eccessivo di acqua dolce, in particolare nell'industria tessile, e così è nato SaltyCo. Siamo diventati amici e ci è sempre piaciuto lavorare insieme. Poiché proveniamo da background diversi, sia in senso professionale che culturale, ognuno di noi ha contribuito con un punto di vista unico e forte al progetto". Antonia Jara

Perché avete scelto di lavorare sulla moda sostenibile? E perché avete deciso di puntare sulla moda?

“La consapevolezza e la domanda di sostenibilità aumentano velocemente in tutti i settori della moda e dell'abbigliamento. Ed è un approccio che condanna con forza le pratiche crudeli nei confronti degli animali e l’uso di prodotti di sintesi nocivi che derivano dal petrolio. Le alternative vegetali a questi prodotti che nascono dallo sfruttamento offrono grandissime possibilità e siamo molto felici di poter ampliare il loro utilizzo nel settore della moda. L’uso dell'agricoltura tradizionale per soddisfare i bisogni di un'industria così grande eserciterebbe una pressione inaccettabile sulle nostre forniture di acqua dolce e terra coltivabile. Da SaltyCo le nostre pratiche agricole innovative ci consentono di produrre materiali senza dover dipendere da nessuna di queste risorse così preziose”. Finlay Duncan

“Per secoli, forse millenni, il nostro rapporto con la natura è stato sempre sbilanciato. E visto che abbiamo utilizzato sempre più risorse e più energie non rinnovabili per realizzare prodotti che usiamo da migliaia di anni, abbiamo in qualche modo interrotto i ritmi della natura. Questo squilibrio, che potrebbe portare il pianeta verso il disastro, ci ha portato a domandarci come possiamo ridefinire il nostro rapporto con la natura per creare nuove relazioni che siano in grado di proteggere, e non danneggiare, il pianeta. In SaltyCo la Terra non è semplicemente il luogo in cui coltiviamo le nostre piante, ma è il nostro principale collaboratore, quello con cui lavoriamo per sostenerlo e nutrirlo anche quando produciamo i nostri tessuti. Questo è il motivo per cui siamo orgogliosi di realizzare tessuti carbon negative e biodegradabili senza usare acqua dolce, tessuti che sono positivi per il pianeta”. Julian Ellis-Brown

“Il nostro pianeta, le comunità, le politiche e i sistemi economici desiderano fortemente il cambiamento. Il mondo della moda è uno spazio che ci ha aggregato tutti a livello globale nel corso della storia, con brand e clienti fedeli che ispirano senza alcuna remora la cultura, la creatività e il cambiamento. Da SaltyCo non sosteniamo il green washing, non fuorviamo i nostri clienti o i nostri consumatori finali. Crediamo sia arrivato il momento per l'industria della moda di attivare sistemi che lavorino per, e con, la natura. Riconsiderando le nostre filiere in modo radicale possiamo progettare materiali sostenibili e capi che aiutano a guarire il pianeta. Sappiamo che non è un’impresa facile, ma siamo fiduciosi e ottimisti di poter aiutare alcuni dei nostri brand e designer preferiti a raggiungere quest’obbiettivo”. Nelly Taheri

“L'innovazione oggi non può prescindere dalla sostenibilità. Non possiamo più tenere separati i nostri metodi produttivi dalle esigenze dell’ambiente. Devono essere pensati come un tutt’uno, come una collaborazione. Abbiamo scelto la moda perché dietro ogni capo c’è una storia visibile, e perché quando ci vestiamo esprimiamo le nostre opinioni e valori. Vogliamo fare parte di questo messaggio, e fornire ai brand materiali che hanno alla base una filiera e un ciclo di vita che ci fanno sentire orgogliosi del nostro impegno”. Antonia Jara

Come è nata l'idea per SaltyCo?

"In quanto team, inizialmente ci siamo concentrati sul consumo eccessivo di acqua dolce in tutto il mondo e, di conseguenza, sulla sua scarsità. Facendo ricerca abbiamo scoperto che l'industria tessile  ha colpe enormi quando utilizza l'acqua. Ad esempio, siamo rimasti sbalorditi scoprendo che con l'acqua dolce che si usa per produrre un singolo calzino di cotone si potrebbe fornire a una persona  acqua potabile per tre anni. Questo ci ha portato ad approfondire l’impatto di un problema così pervasivo nel comparto tessile. Siamo giunti alla conclusione che il danno più grande viene fatto all’inizio della filiera nelle coltivazioni e nell'irrigazione delle piante che verranno poi trasformate in tessuti.

Considerato ciò, abbiamo iniziato a studiare fonti alternative di fibre, e poco dopo Finlay si è ritrovato per caso a leggere un articolo sulle piante capaci di vivere in terreni salati. Esistono 2.600 di specie simili in tutto il mondo e noi ci siamo chiesti: e se una di queste piante potesse essere trasformata in tessuto? Nei giorni successivi siamo andati verso la costa, dove vivono alcune di queste specie, e abbiamo raccolto un po’ di queste piante per iniziare a sperimentare con le tecniche di estrazione delle fibre. Abbiamo lavorato insieme per mesi, sia presso i laboratori dell’ Imperial College che tutti insieme nella mia piccolissima cucina, finché non abbiamo realizzato il nostro primo, incoraggiante campione di tessuto. Ci siamo sentiti come se avessimo scoperto un nuovo continente!

Allo stesso tempo, esaminando queste piante abbiamo visto che non solo possono essere irrigate con acqua salata, ma sono anche molto benefiche per l'ambiente. Queste piante catturano grandi quantità di CO2 (50 volte più di un’area equivalente di foresta pluviale) e riescono a crescere in terreni non coltivabili come quelli soggetti all'innalzamento del livello del mare o rovinati da pratiche agricole irresponsabili. Il nostro obbiettivo  è lavorare a fianco degli agricoltori locali per accorciare le filiere del futuro, offrendo allo stesso tempo nuove opportunità alle persone in tutto il mondo.

Alla fine abbiamo scoperto un modo per creare tessuti con un impatto positivo sul pianeta che potrebbe indirizzare l'industria tessile verso pratiche più attente all’ambiente. Su più larga scala, crediamo che potrebbe avere un impatto enorme sia sull’ambiente che sulla società". Antonia Jara

Se ho capito bene, volete puntare al mercato con il vostro prodotto per la PE 2021: avrete già una capsule?

"Attualmente stiamo lavorando con alcuni brand sostenibili di abbigliamento e di capispalla selezionati con attenzione per sviluppare ulteriormente il nostro materiale perché diventi un tessuto completo e finito. Il primo prodotto che lanceremo mercato saranno le nostre fibre vegane per imbottiture in alternativa alle piume d'oca e alle imbottiture sintetiche. Le nostre piante tolleranti al sale, i metodi di coltivazione con acqua salata e i processi di estrazione innovativi ci consentono di produrre al 100% senza acqua dolce, per prodotticarbon negativee biodegradabili pronti per essere usati. Prevediamo di sviluppare la nostra prima capsule al termine del nostro esperimento "pilota" condotto qui in Europa. Anche stiamo sviluppando rapporti con brand globali e maison più o meno grandi, siamo posizionati in modo organico nelle diverse fasi di sviluppo a seconda delle esigenze dei nostri clienti e degli obiettivi sostenibili. SaltyCo è un'azienda di materiali sostenibili che si ispira alla natura e alla scienza. Questo si riflette nelle collaborazioni creative e nelle collezioni che stiamo creando. Cerchiamo infatti brand che siano in prima linea nel cambiamento positivo, e che vogliano davvero avere un impatto positivo sul pianeta, insieme ai loro clienti". Nelly Taheri

Il Covid-19 ha cambiato in qualche modo i vostri progetti? E in che modo questo premio potrà aiutarvi nel vostro lavoro?

"Come è accaduto in tutto il mondo,  anche noi di SaltyCo abbiamo subito gli effetti  del Covid-19, un virus che è arrivato all’improvviso.  Dopo la nostra prima mostra a gennaio / febbraio 2020 presso il Royal College of Art, l'Imperial College di Londra e il Design Museum di Londra, abbiamo lanciato il nostro progetto nel bel mezzo di una pandemia globale. E poi con i membri del team sparsi in tutto il mondo,  e il completamento del nostro corso di laurea nel luglio 2020, abbiamo dovuto adattarci velocemente a questo nuovo modo di lavorare.

Dopo la mostra siamo stati molto sorpresi e grati per la domanda crescente e per l’entusiasmo sul nostro progetto. Alcuni dei nostri brand preferiti ci hanno contattati per avere dei campioni di tessuto, e molte pubblicazioni di fama mondiale hanno chiesto di parlare con noi: sapevamo che c’era bisogno di un progetto innovativo come il nostro, ed eravamo impazienti di iniziare. Abbiamo deciso di creare la nostra azienda nel maggio 2020 e abbiamo lavorato allo sviluppo di SaltyCo senza sosta. Anche se la pandemia ha rallentato il lancio sul mercato, ci ha anche insegnato molte cose importanti su come gestire la nostra attività.

Se c’è una cosa che il Covid-19 ci ha insegnato sulle filiere, è che siamo assolutamente privi di sistemi flessibili, dinamici e rigenerativi, fondamentali per sostenere aziende sane. Abbiamo creato la nostra azienda nel bel mezzo del Covid-19, in un periodo in cui la foresta amazzonica bruciava e le divisioni sociali aumentavano, quindi siamo stati spinti a pensare e ad agire consapevolmente con ogni nostra decisione sul design e sulla progettazione. Siamo onorati di aver ricevuto questo premio e di avere l'opportunità di lavorare a fianco degli opinion leader e mèntori di Vogue Italia, Yoox e YNAP per rendere fruibile la nostra innovazione. Investire nel futuro del nostro pianeta permetterà di creare comunità ed economie globali resilienti". Nelly Taheri

"Vogliamo seguire un processo di sviluppo che prenda in considerazione tutte le fasi della filiera, dalla prima all’ultima. In questo modo possiamo creare materiali che abbiano un impatto sociale e ambientale positivi in ​​step della loro creazione. E questo vuol dire perfezionare il nostro prodotto insieme ai clienti, in modo che soddisfi le loro esigenze specifiche. Le nostre coltivazioni vengono testate in tutta una serie di climi e condizioni diverse per poter coltivare le piante nei luoghi in cui potranno avere un impatto maggiore. Infine, le nostre tecniche di estrazione delle fibre sono state affinate con estrema attenzione, per garantire che siano sempre molto efficienti e assolutamente non inquinanti.

Questo processo inizia ora, e il supporto di Vogue YOOX Challenge non sarebbe potuto arrivare in un momento più cruciale. Siamo felici che il nostro lavoro venga riconosciuto e apprezzato da due organizzazioni così autorevoli, e non vediamo l’ora lavorare al loro fianco in futuro". Finlay Duncan

Qual è il passo successivo? Avete ancora intenzione di aprire delle strutture anche in Bangladesh, dando anche un valore etico a un progetto così innovativo?

“Noi di SaltyCo crediamo in uno sviluppo sano, dinamico e organico. Per raggiungere questo obiettivo, attualmente cerchiamo di sviluppare le nostre coltivazioni a livello globale in posti in cui crediamo possano avere maggiore impatto ambientale e sociale. Per fare ciò stiamo lavorando con gli agricoltori delle regioni costiere del Bangladesh e del Ghana per sperimentare i nostri raccolti e stabilire quali siano le pratiche di coltivazione rigenerative e in acqua salata più adatte ai loro terreni e alle loro comunità. Ma visto che vogliamo prima di tutto sviluppare la capacità di operare al meglio, stiamo anche guardando più vicino, a casa nostra. L'Europa è una regione leader nel mercato sostenibile e in cui operano brand e case di moda celebri in tutto il mondo. Siamo entusiasti di far parte di questa rivoluzione sostenibile sempre più grande insieme a brand che si stanno impegnando per avere filiere più corte, per accorciare i cicli di vendita e garantire la trasparenza e tracciabilità di ogni capo. Per quando riguarda il prossimo anno, stiamo lavorando per consolidare i rapporti con brand e filiere sostenibili di piccole e medie dimensioni che operano in Europa per contribuire con tessuti di qualità che hanno ottime credenziali sostenibili nell’ambito della green economy europea. Per fare questo, vogliamo continuare a realizzare il prodotto finito insieme ai nostri clienti, sviluppare le nostre tecnologie innovative di estrazione delle fibre ed espandere le nostre pratiche di coltivazione in acqua salata”. Nelly Taheri

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