“Lacci”, il film con Alba Rohrwacher e Luigi Lo Cascio: abbiamo incontrato il regista e il cast
Il “made in Italy” – soprattutto per ragioni
In uscita il 1° ottobre in sala – dopo l’anteprima di ieri in contemporanea con la Biennale - la storia potrebbe essere comune all’esperienza di molti perché racconta il rapporto a pezzi di una coppia, Aldo e Vanda (Luigi Lo Cascio e Alba Rohrwacher), su cui pesa l’ombra dell’infedeltà.
Luigi Lo Cascio e Alba Rohrwacher in Lacci
© GIANNI FIORITO
Intenso e intimo, coinvolge un cast corale di grande spessore accanto a talenti emergenti come Linda Caridi, che interpreta Lidia, “l’altra donna”. “La materia narrativa era forte – spiega il regista – come tutti i libri di Starnone che ho letto sempre con piacere, anche se all’inizio ho pensato fosse difficile tirarne fuori un film. Il romanzo riguarda tutti i noi che siamo una coppia di separati (come nel mio caso) o figli di coppie separate, il che permette d’identificare facilmente con tutti i personaggi”.
Chi sono, allora i protagonisti? “Sono uomini e donne – dice Lo Cascio – che fanno anche scelte abbastanza discutibili, a volte persino crudeli. Li sentiamo vicini perché ci riguardando, creando anche sovrapposizioni con la nostra vita che ci fanno commuovere. E ci siamo chiesti il perché di queste azioni, i moventi che li hanno spinti a farle”.
Il film alterna varie epoche e si vede un passaggio di testimone della coppia di attori ad un altro duo di colleghi fenomenali da anziani (Laura Morante e Silvio Orlando) mentre i figli Anna e Sandro da grandi sono interpretati da Giovanna Mezzogiorno e Adriano Giannini.
“Non somiglio molto a Vanda – precisa la Morante – perché sono convinta che l’affetto viva in eterno, ma a condizione di cambiare la propria forma interiore, altrimenti rischia di morire e finire a conservare una specie di simulacro dell’amore. Dobbiamo invece incoraggiarci a cambiare”.
Luigi Lo Cascio e Alba Rohrwacher in Lacci
© Gianni Fiorito
Neppure Giannini sente proprie le dinamiche spezzate del personaggio: “Non provengo da una famiglia così avvelenata dal tradimento, dalle bugie e dai rimpianti. Io e Giovanna Mezzogiorno rappresentiamo il frutto di questo inganno, ne portiamo i segni ma in modo diverso. Sandro erge una corazza per sopravvivere a questi lacci che poi sono legami, cappi, corde che non ti permettono di respirare la vita, ma viene manipolato dalla sorella che invece fa uscire la rabbia provata in un grido di libertà che vuole tagliare questi legami”. In effetti, commenta Linda Caridi “quando c’è un laccio da un lato ha la bellezza e dell’altro il dolore”.
Giovanna Mezzogiorno e Adriano Giannini in Lacci
© Gianni Fiorito
Tutto il film ruota attorno “a una tensione – aggiunge il regista – a un qualcosa che si è spaccato, alla paura, all’odio, alla reticenza e alla rabbia. E ho chiesto gli attori di esplorarle in vario modo. Un giorno si sbraitava e quello dopo magari chiedevo di recitare la stessa scena sussurrandola. E a volte quello che abbiamo nascosto dice di più di quello che abbiamo mostrato, lasciando all’intelligenza dello spettatore il compito di riempire i buchi rispondendo alle domande per conto proprio. Se ci pensi bene la trama è poca: una coppia si separa, fine della storia. In cinque minuti la racconti, ma non si tratta di questo ma dei sentimenti legati ai personaggi”.
Ci sono stati anche casi in cui l’attore si è lasciato particolarmente trasportare, come racconta Lo Cascio: “Alba è una compagna di lavoro eccezionale che c’è anche quando deve darti un calcio sugli stinchi e lo fa con la punta dello stivale invece di fare attutire il colpo con un’imbottitura. Ci mette sincerità e dolcezza, è vera”.
Laura Morante e Silvio Orlando in Lacci
© Gianni Fiorito