Mi accingo a scrivere questa lettera quando siamo nel sesto mese di emergenza sanitaria globale. Quando è iniziato il lockdown,
La depressione e i disturbi mentali sono parte della mia storia e, a causa dell’incertezza della pandemia, la mia ansia è andata alle stelle. Tutt’a un tratto mi sono ritrovata a domandarmi cose come: ‘Quando torneremo a lavorare?’ ‘Altre persone moriranno?’ ‘La situazione peggiorerà?’. Tutto sembrava fuori controllo, non solo per me, ma per tutti noi come comunità globale. È stato, e rimane, un momento senza precedenti nella storia.
Vedi di più
Vogue Hope: Ellie Goulding parla di ambiente in una lettera di speranza al mondo
Costretti a fermarci, e pensare
Nella nostra società siamo ormai abituati a un certo tipo di mentalità, sentiamo di dover andare avanti, essere i migliori, sempre. È sfiancante. Poi, all’improvviso, arriva la pandemia e tutti sono costretti a fermarsi e pensare. Ho cominciato a domandarmi: ‘Cosa è davvero importante per me?’ ‘Come riuscirò a superare tutto questo?’ ‘Come posso restare ottimista?’, e ho capito che volevo imparare qualcosa da questo momento che potesse realmente migliorare la mia vita, la mia salute mentale e il mio benessere emotivo nel lungo termine.
All’inizio facevo resistenza, ma il mio fidanzato è una persona sempre positiva, e allora ho cominciato a fare le cose che faceva lui. Ho iniziato a meditare e a fare yoga. A tenere un diario, a dipingere, a fare foto, a esprimermi creativamente. E ad appezzare la natura, cosa che, ho capito, avevo sempre dato per scontato. Inizialmente avevo difficoltà ad addormentarmi, perché ero molto ansiosa, e così ho pensato di inventarmi un mio rituale serale. Accendo le candele, metto un CD con affermazioni positive per meditare, faccio stretching e uso degli oli essenziali. E alla fine riesco ad addormentarmi facilmente.
Ma la mia esperienza personale non è certo un’eccezione. Tutti conosciamo qualcuno che soffre di qualche disturbo mentale, o magari ne abbiamo sofferto noi stessi. Una cosa positiva della pandemia è che ha messo in luce la questione della salute mentale come non era mai successo prima. Per tanti anni la salute mentale era considerato qualcosa di cui vergognarsi. Di sicuro, io me ne vergognavo: sono nata per vergognarmi. E questo è causato dall’ignoranza. Le persone semplicemente non capivano cosa fosse, avevano paura di sentire parole come ansia o depressione. Ma oggi più cose sappiamo su questi disturbi, meglio riusciamo a gestirli come un’emergenza pubblica. L’istruzione e il tipo di linguaggio che usiamo quando parliamo di salute mentale sono fondamentali.
Riflettendo su tutto quello che è accaduto in questo 2020, sento che stiamo attraversando un momento di cambiamento. Non c’è mai stato un momento più adatto di questo per sensibilizzare le persone sutemi davvero importanti. E non mi riferisco solo alla salute mentale. Avere così tanto tempo di inattività durante la quarantena mi ha dato la possibilità di capire che posso fare molto di più per aiutare gli altri. Io sono nella categoria ‘a rischio’ per il Covid-19, perché soffro di asma e di altri disturbi, e quindi non ho potuto prendere parte alle proteste del movimento Black Lives Matter. Ma ci sono altre cose che ho potuto fare da casa, usando la mia visibilità.
Il mio rapporto con i social prima del lockdown era abbastanza standard. Se scrollate il mio feed, vedrete che c’erano soprattutto foto mie in cui sono sempre in tiro e carina. Ma le cose sono cambiate bruscamente più o meno quando Ahmaud Arbery è stato ucciso. E adesso i miei feed sono pieni di informazioni sull’ingiustizia razziale e su cosa possiamo fare concretamente.
Ho sempre preso molto sul serio il mio impegno ad aiutare gli altri, ma adesso l’obiettivo è cambiato. In questo particolare contesto, quello che mi ha motivato è stato capire quanto io sia stata influenzata dalla Black culture. Sono cresciuta ascoltando Aretha Franklin, Whitney Houston e altre cantanti di grande intensità, ma sono state queste due donne black in particolare a formarmi come cantante. Se guardo alla mia vita, tutto quello che ho — denaro, successo, un tetto sopra la testa— viene dall’ispirazione che queste donne mi hanno dato. E anche oggi sono continuamente ispirata dalle persone di colore.
E quindi, eccomi qui, in una casa che ho potuto permettermi grazie al denaro guadagnato cantando, mentre le persone di colore temono per la loro vita ogni giorno. E questo, ho capito, è stato come un fulmine che ha scosso tutto il mio corpo, quando mi sono resa conto di quanto sono privilegiata. E ho sentito questa responsabilità enorme a sensibilizzare gli altri su questa ingiustizia, e ho iniziato a postare cose che ho pensato potessero educare le persone.
Vedi di più
Cate Blanchett per Vogue Hope: “La speranza è nell'albero di Shadi in pieno deserto”
Siate pronti a difendere gli altri, a qualunque costo
All’inizio mi sentivo a disagio quando parlavo di questi argomenti, perché temevo che la gente non mi percepisse come vera. E ho anche sentito l’impulso di chiamare tutte le persone di colore che conosco per scusarmi, e nemmeno questa era la cosa giusta da fare. Come tante altre persone, non sapevo come comportarmi. Tutto quello che sapevo è che odiavo il colore della pelle, che è anche il mio, delle persone che si sono macchiate di crimini tanto orrendi nei confronti di Ahmaud Arbery, Breonna Taylor, George Floyd e tanti altri neri.
Mi sono presa del tempo per informarmi e studiare, e quello che ho imparato è che per essere dei buoni alleati bisogna essere pronti a proteggere gli altri a ogni costo. Bisogna intervenire se si vede qualcosa che non va bene: un atto razzista, un commento razzista, una battuta razzista. E non solo con Black Lives Matter. Anche con il movimento Me Too. Finalmente il mondo si sta svegliando, ed è una cosa bellissima da vedere.
Quando si tratta di fare attivismo, quando si tratta di attuare dei veri cambiamenti nella società, c’è sempre la possibilità di migliorare. Vorrei poter avere tutte le risposte, ma so di non averle. Ma quello che so è che l’inclusione è importante. Creare ambienti in cui ledonne, le persone di colore e le persone trans si sentano al sicuro. Non solo al sicuro, ma anche uguali alle loro controparti, ai cisgender, bianchi, maschi. Le persone hanno bisogno di sapere che possono trovarsi in un contesto in cui non verranno molestate sessualmente o sottopagate. L’industria musicale deve prestare attenzione. In realtà tutto il settore dell’intrattenimento deve prestare attenzione.
Un anno di crescita
Nessuno ha avuto un 2020 perfetto. Al contrario. Ma quello che dobbiamo capire è che va bene se le cose, a volte, non vanno bene. Personalmente ho avuto alti e bassi molto intensi. Ho conosciuto il mio fidanzato a marzo e mi sono innamorata di lui. La nostra storia d’amore è iniziata in modo travolgente e abbiamo potuto passare questo periodo insieme. Ma ho anche perso molte persone quest’anno, ed è stata davvero dura. C’è stato l’anniversario della morte di mio padre, un paio di giorni dopo la Festa del papà, un periodo dell’anno davvero molto difficile per me. Ma quest’anno, è successa una cosa. Gli ho scritto una lettera per esprimergli la mia gratitudine, ringraziandolo per tutte le cose che mi ha dato. È stato un momento bellissimo in cui mi sono liberata di tutto il risentimento che provavo nei suoi confronti. E ho capito, per la prima volta, che non avrei più avuto problemi con la figura paterna per il resto della vita. In breve, il 2020 è stato un anno di crescita.
E adesso, voglio continuare a mettere le mie energie nella mia musica e nel mio impegno ad aiutare gli altri. Voglio continuare a impegnarmi per diventare un persona migliore. E voglio ispirare gli altri in modi diversi a fare altrettanto. Ma soprattutto voglio lasciare il mondo in una condizione migliore di quando sono arrivata. Ci sono tantissime cose che vanno fatte prima, ma insieme, ne sono sicura, possiamo farcela. Bisogna solo avere un po’ di speranza.
#VogueHope